La Storia del Testosterone (e Interazioni con THC)

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ThePharmacologist
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La Storia del Testosterone (e Interazioni con THC)

Messaggio da ThePharmacologist » lun lug 23, 2018 2:21 pm

N.d.R:Il thc, fumare le canne, abbassa i livelli di testosterone. Penso che tutti riescono a capire che:
Alzare testosterone = Tot effetti (esplicati qua sotto)
Abbassare testosterone = Effetto contrario ad alzare il livello.
Leggere e capire cosa succede al proprio corpo, quando si abbassano i livelli di testosterone.

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La storia del testosterone

Il primo giugno 1889 l’eminente tisiologo francese Charles Edouard Brown-Séquard
annunciò alla Société de Biologie di Parigi di aver scoperto una terapia per il
ringiovanimento del corpo e della mente. Il settantaduenne professore riferì di avere
drasticamente contrastato il proprio declino inoculandosi un estratto ottenuto dai
testicoli di cani e cavie. Queste iniezioni, spiegò al pubblico, avevano incrementato
la sua forza fisica e il suo vigore intellettuale, alleviato la stipsi di cui soffriva e
persino facilitato la minzione. Quasi tutti gli esperti, compresi alcuni contemporanei
di Brown-Séquard, concordano sul fatto che questi effetti positivi fossero indotti
soprattutto dalla suggestione, benché Brown-Séquard sostenesse il contrario. Tuttavia
egli aveva ragione nel-l’ipotizzare che le funzioni dei testicoli potessero essere
potenziate o ripristinate introducendo nell’organismo le sostanze normalmente
secrete da queste ghiandole. La sua grande idea fu dunque quella di porre l’ipotesi
della «secrezione endogena» – avanzata inizialmente (nel 1855) da un altro ben noto
fisiologo francese, Claude Bernard – alla base di una tecnica organoterapeutica
cosiddetta di «integrazione». L’intuizione di Brown-Séquard, secondo il quale sostanze
secrete dall’organismo potevano fungere da regolatori fisiologici (denominati
ormoni nel 1905), fa di lui uno dei fondatori dell’endocrinologia moderna. Questa
scoperta avviò un’epoca di trattamenti ormonali sempre più perfezionati, culminata
nel 1935 con la sintesi del testosterone, il principale ormone maschile prodotto
dai testicoli. Da allora il testosterone e i suoi principali derivati, gli steroidi anabolizzanti
androgenici, hanno condotto una strana doppia vita. A partire dalla fine degli
anni cinquanta, numerosi atleti e praticanti di body building hanno assunto queste
sostanze per incrementare la massa muscolare e intensificare i programmi di allenamento.
Negli ultimi 25 anni questa pratica è stata ufficialmente vietata, eppure
alimenta internazionalmente un giro di affari clandestino da un miliardo di dollari.
Che i derivati del testosterone svolgano da molto più tempo varie funzioni terapeutiche
in applicazioni cliniche perfettamente legali è forse meno noto.
Il sollevatore di pesi Vasilij Stepanov durante un allenamento, nel 1955. Molti atleti sovietici di questa disciplina cominciarono
ad assumere prodotti a base di testosterone per potenziare le prestazioni muscolari prima che questa pratica fosse adottata dai loro avversari statunitensi. Ai Campionati mondiali del 1954 il medico della squadra sovietica riferì a John Ziegler, suo omologo americano, l’efficacia di queste sostanze. Ziegler le sperimentò allora su se stesso e su diversi atleti statunitensi.
Cinquant’anni fa, in effetti, si pensava che il testosterone potesse diventare una terapia comune per contrastare il declino degli anziani, ma per diversi motivi esso non assunse mai il ruolo di farmaco di largo impiego. Molti medici si preoccupavano
tra l’altro degli effetti collaterali virilizzanti che tali sostanze spesso causavano quando venivano somministrate alle donne. Tra questi effetti vi erano, per esempio, l’abbassamento del timbro vocale e l’irsutismo. Oggi, tuttavia, è evidente
come gli impieghi «legali» e «illegali» del testosterone si stiano sempre più sovrapponendo.
Sono in corso ricerche più approfondite sui rischi e i Charles
tdouard Brown-Séquard, fisiologo francese benefici clinici degli ste-del XIX secolo,
affermò di essere riuscito ad arrestaroidi anabolizzanti andro-re il proprio declino
fisico grazie all’inoculazione di genici. Molti stanno stu-«estratti testicolari».
Queste iniezioni non potevano diando la gravità di alcuni realmente ringiovanirlo,
come egli dichiarava, ma effetti a breve termine che per questa sua presunta scoperta
egli può essere consono stati riportati, come siderato tra i fondatori dell’endocrinologia
moderna. aumento dell’aggressività, diminuzione della funzionalità epatica
e problemi riproduttivi. E alcuni medici stanno attualmente somministrando
trattamenti a base di testosterone a un numero sempre crescente di uomini anziani
per conservarne la forza fisica, la libido e il senso di benessere. Il nostro scopo in
questo articolo è quello di descrivere la storia in gran parte dimenticata delle terapie
a base di ormoni maschili e di dimostrare come non sia remota la prospettiva di
poter somministrare trattamenti a base di testosterone a milioni di individui.
L ‘organoterapia
Brown-Séquard fornì gratuitamente campioni del suo liquide testiculaire a tutti i
medici che volessero sperimentarlo. Questa offerta diede origine a un’ondata di
esperimenti in tutto il mondo, miranti a curare una gamma molto ampia di patologie,
fra cui la tubercolosi, il cancro, il diabete, la paralisi, la gangrena, l’anemia,
l’aterosclerosi, l’influenza, la malattia di Addison, l’isteria e l’emicrania. Questa
nuova scienza basata sugli estratti animali aveva le proprie radici in una credenza
primitiva che, secondo il principio espresso dalla locuzione similia simili-bus curantur,
vedeva la cura di ogni organo nell’impiego di derivati di un organo omologo.
Per molti secoli, fin dal-l’antichità, i medici avevano prescritto l’ingestione di
tessuto cardiaco umano o animale per stimolare il coraggio, di materia cerebrale per curare l’idiozia e di
una schiera piuttosto disgustosa di altre parti e secrezioni organiche – fra cubile,
sangue, osso, penne, feci, corna, intestino, placenta e denti – per alleviare i disturbi
più vari. Gli organi sessuali e le loro secrezioni avevano un posto d’onore in questa
bizzarra galleria terapeutica. Gli antichi egizi attribuivano poteri medicinali ai testicoli,
e Plinio il Vecchio riferisce del-l’uso, a scopo di rinvigorimento sessuale,
del pene di asino intriso d’olio o di quello di iena coperto di miele. L’ iiyurveda di
Sugruta raccomanda l’ingestione di tessuto testicolare come trattamento per l’impotenza.
Johannes Mesuè il Vecchio (777-857 d.C.) prescrive un tipo di estratto testicolare
come afrodisiaco. La Pharmacopoea Wirtenbergica, un compendio di rimedi
pubblicato in Germania nel 1754, consiglia l’uso di testicoli di cavallo e di organi
copulatori di animali marini. Queste stranezze terapeutiche sono significative
perché testimoniano l’incapacità, sia degli antichi sia dei moderni, di separare, per
quanto riguarda la sfera del sesso, il mito dalla realtà biologica. Due dei ricercatori
ispirati dal lavoro di Brown-Séquard furono il fisiologo austriaco Oskar Zoth e il
suo compatriota Fritz Pregi, un medico che si dedicò in seguito alla chimica analitica
e fu insignito del premio Nobel nel 1923. In un’epoca in cui la fisiologia dello
sport era ai suoi albori, questi studiosi si chiesero se gli estratti testicolari potessero
aumentare la forza muscolare e forse anche migliorare le prestazioni atletiche. Essi
si inocularono un estratto liquido di testicoli di toro e poi misurarono la forza del
dito medio. Un ergografo di Mosso serviva a registrare la «curva di affaticamento»
in ogni serie di esercizi.

