L'ultimo cartone

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BackinBlack
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L'ultimo cartone

Messaggio da BackinBlack » dom lug 10, 2016 1:13 am

La breve storia del mio ultimo viaggio con sostanze pesanti, datato ormai estate 2014.
Informazioni su timing e dosaggi puntuali non ci sono, tutto era troppo confuso.

Non è un racconto di pace e armonia.

Un cartone di nbome, possa essere maledetto, in un vasto parco urbano in un pomeriggio d'estate.
Dopo l'assunzione mi stendo all'ombra sperando di godermi un viaggio in mezzo agli alberi, ma non devo aspettare molto perché l'effetto anfetaminico di questa sostanza schifosa mi renda irrequieto e desideroso di alzarmi e camminare. Mi sento a disagio, per cammuffarmi con la gente sobria mi metto gli occhiali da sole e gli auricolari e inizio a spostarmi. Sono nervoso, un po' paranoico. Incontro un amico di famiglia che mi ferma ma capisce. Terrà la bocca chiusa, un santo.
I sensi si acuiscono al punto da farmi sentire forte e deciso il rumore di una bicicletta sulla ghiaia molto distante alle mie spalle. Sento un affluente sotterraneo in maniera molto distinta. Non sapevo scorresse lì sotto, ma un controllo nei giorni seguenti mi ha dato conferma che c'era davvero. Continuo a non essere per niente sereno, e il tutto doveva ancora cominciare per davvero. Punto un alberello in mezzo a un prato di erba alta, a ogni passo vedo a rallentatore ogni filo d'era piegato dal mio piede e ne sento il rumore; tutto è fin troppo a fuoco e posso vedere nitidamente tutti i piccoli insetti attorno a me. Mi siedo e tiro fuori carta e penna nella speranza di poter creare qualcosa. Da lì a breve sarebbero stati il mio unico filo di sicurezza ancorato alla realtà.

L'nbome sale. Sale tanto e sale in fretta, pure troppo. Guardo le nuvole, mi concentro su una, si scompone nei colori di un prisma e si moltiplica in numero, disponendo tutte le copie a formare un cilindro che inizia a girare e girare, e inizia a venirmi mal di testa. Chiudo gli occhi per attenuare le visual, ma a occhi chiusi tutto ciò che vedo sono frattali velocissimi e frenetici su sfondo rosso fuoco. Peggio, molto peggio, mi viene da vomitare.
Mi stendo e guardo l'orologio, segno l'ora sul taccuino perché a naso capisco che sarebbe finita male, e mi aspettavano una decina di ore buone in quello stato pietoso.

Alterno momenti di forte nausea ad altri di mal di testa tremendo ad altri molto brevi di benessere, in cui riesco a immergermi nel viaggio e a pensare. Le sensazioni fisiche condizionano l'esperienza mentale, e allora basta una nuvola passeggera a coprire il sole che avverto freddo e buio, e i pensieri sprofondano.

Ripercorro la storia dell'umanità e delle guerre, delle mode e l'evoluzione della società. Sto male, tanto male. Guardare l'orologio e confrontare l'ora con quella scritta sul taccuino è un impresa che richiede uno sforzo apparentemente maggiore di quanto non potessi dare sul momento. Quando ce la facevo mi meravigliavo di quanti pochi minuti fossero passati, e la cosa mi portava sempre più in basso e sempre più in paranoia.
Nella mia mente stavano passando gli anni, non ero più capace di ricordare come fosse una vita normale in un mondo reale. Tutto quello che era successo prima dell'nbome, quindi tutta la mia vita, era una fantasia confusa e lontanissima.

