Ayahuasca: procedura (caapi e mimosa) ed esperienza

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Murphy
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Iscritto il: gio ago 15, 2019 10:26 am

Ayahuasca: procedura (caapi e mimosa) ed esperienza

Messaggio da Murphy » gio ago 15, 2019 11:42 am

Ciao ragazzi,

circa una settimana fa io e un mio carissimo amico abbiamo deciso di preparaci l'ayahusca per approfondire i nostri viaggi psichedelici. Faccio una brevissima premessa sul tipo di individui che siamo. Entrambi siamo molto inesperti, oltre all'erba (che comunque fumiamo raramente perchè dopo l'euforia dei primi mesi ci ha un po' seccato), io avevo provato solo dei tartufi ad Amsterdam e lui tartufi e una dose bassa di LSD. Entrambi siamo degli inguaribili nichilisti/assurdisti e cerchiamo negli psichedelici una sorta di connessione con la realtà e gli altri, visto il forte scollamento che perennemente sentiamo. Non abbiamo mai avuto esperienze negative con erba e il resto.

Bando alle ciance, spiego come abbiamo preparato l'ayahusca perchè spesso vedo info contrastanti nei forum. Cerco quindi di contribuire alla "letteratura" sul tema nel modo più dettagliato possibile.
Per due persone avevamo 30 grammi di "liane" (di fatto è un trito grossolano e poco più) di Mimosa Hostilis e 100 grammi tritati (shredded) di Banisteriopsis Caapi acquistate su smartshop online Olandesi. Per entrambe abbiamo seguito lo stesso procedimento:

- Abbiamo scaldato circa 5 litri d'acqua con un paio di cucchiai di aceto di vino in due pentole. Una volta a bollore abbiamo aggiunto in una pentola il Caapi e in una la Mimosa.

- Abbiamo cotto entrambe le piante per circa 3 ore, mantenendo un leggerissimo bollore e mescolando sporadicamente.<br/>
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- Passate le 3 ore abbiamo filtrato entrambe le piante in due pentole diverse con un panno di cotone. Poi con il materiale solido rimasto abbiamo ripetuto il procedimento sopra per altre due volte.<br/>

- Dopo la terza bollitura siamo dunque rimasti con due pentoline di Caapi e Mimosa filtrati. Le abbiamo ridotte scaldandole sul fornello, sempre tenendo un lievissimo bollore, fino ad ottenere 500 ml di liquido per pentola. Abbiamo lasciato riposare 8 ore circa in frigo la riduzione di Mimosa e l'abbiamo poi filtrata nuovamente (abbiamo tenuto anche il Caapi in frigo ma non l'abbiamo filtrato).

-Abbiamo infine unito i due composti (circa 1 litro totale di liquido) e dopo averli scaldati appena sui fornelli ne abbiamo ricavato 4 tazze da the. Di queste ne abbiamo bevuta una a testa, tenendoci le altre due di scorta/emergenza (nel caso vomitassimo troppo presto o non facessero effetto).

Alcune info aggiuntive: essendo due imbranati cronici abbiamo fatto casino nella preparazione, ma questo NON ha pregiudicato il risultato. Primo errore: abbiamo scordato l'aceto nel Caapi durante il primo round di bollitura. Secondo errore: ci siamo addormentati mentre cuocevamo il terzo round e il Caapi ne è uscito bruciacchiato e senza alcun liquido da filtrare. Eravamo parecchio scoraggiati ma l'effetto è arrivato comunque.

Dunque ecco l'esperienza.