LE SCIENZE n. 320, aprile 1995 Annunci pubblicitari che vantavano l’efficacia di prodotti a base di ormoni maschili

apparvero per molti anni sulle riviste mediche statunitensi. Il primo a destra di quelli qui mostrati, apparso sul
«Journal of the National Medical Association>.
Un articolo di Zoth del 1896 concludeva che l’estratto «orchitico» aveva migliorato
sia la forza muscolare sia le condizioni dell’«apparato neuromuscolare». Oggi la
maggior parte degli scienziati affermerebbe che si trattava di effetto placebo, una
possibilità che i due sperimentatori considerarono e respinsero. Tuttavia la frase
conclusiva dell’articolo «L’allenamento atletico offre un’opportunità per ulteriori
ricerche in questo settore e per una valutazione pratica dei nostri risultati sperimentali
» – riveste una certa importanza storica, in quanto per la prima volta veniva proposto
di inoculare ad atleti una sostanza ormonale. La popolarità crescente di questi
estratti spinse altri scienziati a cercarne il principio attivo. Nel 1891 il chimico
russo Aleksandr von Poehl identificò i cristalli di fosfato di spermina osservati per
la prima volta nello sperma umano dal microscopista Anton van Leeuwenhoek nel
1677 e poi da svariati scienziati europei fra il 1860 e il 1880. Poehl affermò correttamente
che la spermina è presente nei tessuti di individui di entrambi i sessi e
concluse che essa aumenta l’alcalinità del sangue, potenziandone così la capacità di trasportare ossigeno.
Si trattava di un’osservazione interessante, in quanto l’emoglobina si associa facilmente
all’ossigeno in un ambiente leggermente alcalino e se ne distacca quando
il pH è lievemente acido. La conclusione era tuttavia scorretta, dato che nessuna
sostanza chimica media il legame dell’ossigeno con l’emoglobina. Nonostante ciò,
Poehl riteneva di aver approfondito il lavoro di Brown-Séquard in quanto, se la
spermina accelerava effettivamente il trasporto di ossigeno, allora poteva essere
considerata una sostanza «dinamogenica», dotata di potenzialità illimitate di accrescere
la vitalità dell’organismo umano. In realtà, la funzione della spermina è rimasta
sconosciuta fino al 1992, quando Ahsan U. Khan della Harvard Medical School
e colleghi proposero che essa contribuisse a proteggere il DNA dagli effetti nocivi
dell’ossigeno molecolare.