Mi vedo sprofondare in un vuoto pneumatico tutto nero, non sono mai stato così male e depresso, è una sensazione terribile. Mi vedo allontanarmi su una zattera che galleggia in un mare nero, allontanarmi dalla riva della ragione. Ho paura di spegnermi e di dissolvermi, di non riuscire a risalire mai più. Un ebete ridotto quasi a un vegetale, un fattone "che ci è rimasto sotto" totalmente inabile a percepire il mondo circostante.
Pessimismo, depressione, malessere autentico come mai fino ad ora; talmente insopportabile da valutare il suicidio come unico metodo per smetterla di stare così male. Opzione scartata perché in quel mentre mi ero convinto che la morte fosse esattamente come vivere quel momento per l'eternità, quindi ancor peggio.

Alterno stati di malessere completo ad altri in cui cerco di tornare lucido scrivendo e guardando le ore. Scrivo, scrivo, vedo ciò che scrivo muoversi e le lettere gonfiarsi. Il giorno dopo ciò che avrò scritto mi metterà così paura da farmi bruciare tutti i fogli. Sento le campane di una chiesa, mi aiutano a fare dei collegamenti con il mondo reale; per la prima volta in vita mia comprendo in prima persona come mai tante persone abbiano bisogno di un credo granitico: sono vulnerabili e non amate.

In un momento di grande sforzo e finta lucidità guardo in che posizione sono e vedo un enorme bambino con i pantaloncini corti che riconosce la propria anima. Vedo un bambino abbandonato a sé stesso per troppi anni, vorrei piangere ma non ce la faccio. Non piango più da che ho iniziato la scuola da piccolo; non so piangere nemmeno per il dolore fisico. Mi sento vuoto.
Continuo a vedere un bimbo abbandonato e mai amato per davvero. Vado sempre più giù, e questi erano i momenti buoni in cui non avevo il terrore di dissolvermi per sempre.

Scrivo, scrivo, scrivo... ripercorro la mia genealogia, ne riconosco la natura, sotto sotto siamo tutti depressi. Non è una scusante per niente però. Capisco cosa sia la depressione, che non è tristezza o una reazione forte a un trauma ancor più forte. È quando hai l'anima frammentata in due metà incapaci di dialogare tra loro, e per dar retta a una devi sopprimere l'altra, negando di fatto la metà della tua stessa essenza e non potendo mai essere completo. Potrai essere o felice o sereno, mai tutte e due le cose, ma hai bisogno di entrambe.

Prendo atto della scoperta e riesco non so come a ricordarmi dell'orario di chiusura del parco. Paranoia e terrore mi assalgono perché come cerco di andarmene ripercorrendo percorsi che conosco a memoria, mi rendo conto che la testa non riesce a elaborare ciò che vede. Vago come in un labirinto col terrore che qualcuno mi veda in stato confusionale e chiami anche solo un'innocente ambulanza. Sappiamo tutti cosa significherebbe.

In qualche modo ce la faccio, non certo per bravura, la sorte mi ha aiutato. Raggiungo una panchina e chiamo due miei amici: da solo non sarei mai riuscito nemmeno a rialzarmi, attraversare una strada era fuori discussione.
Continuo a stare malissimo, i miei amici mi accudiscono rivelandosi più amorevoli di quanto non avrei mai scommesso. Attendono con me, mi tranquillizzano ma sono anche curiosissimi e mi fanno domande. La cosa non mi mette a mio agio. Chiedo se mi possono comprare una cocacola per integrare liquidi e zuccheri, da troppe ore non assumevo nulla, nemmeno acqua. Passa il tempo, inizio a tornare con i piedi per terra anche se poco saldamente. Saranno passate circa otto ore. Uno dei due amici mi riaccompagna a casa in macchina e accende l'aria condizionata, dal sedile sento il flusso dell'aria avvolgermi il corpo e percepisco il fluido in ogni suo piccolo vortice, la macchina è un'utilitaria ma vedo ancora tutto molto distorto e mi sembra enorme.