Beviamo una tazza a testa, sono circa la 5 di pomeriggio. Sapore di acqua piena di caffè in polvere e terriccio. Entrambi iniziamo a sentire una nausea spaventosa ma ci distraiamo chiacchierando con due amici che ci facevano da tripsitter (erano entrambi totalmente inesperti ma ci bastava anche solo un occhio lucido di sorveglianza). Dopo un'oretta ci allontaniamo nel giardino dietro casa mia (nella campagna Sarda) e ci sediamo ad osservare la macchia mediterranea. L'effetto inizia a salire violentemente. Io ho allucinazioni visive fortissime, la natura palpita e si muove. Le mia mani cambiano forme e vedo esseri scorrerci dentro. Un nostro amico ci chiede come va e il suo volto si riempe di peluria. Tenere gli occhi aperti è fastidiosissimo ma chiuderli mi spara in un'altra dimesione che all'inzio mi spaventa un po'. L'inizio mi ha un po' disorientato e inquietato. E' molto intenso. <br/>
In ogni caso il mio approccio è: qualunque cosa succeda, accetala. Me lo ripeto e mi decido a chiudere gli occhi definitivamente, anche perchè tenerli aperti ormai è impossibile. Ogni tanto li riaprirò giusto per tenermi in contatto con la "realtà" (se così la si può chiamare sotto DMT).
Con gli occhi chiusi il mio corpo sparisce e vengo sparato in un'altra dimensione dove mi appaiono entità colorate, immagini dorate e altre figure tipicamente psichedeliche. Piano piano inizio a sentire come un'entità (quella che qualcuno chiama la Madre suppongo) che mi "parla", ma certo non ci sono parole, e mi guida in un viaggio introspettivo dove esploro la mia emotività senza filtrarla con la logica o il ragionamento. Io faccio molto domande e sono ben disposto ad analizzare tutto e rifletterci sopra, ma non è certo tramite il ragionamento classico che sento e interagisco. Apro delle scatole luminose e colorate che racchiudono ciò che sento e provo per i miei cari e per me stesso. Il tutto mi commuove e provo un senso di beatitudine profondissimo. Piango di gioia e ripeto continuamente "grazie". Faccio fatica a ricordare quello che ho visto nell'oretta di introspezione, ricordo solo questo senso di estrema gratitudine, benessere e dei lunghissimi sospiri che mi alleggeriscono tantissimo lo "spirito". Il mio compagno psiconauta ha avuto esperienze similissime, nonostante lui tenesse gli occhi aperti. Ci tengo a sottolineare che durante tutto il viaggio ero estremamente lucido, la consapevolezza di me non era affatto alterata (come succede ad esempio con l'alcool).

Dopo questa fase introspettiva ci siamo alzati e abbiamo camminato nella macchia mediterranea, fino a sederci in una piccola radura circondata da cespugli. Io interpretavo la natura come una sorta di specchio degli stati emotivi che costituivano la mia relazione con questo mio amico, con cui ripeto ho un legame profondissimo. Le zone d'ombra dei cespugli erano le nostre paure, il sole e la radura erano la nostra guida. Ci sediamo uno di fronte all'altro e parliamo di ciò che pensiamo e sentiamo. Le parole sembrano superflue. Io mi vedo connesso con lui su un altro piano dell'esistenza, mi sembra di vederci seduti su una gigantesca prateria ad osservare il cielo. Tenere gli occhi chiusi, anche in questa situazione, mi sembra più efficace per comprendere la realtà e comunicare, nonostante le allucinazioni siano finite.
La farò breve perchè non voglio annoiare. Io e lui abbiamo parlato sussurando per un'oretta, abbiamo realizzato l'importanza della gentilezza e dell'inclusività, abbiamo sentito fortissima la serenità e la calma che possiamo trasmettere agli altri. In generale il senso del tutto è quanto sia tossica la società in quasi ogni sua sfumatura, quanto ci abbia avvelenato rendedoci nevrotici e aggressivi e quanto la calma e la gentilezza siano armi potenti per aiutare chi ci sta intorno. La connessione con la natura intorno era TOTALE, zanzare e tafani ci hanno punto e noi li osservavamo con gioia nel loro operare, strappare un filo d'erba era doloroso.
I giorni seguenti ho sempre percepito un senso di serenità e pienezza che è andato sempre più scemando. In una settimana sono tornato alla normalità, in metafora: ora se vedo una zanzara la schiaccio senza indugio (purtroppo!). In ogni caso non ho dimenticato la lezione e sto cercando di essere più calmo e sereno con tutti. Missione ardua vista la profonda conflittualità che percepisco in ogni rapporto umano.
Non abbiamo avuto alcun postumo spiacevole, solo un senso di stanchezza dopo circa 3 ore di viaggio. Inoltre, non abbiamo vomitato durante l'esperienza.