Trapianti di testicoli

Nel periodo fra la teoria della spermina e la sintesi del testosterone, avvenuta due
decenni dopo, un’altra terapia basata sulle ghiandole riproduttive fece la sua comparsa
in letteratura medica e arricchì alcuni dei suoi sostenitori. Il trapianto di materiale
testicolare animale e umano in pazienti affetti da danni o disfunzioni dell’apparato
riproduttivo fu introdotto a quanto pare nel 1912, quando due medici di
Filadelfia trapiantarono un testicolo umano in un paziente, con «apparente successo
tecnico» come riferì in seguito un altro sperimentatore. Un anno dopo Victor D.
Lespinasse di Chicago prelevò un testicolo da un donatore anestetizzato, ne ricavò
tre sezioni trasversali e le innestò in un paziente che aveva perduto entrambi i testicoli.
Quattro giorni dopo «il paziente ebbe una forte erezione accompagnata da un
intenso desiderio sessuale. Insistette nel voler lasciare l’ospedale per soddisfare
questo impulso». Due anni dopo, la capacità sessuale di questo paziente era ancora
intatta e Lespinasse parlò di un intervento clinico «assolutamente riuscito». Il più
audace di questi chirurghi fu Leo L. Stanley, medico del carcere di San Quentin in
California. Stanley aveva a disposizione una popolazione ampia e stabile di donatori
di testicoli e di ansiosi beneficiari. Nel 1918 egli cominciò a trapiantare testicoli
prelevati da condannati appena giustiziati in detenuti di diverse età, parecchi dei
quali riferirono di aver recuperato la potenza sessuale. Nel 1920 la «scarsità di materiale
umano», come scrisse Stanley, lo spinse a utilizzare testicoli di montone,
cervo e cinghiale, che sembravano funzionare ugualmente bene. Egli eseguì centinaia
di interventi, e le testimonianze favorevoli gli portarono molti pazienti in cerca
di un trattamento per le patologie più varie: senilità, asma, epilessia, diabete,
impotenza, tubercolosi, paranoia, gangrena e altre ancora. Non avendo riscontrato
alcun effetto nocivo, egli concluse che «la sostanza testicolare animale iniettata nel
corpo umano esercita effetti evidenti» e in particolare «allevia dolori di origine
sconosciuta e promuove il benessere fisico». Questi esercizi di organoterapia primitiva
erano al confine fra la scienza medica seria e la ciarlataneria. I lavori di
Stanley, per esempio, erano considerati abbastanza rispettabili da venire pubblicati
nella rivista «Endocrinology». Come Brown-Séquard, però, anch’egli si lamentava
dei «ciarlatani che promettono la virilità perduta» e dei «bucanieri della medicina»
che navigavano «il mare inesplorato della ricerca» quasi alla cieca e che talvolta
perseguivano più il puro guadagno che il progresso scientifico. Tuttavia lo stesso
Stanley eseguiva interventi senza esitazione e si lasciava convincere da dati assai
ambigui. E i controversi trapianti di «ghiandole di scimmia» eseguiti da Serge Voronoff
negli anni venti fruttarono a questo chirurgo franco-russo una considerevole
fortuna. In una monografia retrospettiva lo storico della medicina David Hamilton
sostiene che Voronoff fosse sincero, considerando che a quell’epoca l’endocrinologia
era un campo nuovo e i comitati per la bioetica erano una rarità. Sebbene le riviste
mediche pubblicassero regolarmente ammonimenti contro i «fabbricanti di
miracoli», i «dosaggi multighiandolari fatti a casaccio» e le «stravaganti avventure
terapeutiche», esprimevano anche un certo cauto ottimismo. Considerate le limitate
conoscenze e le tentazioni terapeutiche del tempo, sembra opportuno definire simili
trattamenti come medicina d’avanguardia piuttosto che come frodi.

L’isolamento del testosterone

Prima che Stanley e colleghi iniziassero a eseguire operazioni di trapianto, altri
scienziati avevano cominciato a cercare una specifica sostanza avente proprietà androgeniche.
Nel 1911 A. Pézard scopri che la cresta di un cappone cresceva in misura
proporzionale alla quantità di estratti testicolari animali che gli venivano inoculati.
Nei due decenni successivi vennero utilizzati questi e analoghi esperimenti
su animali per determinare gli effetti androgenici di varie sostanze isolate da grandi
quantità di testicoli animali o di urina umana. La ricerca entrò nelle sue fasi finali
nel 1931, quando Adolf Butenandt riuscì a ricavare 15 milligrammi di androsterone,
un ormone maschile non testicolare, da 15 000 litri di urina fornita dai membri
del corpo di polizia. Negli anni successivi, diversi ricercatori dimostrarono che i
testicoli contenevano un fattore androgenico più potente di quello presente nell’urina:
il testosterone. Tre gruppi di ricerca, finanziati da in dustrie farmaceutiche in
competizione, si sforzarono di essere i primi a isolare l’ormone e pubblicare i loro
risultati. Il 27 maggio 1935, Karoly Gyula David, Ernst Laqueur e colleghi, finanziati
dal la Organon di Oss (una società olandese della quale Laqueur era da tempo
consulente scientifico), presentarono una memoria ormai classica intitolata Sul-
I ‘ormone maschile cristallino dei testicoli (testosterone). Il 24 agosto una ri
vista scientifica tedesca ricevette da Butenandt e G. Hanisch, che lavorava
no per la società Schering di Berlino, un articolo che descriveva «un metodo per
preparare il testosterone dal coleste rolo». Infine, il 31 agosto la redazione di
«Helvetica Chimica Acta» ricevette l’articolo Sulla preparazione artificiale
del-l’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one-17-olo) di Leopold Ru-
Z. iela e A. Wettstein, che annunciava una richiesta di brevetto a nome della Ciba.
Nel 1939 Butenandt e Ridi ela condivisero il premio Nobel per la chimica per questa
scoperta. La lotta per conquistare il mercato del testosterone sintetico era cominciata.
Nel 1937 la sperimentazione clinica sul-l’uomo era già in corso, con l’impiego
di iniezioni di propionato di testosterone, un derivato del testosterone a liberazione
lenta, nonché di dosi orali di metiltestosterone, che nell’organismo viene
metabolizzato più lentamente del testosterone. Questi esperimenti erano inizialmente
casuali e non regolati quanto i metodi più primitivi che si servivano di
estratti o trapianti testicolari. Nella sua prima fase, tuttavia, la terapia con il testosterone
sintetico era riservata soprattutto al trattamento di uomini affetti da ipogonadismo,
per consentire loro di sviluppare pienamente o mantenere i caratteri sessuali
secondari, e a coloro che soffrivano di un non ben definito «climaterio maschile
» che includeva l’impotenza.