L'angelo custode mi lascia davanti a casa, lo saluto. Aspetto un po' ma non entro, dentro ci sono i miei genitori e io sto smascellando come una pazzo. Attendo e mi faccio due passi per l'isolato. Una zona quasi per nulla trafficata che unitamente al mio progressivo rinsavimento mi permette di camminare senza pericoli per i marciapiedi. Raggiungo un prato dove posso godere del tramonto, è meraviglioso e le nuvole disegnano un quadro dipinto da mio nonno, è chiaro che non sono ancora tornato al cento per cento.
Entro in casa e tagliando corto fuggo in camera e mi ci barrico fino al giorno dopo. La notte non riesco a chiudere occhio a causa della sostanza, ed esperimento il mal di testa più forte di sempre. Verso il mattino riesco ad addormentarmi.

Il giorno dopo prendo in mano il taccuino con gli appunti e mi terrorizzo leggendo quanto scritto nei deliri del giorno prima: minacce a me stesso se solo avessi preso un'altra schifezza del genere, più persone che dialogavano tra loro e che assieme formavano il mio io, metafore suggestive ma deliranti e ancora minacce a me stesso. Stava per risalire la paranoia, quindi ho dato fuoco a tutto.

Questa la mia ultima esperienza con gli allucinogeni, da quel momento in poi solo erba, che si rivelerà uno strumento potente ed efficace come non mai. Prima delle esperienze psichedeliche, l'erba mi stordiva e basta; dopo l'apertura delle porte della percezione, è diventata un mezzo per meditare e capire molte cose per migliorare la mia vita.

Ragazzi, dovesse capitarvi un nbome buttatelo! Due volte che l'ho assunto, due volte che è andata male in maniera quasi sterile; non ha nulla da spartire con i funghi che per quanto pure loro mi han condotto a dei bad trip angoscianti, mi hanno anche aperto le finestre sul panorama dell'universo.


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CloneXY
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Messaggio da CloneXY » dom lug 10, 2016 1:27 am

Esperienze che segnano, gli nbome li ho sempre evitati, penso che reagirei sempre male a trip anfetaminici di quel tipo. Comunque complimenti, hai un talento a scrivere esperienze ;)
λάϑε βιώσας
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Messaggio da BackinBlack » dom lug 10, 2016 8:45 am

Sì hai sempre fatto benissimo!
Io da quel giorno non assumo più allucinogeni, non ne sento più il richiamo, anche perché i viaggi dell'anno precedente a questa esperienza mi han dato davvero tanto materiale su cui riflettere ancora oggi.

Al momento non fumo nemmeno più erba da un annetto, non ne ho occasione e quando ho l'occasione ho un ventaglio di alternative di "cose sobrie" da fare che al momento trovo ampiamente preferibili.
Quindi non sto facendo il bacchettone, sia mai :mrgreen: solo che mi son stancato di fumare dovendo incastrare la cosa in vari impegni.
Inoltre sotto questo punto di vista sono un viziato, perciò mi rifiuto di passare nel grinder roba qualsiasi :lol: e mi basta un mezzo grammo di erba buona per stroncarmi per un bel po', non ho una grande resistenza. Quindi davvero quando fumo (fumavo) dovevo prima controllare l'agenda :lol: e converrete tutti che non è cosa :D

Ciò detto, dovessi riavvicinarmi in futuro agli psichedelici, lo farei esclusivamente con sostanze naturali e solo in paesi dove sono leciti oppure lontano da tutto e tutti. Purtroppo mi son preso un bello spavento e la prossima volta dovrà essere un'esperienza ampiamente controllabile dall'esterno.