Grazie per la lettura!
Ultima modifica di Murphy il gio ago 15, 2019 9:07 pm, modificato 1 volta in totale.


Biancaneve

Re: Ayahuasca: procedura (caapi e mimosa) ed esperienza

Messaggio da Biancaneve » gio ago 15, 2019 12:09 pm

Bello!
Beato te che non vomiti!

Non ho capito bene le dosi:
- 30 mimosa
- 100 caapi?

E avete bevuto solo metà?

Murphy
Messaggi: 5
Iscritto il: gio ago 15, 2019 10:26 am

Re: Ayahuasca: procedura (caapi e mimosa) ed esperienza

Messaggio da Murphy » gio ago 15, 2019 9:06 pm

Grazie!

Si esatto abbiamo usato tutto ma alla fine ne abbiamo bevuto solo metà...Eravamo consapevoli che 30 grammi di mimosa fossero troppi ma per questioni di spedizione era conveniente prenderli. Abbiamo comunque pensato che fossero utili di scorta, nel caso le prime bevute andassero male.

DeSistEma
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Iscritto il: dom ago 18, 2019 5:44 pm

Re: Ayahuasca: procedura (caapi e mimosa) ed esperienza

Messaggio da DeSistEma » dom ago 18, 2019 5:55 pm

Ho bevuto Ayahuasca. Sono appena tornato da un viaggio con Murphy e ci siamo cucinati l’infuso magico da noi. Prima di assumerla le mie aspettative in questione erano totalmente deviate rispetto a ciò che si è poi rivelata essere. Leggendo le esperienze altrui sui vari blog, la sensazione dominante che avevo era quella di un sogno lucido in cui l’agency del protagonista veniva proiettata e quasi appiattita su uno schermo, dando l’illusione di essere come dentro ad un film in cui si veniva messi di fronte a emozioni recondite, traumi, costruzioni identitarie. In parte è così, ma la dimensione spaziale tipica dei sogni (simil “realtà” di tutti i giorni) viene completamente a mancare. Altro punto di contrasto con le esperienze lette finora è stato il grado di beatitudine e di pace cosmica provato quando l’effetto era nel pieno del suo potere. Quest’ultimo, a parer mio, è il fine ultimo dello spurgamento emozionale dell’ayahuasca. L’abbandono del corpo e il viaggio all’interno della propria emotività sono stati per me la riprova di ciò che avevo razionalmente concepito negli ultimi mesi della mia vita, senza mai tuttavia raggiungere il grado di consapevolezza e pienezza provato grazie alla dmt. Il rapporto con gli altri era diventato da tempo punto cardine delle mie riflessioni, giungendo alla convinzione che se c’è un valore (per quanto estremamente relativo) da dare alle nostre vite, questo va ricercato nella sintesi a cui siamo giunti con le persone che abbiamo intorno, che sì sono inferno ma allo stesso tempo rappresentano la nostra esteriorità e la tela su cui la nostra individualità getta colore.