Testosterone, donne e sport

I primi prodotti sintetici a base di testosterone vennero utilizzati anche su diverse
patologie femminili, come menorragia, disturbi dolorosi della mammella, dismenorrea
e tumori della mammella provocati da estrogeni, sulla base del fatto che il
testosterone neutralizza gli estrogeni. Da circa un secolo si sa che in alcune donne
l’alterazione del-ormonale può provocare la regressione di un tumore metastatico
della mammella. Oggi si ritiene che circa un terzo di tutte le donne con tumori della
mammella abbia neoplasie «ormonodipendenti»; la terapia con androgeni è il secondo
o terzo trattamento di elezione per donne che abbiano superato la menopausa
e siano affette da tumore della mammella in fase avanzata. Invece i trattamenti
con androgeni degli anni quaranta venivano somministrati a donne di tutte le età, in
un’epoca in cui il meccanismo della loro azione antitumorale era ancor meno compreso
di quanto sia oggi. Un’osservazione clinicamente valida di questo periodo,
tuttavia, riguarda il fatto che gli androgeni potevano alleviare il dolore, aumentare
l’appetito e il peso corporeo e dare una sensazione di benessere anche se non riuscivano
ad arrestare la crescita tumorale. Trattando donne con il testosterone si
scoprì che gli androgeni potevano rinnovare o intensificare la libido femminile nella
maggior parte delle pazienti. Un ricercatore riferì nel 1939 che l’applicazione
quotidiana di un unguento a base di testosterone aveva ingrossato la clitoride di
una donna sposata mettendola in grado di raggiungere l’orgasmo. Più comunemente,
per ottenere simili effetti, si usavano sferule sottofasciali e iniezioni, e le dosi
massicce somministrate ad alcune pazienti affette da cancro della mammella raramente
mancavano di accentuare i loro impulsi sessuali. L’uso del testosterone per
potenziare la risposta sessuale nella donna non divenne mai, tuttavia, una terapia
standard. Attualmente sembra che solo un piccolo numero di medici statunitensi, e
una proporzione maggiore in Gran Bretagna e in Australia, impieghi gli androgeni
a questi scopi. Come abbiamo detto, la terapia a base di testosterone non divenne
mai comune anche a causa di taluni effetti collaterali. Allora, come oggi, per alcune
pazienti l’accentuarsi degli impulsi sessuali era emotivamente perturbante e sgradito.
L’ostacolo più importante alla generalizzazione della terapia a base di testosterone,
però, era il fatto che i medici desideravano uno steroide anabolizzante che
non producesse effetti mascolinizzanti sulle pazienti, quali una voce più profonda e
roca, villosità sul viso e sul corpo e ingrossamento della clitoride. Sebbene non tutti
gli specialisti fossero allarmati da questi sintomi, le loro differenti valutazioni,
soprattutto riguardo alla possibile irreversibilità degli effetti, portarono ad accesi
dibattiti. L’idea che il testosterone potesse contrastare gli effetti degli estrogeni
condusse all’impiego di questo ormone come terapia per l’omosessualità maschile
(un obiettivo già proposto nei primi anniventi dai sostenitori deitrapianti). «È chiaramente
evidente che i livelli di estrogeni sono più alti negli omosessuali» scriveva
nel 1940 un gruppo di ricerca su «Endocrinology», concludendo che «l’omosessuale
costituzionale ha un chimismo degli ormoni sessuali differente da quello del maschio
normale». Nel 1944 un altro gruppo descrisse «una serie di sperimentazioni
cliniche di organoterapia» che coinvolgeva «omosessuali dichiarati che avevano
richiesto il trattamento per varie ragioni». Con espressione dal sapore alquanto
orwelliano, essi rivelarono che quattro dei soggetti avevano «accettato l’organoterapia
sotto costrizione», per ingiunzione del tribunale in un caso e per ordine dei
genitori negli altri tre. L ‘organoterapia, che non prevedeva la somministrazione di
placebo a un gruppo di controllo, fu un fallimento. In effetti, dato che cinque soggetti
avevano osservato un potenziamento degli impulsi sessuali, i ricercatori conclusero
che probabilmente «la somministrazione di androgeni a omosessuali attivi
(o aggressivi) sembra intensificarne regolarmente l’impulso omosessuale» anziché
ridurlo. Tuttavia nemmeno questo ostacolo parve spegnere totalmente il loro furor
therapeuticus. «In casi favorevoli – scrissero i risultati sono troppo buoni per sollevare
un ingiustificato pessimismo sul valore del trattamento.» Sempre durante gli
anni quaranta, alcuni scienziati scoprirono che il testosterone poteva facilitare lo
sviluppo del tessuto muscolare. Charles D. Kochakian, un pioniere della ricerca
sugli ormoni sintetici, riferiva, già nel 1935, che gli androgeni stimolano i processi
proteici anabolici, aprendo la possibilità che la terapia con androgeni potesse rigenerare
le proteine nei tessuti e stimolarne la crescita in pazienti affetti da una grande
varietà di patologie. Nella letteratura medica dei primi anni quaranta si discusse
spesso della correlazione fra androgeni e sviluppo muscolare e si speculò sull’impiego
di queste sostanze per potenziare le prestazioni atletiche. Un gruppo di ricercatori
decise nel 1941 di studiare se la resistenza dell’uomo al lavoro muscolare poteva
essere incrementata dal testosterone e ottenne risultati positivi. Nel 1944 un
altro scienziato si chiese se la riduzione della potenza muscolare con l’età poteva
venire rallentata quando la concentrazione di ormoni sessuali veniva mantenuta artificialmente
a livello elevato. Lo scrittore Paul de Kruif divulgò molte di queste
osservazioni in The Male Hormone, pubblicato nel 1945. Questo libro ebbe grande
successo e contribuì forse a promuovere l’uso di testosterone fra gli atleti. Sembra
chc negli Stati Uniti alcuni praticanti di body building della West Coast abbiano
cominciato a sperimentare preparazioni a base di testosterone alla fme degli anni
quaranta e all’inizio degli anni cinquanta. Voci sull’efficacia di queste sostanze si
diffusero all’inizio degli anni sessanta negli ambienti di altri sport basati sulla potenza
muscolare, come le discipline di lancio nell’atletica leggera e il football americano.
Negli ultimi trent’anni l’impiego degli steroidi anabolizzanti si è esteso ad
altri sport olimpici, fra cui l’hockey su ghiaccio, il nuoto, il ciclismo, lo sci, la pallavolo,
la lotta, la pallamano, il bob e il calcio. L’uso di steroidi è ben documentato
tra gli atleti dilettanti o semidilettanti. Del milione di consumatori di steroidi stimato
negli Stati Uniti, molti assumono queste sostanze per il body building. I programmi
antidoping destinati a reprimere l’uso di steroidi nello sport si sono dimostrati
altamente inefficaci fin da quando furono introdotti negli anni settanta. Le
analisi spesso non sono abbastanza sensibili per cogliere in fallo i consumatori e
molti atleti di primo piano e funzionari sportivi corrotti hanno imparato a eludere i
controlli.