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Messaggio da LSAsղackƅar » dom lug 10, 2016 11:35 am

Intanto complimenti per come hai riportato l'esperienza. Mi piace il tuo modo di scrivere.
Quoto anche il discorso che hai fatto sull'erba e sul fatto che il tuo rapporto con lei è cambiato dopo che hai iniziato ad usare psichedelici (anche io ho notato questo).
Permettimi però di dissentire sull'ultimo discorso: da come ne hai parlato e dalle riflessioni che hai avuto, l'NBOME sembra una sostanza davvero straordinaria. Io pensavo fossero solo visuals e niente introspezione.
Poi mi dispiace tantissimo per l'esperienza che hai avuto e in parte posso capirti, dato che anche io volevo suicidarmi sotto un'elevata quantità di cannabis ingerita. Però sinceramente lavorando sul setting e sui tempi, credo che quel cartone che hai preso possa essere davvero magico, azzarderei dire anche superiore ad LSD.
Ti va di dirmi che NBOME era? se lo sai...

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Messaggio da BlindFaith » dom lug 10, 2016 1:43 pm

Se tu lo 'leggessi' con gli occhi di qualcun'altro noteresti che è un 'bad trip' pieno zeppo di pensieri profondi..e qui si ricade nel discorso badtrip/goodtrip, quale dei due è più 'utile'? Tu stesso hai detto che i pochi viaggi fatti ti hanno dato molto su cui riflettere...peccato che tu abbia bruciato le annotazioni, i deliri sono sempre interessanti ;)
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Messaggio da EinSchonerTag » dom lug 10, 2016 10:37 pm

Nel dispiacere per la tua traumatica esperienza ti ringrazio per averla condivisa e complimenti per aver combattuto senza sprofondare nel nero oblio causato dalla sostanza. Concordo a pieno che in tantissimi siamo costretti a reprimere una parte di noi stessi fin dalla nascita per diversi motivi e cio porta prima o poi a doversi confrontare con questa parte repressa che in qualche modo anche tramite qualche sostanza vuole uscire o liberarsi.
We ask you to reevaluate the purpose of your life. To redefine the forces that rule you. To resurrect the codes of consciousness stored in your being. It is time for you to reclaim your knowledge as a creator through thought...

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Messaggio da BackinBlack » lun lug 11, 2016 5:29 pm

Tanti pensieri profondi non ne riconosco. O meglio, non più di quelli formulabili con altre sostante.
L'nbome lo posso solo sconsigliare perché, da quella che è la mia esperienza, permette troppe interferenze tra il piano del corpo e quello della psiche.

È pericoloso che una sensazione fisica livemente sgradevole possa far precipitare l'esperienza, perché si rischia di prendere per buoni dei flussi di coscienza influenzati in maniera incoerente. Quello che leggete è comunque la tara di qualcosa di molto più caotico, che se fosse stata la mia prima esperienza mi avrebbe certamente traviato.

Inoltre è una sostanza ad elevata tossicità, lontana anni luce dalla sicurezza dell'LSD o dei funghi.

Sì al bad-trip, no al mettersi nelle condizioni di "forzarlo" anziché accoglierlo come naturale conseguenza di un momento o di uno stato mentale.

Riassumendo: per come la vedo non mi piace che ad esempio una puntura di zanzara o l'essere seduti su dell'erba secca che graffia possa portare a stati di angoscia. Diventa una cosa più votata all'intrattenimento che altro.

Insomma, drogatevi bene, dite no all'nbome :mrgreen:

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Messaggio da tropopsiko_23 » mar lug 12, 2016 11:03 pm

Secondo me non hai lasciato agire nel migliore dei modi la sostanza, e lei ti ha preso in pugno.
Sicuramente la tua esperienza "negativa" è stata molto intensa...ma sono sicuro che ti abbia insegnato qualcosa. E che quindi tale negatività è relativa.
Ciao :mrgreen:
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Messaggio da papo » gio lug 21, 2016 12:23 am

Bella esperienza, molto coinvolgente! magari potresti narrarci di questi tuoi viaggi passati :) io leggerei volentieri!!
Gloria eterna all'ipnorospo!
Tutti i miei post sono frutto della mia fervida immaginazione. Niente di ciò che scrivo è riferito a persone o situazioni reali.

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