Ma i rischi non vanno sottovalutati

Gli steroidi anabolizzanti esercitano effetti simili a quelli G dell’ormone maschile
testosterone con il vantaggio che gli effetti tipicamente mascolinizzanti (alterazione
della voce, distribuzione dei peli eccetera) possono essere minimizzati manipolando
opportunamente la struttura chimica della molecola. Le due principali
azioni che spiegano il largo uso degli steroidi anabolizzanti sono, da un lato, il
considerevole aumento delle masse muscolari e, dall’altro, un atteggiamento psichico
molto positivo nei confronti di se stessi, con un notevole aumento della competitività,
dell’aggressività e, in generale, della motivazione al lavoro strenuo.
Si stima che negli Stati Uniti almeno un ragazzo su 15 faccia uso di steroidi anabolizzanti,
per cui si calcola che almeno 500 000 adolescenti assumano regolarmente
queste sostanze. La principale motivazione addotta è il miglioramento della
prestazione fisica in qualche sport, mentre solo nel 25 per cento dei casi lo scopo è
quello di migliorare l’aspetto fisico. Dal punto di vista atletico, non esistono dubbi
sul fatto che l’aumento delle masse muscolari migliori le prestazioni in prove che
richiedono grande potenza (corse veloci, salti, lanci, sollevamento pesi eccetera).
Naturalmente, un aumento della massa muscolare si ottiene seguendo una dieta
molto ricca in amminoacidi, necessari alla sintesi delle proteine muscolari. Un altro
effetto degli androgeni anabolizzanti è la riduzione del grasso corporeo. Non
sono dimostrabili miglioramenti di prestazioni nelle prove di resistenza, essendo
queste legate principalmente alla funzionalità cardiovascolare e non alla forza sviluppata
dai muscoli. Ma, anche in questo tipo di competizioni, un atteggiamento
psichico di maggior competitività e aggressività può risultare comunque utile.
Molti ciclisti professionisti si servono di farmaci antiasmatici che contengono steroidi
di sintesi, anche se l’asma non sembra di certo una patologia comune in questa
categoria di sportivi. Quindi non esistono dubbi sul fatto che, dal punto di vista
puramente sportivo e dell’immagine fisica, gli steroidi di sintesi rappresentino prodotti
molto attraenti.
A fronte di tali vantaggi, in particolare quelli derivanti dal successo nello sport,
quali sono i rischi di una protratta som ministrazione di steroidi? Essi sono numerosi
e gravi e possono essere così riassunti:
1) insufficienza funzionale da parte dei testicoli in maschi normalmente fertili:
ciò deriva dal fatto che la presenza di ormoni somministrati farmacologicamente
inibisce la sintesi di testosterone da parte dei testicoli stessi, inducendo
sterilità. L’inibizione funzionale è di tale grado che, sospendendo la somministrazione
degli steroidi dopo un periodo di circa un anno, si verifica una diminuzione
del testosterone testicolare di circa il 50 per cento. Normalmente
nei maschi la sintesi di ormoni femminili è inibita dalle elevate concentrazioni
di testosterone: in presenza di insufficienza testicolare si verifica invece un
aumento degli steroidi femminili (estradiolo) sino a concentrazioni simili a
quelle presenti nelle donne;
2) nelle donne la somministrazione di steroidi anabolizzanti provoca un profondo
turbamento del delicato equilibrio degli ormoni sessuali e quindi del ciclo
mestruale; inoltre causa acne, perdita dei capelli e modificazione dei caratteri
sessuali secondari;
3) in entrambi i sessi un eccesso di steroidi anabolizzanti in età adolescenziale
causa precoce saldatura delle ossa lunghe e quindi arresto dell’accrescimento;
4) un altro effetto collaterale di queste sostanze è la riduzione della frazione
HDL e l’aumento della frazione LDL del colesterolo. Gli studi epidemiologici
indicano con chiarezza che un aumento della frazione LDL si correla a un
aumento dell’incidenza del rischio coronarico. D’altra parte uno degli effetti
benefici dell’attività sportiva è proprio la riduzione della frazione LDL;
5) esistono indicazioni sul fatto che elevate dosi di steroidi inibiscono la normale
risposta immunitaria;
6) infine citiamo la principale complicazione clinica che si correla all’uso degli
steroidi anabolizzanti: insufficienza epatica e carcinoma del fegato.
Giuseppe Miserocchi Ordinario di fisiologia umana Direttore della Scuola di
specializzazione in medicina dello sport Università degli Studi di Milano

Usi clinici del testosterone

Alcuni degli impieghi clinici dei prodotti a base di testosterone risalgono agli albori
della terapia con androgeni. L’applicazione più frequente e accettata degli steroidi
anabolizzanti è la terapia sostitutiva per uomini affetti da ipogonadismo. Queste
sostanze sono state somministrate anche per curare l’impotenza in pazienti aventi
livelli ematici di testosterone normali o inferiori alla norma. Esteri di testosterone
sono frequentemente impiegati per stimolare la crescita e avviare la pubertà in ragazzi
che presentano ritardi significativi nello sviluppo. Fin dagli anni quaranta gli
androgeni sono stati utilizzati per curare stati di grave defedazione associati a malattie
croniche debilitanti (come per esempio quelle sofferte dalle vittime dei campi
di concentramento nazisti) e traumi (comprese le ferite subìte in guerra), ustio ni,
interventi chirurgici e radioterapia. Dal momento che gli steroidi anabolizzanti accelerano
l’eritropoiesi, sono stati impiegati come terapia di elezione per diverse
forme di anemia, prima che si diffondessero il trapianto di midollo e i trattamenti
con eritropoietina sintetica. Dalla fine degli anni trenta a metà degli anni ottanta
molti psichiatri usavano prescrivere steroidi anabolizzanti per il trattamento di depressione,
melanconia e psicosi involutive. Gli esteri di testosterone sono oggi comunemente
usati come complemento del-l’ormone della crescita umana (hGH) nel
trattamento di bambini con deficit ormonali. Più di recente alcuni medici hanno
cominciato a sperimentare gli steroidi anabolizzanti come terapia per la debolezza
e la perdita di tono muscolare che si manifesta durante la progressione dell’infezione
da HIV. Gli studi clinici sono promettenti e indicano che in questi pazienti si ha
un maggior senso di benessere e un aumento della forza, della massa muscolare e
dell’appetito. Oltre a ciò, dalla fine degli anni settanta gli esteri di testosterone sono
stati studiati come possibile metodo per regolare la fertilità maschile attraverso il
ciclo di retroazione endocrino. L’ipotalamo reagisce a livelli elevati di testosterone
nel sangue riducendo la secrezione di un altro ormone – l’ormone che libera l’ormone
luteinizzante – che tramite l’ipofisi influenza non solo la produzione di testosterone
da parte dell’organismo, ma anche quella dello sperma. Nel 1990 l’Organizzazione
mondiale della sanità ha pubblicato i risultati di una sperimentazione condotta
da dieci istituzioni di tutto il mondo, che ha dimostrato l’efficacia degli steroidi
anabolizzanti come contraccettivo maschile accompagnato da minimi effetti
collaterali abreve termine. È interessante osservare che le dosi prescritte per i soggetti
dello studio erano superiori a quelle assunte dal velocista olimpionico Ben
Johnson, squalificato per doping. Ciò indica che la legalizzazione degli steroidi
anabolizzanti come contraccettivi maschili indebolirebbe le basi mediche della
proibizione del loro uso regolare da parte degli atleti. Alla fine degli anni ottanta
alcuni ricercatori cominciarono a riconsiderare gli effetti del testosterone sull’invecchiamento.
Questi studi erano motivati in parte dall’innalzamento dell’età media
e dai favorevoli risultati preliminari della somministrazione di ormone della crescita
a uomini anziani in buona salute. Nei primi anni novanta diversi scienziati hanno
condotto studi pilota sugli effetti della somministrazione di testosterone in uomini
di età superiore ai 54 anni che presentavano livelli bassi o normali di questo ormone.
I risultati sono stati generalmente positivi: un aumento della massa e delle prestazioni
muscolari, un possibile rallentamento del processo di deterioramento delle
ossa, un aumento del desiderio e dell’attività sessuale, un miglioramento delle capacità
mentali come l’orientamento spaziale e la memoria verbale. Dato che molti
medici riconoscono l’efficacia delle terapie di sostituzione ormonale nella donna, si
potrebbe adottare senza problemi un’analoga terapia ormonale per l’uomo. L’implicita
accettazione culturale della terapia ormonale maschile su grande scala sembra
trovare una conferma nel fatto che negli ultimi anni i mezzi di comunicazione non
specializzati hanno dato evidenza ai potenziali benefici dei trattamenti sia con testosterone
sia con estrogeni in una popolazione in via di invecchiamento. Lo Hormonal
Healthcare Center di Londra prescrive iniezioni di testosterone a centinaia
di uomini di qualunque età e un ginecologo del Chelsea and Westminster Hospital
di Londra attualmente prescrive sferule di testosterone a circa il 25 per cento delle
sue pazienti che hanno superato la menopausa. Questa tendenza probabilmente
continuerà, implicando che la terapia con testosterone su larga scala potrebbe diventare
una pratica medica standard entro un decennio. Questa previsione si basa
sul fatto che le aspettative della gente e i profitti delle industrie farmaceutiche possono
contribuire a definire nuove «patolo gie». Nel 1992, per esempio, i National
Institutes of Health hanno invitato a proporre ricerche per determinare se la terapia
con testosterone possa prevenire la decadenza fisica e la depressione ne gli anziani,
sollevando così la questione se l’invecchiamento in quanto tale stia per essere ufficialmente
riconosciuto come una malattia da carenza curabile. John B. McKinlay,
gerontologo e direttore del New England Research Institute di Watertown nel Massachusetts,
ha fornito la seguente previsione: «Non credo alla crisi di mezza età
dell’uomo. Ma anche se, a mio parere, non vi sono prove epidemiologiche, fisiologiche
o cliniche di una simile sindrome, penso che per l’anno 2000 la sindrome esi
sterà. Vi sono grossi interessi commer ciali nei confronti del trattamento di uo mini
anziani, così come ve ne sono per le donne in menopausa». L’interesse commerciale
a fornire una risposta alla domanda di androgeni da parte del pubblico potrebbe
spingere i medici a sottovalutare possibili effetti collaterali negativi e a sovrastimare
l’efficacia dei farmaci. Per esempio, nel numero di gennaio 1994 del «Journal of
Urology», McKinlay e colleghi hanno affermato che non vi è alcuna correlazione
fra una qualsiasi forma di testosterone e l’impotenza, una «grossa fonte di preoccupazione
sanitaria» che interessa un mercato potenziale di 18 milioni di uomini. Ma
anche se non si riuscisse a confermare l’utilità del testosterone per una singola patologia,
è improbabile che ciò ne limiti l’impiego per rafforzare l’organismo dell’anziano
o aumentarne l’interesse per l’attività sessuale. In effetti, l’invecchiamento
viene sempre più visto come un problema medico, e questo cambiamento di cultura
antropologica sta portando al riconoscimento di un climaterio maschile curabile
quanto la sua controparte femminile. Il riconoscimento ufficiale di questa sindrome
proporrà una nuova definizione sociale di normalità fisiologica e legittimerà ulteriormente
l’ambizione di spingere l’organismo umano a livelli più elevati di prestazioni
fisiche e mentali. Ben Johnson fu privato della medaglia d’oro vinta alle
Olimpiadi di Seni del 1988 dopo che le analisi antidoping rivelarono come egli
avesse assunto steroidi anabolizzanti per migliorare le proprie prestazioni sportive.
Le dosi impiegate dal velocista canadese, però, erano a quanto pare inferiori a
quelle che l’Organizzazione mondiale della sanità ha recentemente dichiarato accettabili
come contraccettivo maschile. Se le cose stessero effettivamente così, le
argomentazioni cliniche che sono state avanzate contro l’uso degli steroidi nella
preparazione degli atleti perderebbero molta della loro efficacia.

BIBLIOGRAFIA

DE KRUIF PAUL, The Male Hormone, Harcourt, Brace and Company, 1945.

KOCHAKIAN CHARLES D., Anabolic-Androgenic Steroids, Springer-Verlag, 1976.

HAMILTON DAVID, The Monkey Gland Affair, Chatto and Windus, 1986.

HOBERMAN JOHN, Mortal Engines: The Science of Performance and the Dehumanization of Sport, Free Press, 1992.

YESALIS CHARLES E. (a cura), Anabolic Steroid.s in Sport and Exercise, Human Kinetics Publishers, Champaign, 1993.

L’articolo è apparsa sul n. 320 di Le Scienze.


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tombong
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Re: La storia del testosterone (THC = meno testosterone)

Messaggio da tombong » lun lug 23, 2018 11:49 pm

Interessante ma ci sono dei problemi di formattazione... Se riuscissi a risolvere sarebbe perfetto!
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frank00
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Re: La storia del testosterone (THC = meno testosterone)

Messaggio da frank00 » mar lug 24, 2018 1:30 am

Cmq il fatto che il testosterone produce aggressività...hai uno studio che afferma questo?

Io credo che è stato un pò frainteso il termine aggressività,insomma una persona che ha del testo in circolo paradossalmente risulta più calmo e rilassato perchè appunto è sotto testosterone è in dominanza e non ha bisogno di aggredire le persone

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ThePharmacologist
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Re: La storia del testosterone (THC = meno testosterone)

Messaggio da ThePharmacologist » mar lug 24, 2018 3:29 pm

tombong ha scritto:
lun lug 23, 2018 11:49 pm
Interessante ma ci sono dei problemi di formattazione... Se riuscissi a risolvere sarebbe perfetto!
Nota bene che mi è toccato "riformattarlo" e gia cosi ci ho perso 20 minuti abbondanti.
E quindi è leggibile e va bene cosi @tombong :mrgreen:

altrimenti altra mezz'oretta, da perdere.

pharma

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ThePharmacologist
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Re: La storia del testosterone (THC = meno testosterone)

Messaggio da ThePharmacologist » mar lug 24, 2018 3:40 pm

frank00 ha scritto:
mar lug 24, 2018 1:30 am
Cmq il fatto che il testosterone produce aggressività...hai uno studio che afferma questo?

Io credo che è stato un pò frainteso il termine aggressività,insomma una persona che ha del testo in circolo paradossalmente risulta più calmo e rilassato perchè appunto è sotto testosterone è in dominanza e non ha bisogno di aggredire le persone
ehm.. quello sopra non sono parole mie @frank00
Io non affermo nulla. QUello che leggi sono affermazioni di altre persone e dati di ricerche sceintifiche (Scientific american - edizione italiana le scienze, come sta scritto alla fine, non pubblica altro che "ricerche scientifiche e dati di ricerche scientifiche, quindi, stai leggendo e\o hai letto, uno raccolta di studi che affermano questo)
Io credo che tu hai franiteso il termine aggressivita da quello che leggo.
Aggressivita non è rabbia e\o picchiare e\o saltare addosso\venire alle mani con altre persone.

Aggressivita è più inteso come "prendere le redini della situazione in mano"
"porsi come individuo dominante\capo".
Avere piu inziativa, aggredire le situazioni con l'azione.

sinonimi: combattivo, battagliero, litigioso, bellicoso, violento, prepotente, irruento, irruente, impetuoso, veemente, prevaricatore

Uno aggressivo è si uno che "viene alle mani facilmente" ma li siamo piu sul rabbioso\violento a mio parere.
Uno puo essere calmo ma combattivo e battegliero inteso come "uno che non molla" uno che non si "siede e si dispera".
Esempi:
Un pilota di moto\auto guida in modo aggressivo per definizione. Altrimenti non sarebbe un pilota.

Ha molti effetti anche sul comportamento il testosterone. Se assumi testosterone, ci provi anche con le pecore e vuoi scoparti anche quelle. :mrgreen:
Sei piu deciso, fermo, sicuro di te stesso e delle tue idee e quindi tendi a "importi sugli altri".
Non tentenni, sei piu propenso ad agire a "prendere il toro per le corna". Questo per usare esempi e espressioni per far capire.

Pharma

frank00
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Re: La Storia del Testosterone (e Interazioni con THC)

Messaggio da frank00 » mar lug 24, 2018 6:43 pm

@ThePharmacologist Si ecco intendevamo la stessa cosa. :)

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Re: La Storia del Testosterone (e Interazioni con THC)

Messaggio da ThePharmacologist » mar lug 24, 2018 6:56 pm

http://download.kataweb.it/mediaweb/pdf ... _320_7.pdf

@tombong
Cosi puoi leggerlo formattato come sulla rivista. ;-)

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tombong
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Re: La Storia del Testosterone (e Interazioni con THC)

Messaggio da tombong » mar lug 24, 2018 7:00 pm

Grazie :)
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Re: La Storia del Testosterone (e Interazioni con THC)

Messaggio da ThePharmacologist » mar lug 24, 2018 11:11 pm

frank00 ha scritto:
mar lug 24, 2018 6:43 pm
@ThePharmacologist Si ecco intendevamo la stessa cosa. :)
io vengo definito "aggressivo" ma non mi sogno di picchiare la gente.
Più che aggressivo, sono incalzante\arguto nelle discussioni.
E questo fa "cappottare" l'interlocultore. :asd:

Arguto:
1:che denota un' immediata facoltà di comprendere
Sinonimi:
(di persona, trovata eccetera) penetrante, intelligente, sottile
(di motto, proverbio)spiritoso, faceto, brillante, ironico
(di intelligenza, mente) acuto, vivace, pronto, brioso, perspicace, sagace, fine, malizioso, pungente, piccante

:asd: :asd: :asd: :asd:

Non hai idea di quanti, soccombono, verbalmente quando mi ci "metto".
E schiumano rabbia e trattengono (non sempre) impulsi violenti. :asd: :asd: :asd:

Pharma

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Sonic Youth
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Re: La Storia del Testosterone (e Interazioni con THC)

Messaggio da Sonic Youth » lun ago 27, 2018 1:59 pm

Il THC riduce anche il DHT (diidrotestosterone) come ad esempio Serenoa repens, Finasteride, Dutasteride?
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