Abbiamo bevuto l’infuso alle 17. Nell’immediato non ho provato nulla se non un leggero fastidio per il gusto di polvere e terra del composto e disidratazione completa della bocca e del palato. Dopo circa una ventina di minuti passati a chiacchierare con Murphy e i nostri due tripsitter ho iniziato ad avvertire un forte senso di nausea che, a tratti sporadici, mi avrebbe accompagnato per le prime ore del mio viaggio. Dopo quaranta minuti dall’assunzione la percezione dei colori intorno a me iniziava a diventare molto intensa, era come se tutto fosse stato pitturato con colori estremamente caldi, arancione e rosso facevano da padroni del salotto dove eravamo amabilmente seduti a parlare e, chiedendo conferma ai tripsitter, ero abbastanza certo che si trattasse di una prima, leggera alterazione visiva. Diventavo sempre più lento e i colori sempre più caldi si mischiavano tra di loro. Scambiando due parole con Murphy mi ero reso conto che lui non avvertiva ancora il grado di alterazione a cui io ero arrivato. Esattamente in questo momento due vicini di casa di Murphy sono venuti a farci visita (ragazzi della nostra età a cui avevamo spiegato le nostre intenzioni e che il mio amico conosce da tanto tanto tempo) e istintivamente ho iniziato a provare un leggero senso di disagio, essendo la prima volta che li incontravo. Essere fatti di ayahuasca è bellissimo. Essere fatti di ayahuasca per la prima volta in mezzo a gente che hai appena incontrato, in un salotto di sette metri quadrati con tutti che parlano... un po’ meno. Andare a rilassarmi in solitudine nella camera da letto sembrava l’opzione migliore. La nausea era forte ma il richiamo della natura di più. Appena distesomi qualche minuto sul letto mi ero reso conto della fortissima luce del sole che illuminava il giardino di Murphy sul didietro della casa, ho aperto la porta a scuri e tutto il disagio, le cattive aspettative si sono volatilizzate nella salubre aria della macchia mediterranea. Sedutomi per terra, ho iniziato a fare meditazione, pratica che svolgo più o meno regolarmente da mesi a questa parte, talvolta anche con l’ausilio di gente esperta. Appena chiusi gli occhi sono stato lanciato in una dimensione di frattali, che cambiavano colore non appena aprivo e richiudevo. Murphy era uscito a controllare le mie condizioni e iniziava ad essere anche lui alterato. Prese due sedie, ci siamo seduti in mezzo al suo giardino. Occhi chiusi, occhi aperti, occhi chiusi, occhi aperti. Le mie sessioni erano molto variegate e le sensazioni, i colori, le parole che provavo anche. Il grado di benessere provato sotto aya credo di poterlo per ora paragonare solamente ad un bel rapporto sessuale, per quanto il tuo corpo ti sia totalmente estraneo e il tipo di piacere che provi ha a che fare più con le tue corde emotive che con aspetti carnali. Tutto nella mia testa era completo, dovevo essere lì in quella condizione da tempo e finalmente ho provato olismo completo con la natura. Eliminare qualsiasi forma di gerarchia sociale era un vaglio che aspettavo di interiorizzare da tempo. Se la teoria era ben salda nella mia testa, grazie all’esperienza dell’ayahuasca ho potuto assaporarne la praticità, che sto cercando di portare avanti quotidianamente, per quanto consapevole dei miei limiti. I frattali più nitidi li ho avuti ad occhi aperti, fissando il cielo. L’azzurro pastello faceva da sfondo a figure triangolari caleidoscopiche che si univano tutte in un centro, dove mi aspettava un felino paffuto dalla lunga coda, pelo soffice e occhi bianchi (se l'avessi letto io avrei creduto fosse una stronzata ma vi chiedo di credermi per quanto potete). Chiudendo gli occhi viaggiavo accompagnato da una Guida che non comunicava a parole ma a sentimenti, non sono mai stato ostile nei suoi confronti e ogni emozione che mi tirava fuori la associavo ad una immagine, talvolta ad un mantra che mi ripetevo in testa. “Vorrei stare con gli altri come sto in famiglia da me”. “Stai affrontando quel rapporto in maniera genuina?”. La Guida non mi dava risposte, mi faceva domande a cui io potevo decidere se rispondere o meno. La pace provata in quelle ore era immensa. Ci siamo incamminati in un boschetto che Murphy ha dietro casa e abbiamo sussurrato la conclusione del nostro viaggio. La natura era tutto, accarezzavo la terra e allo stesso tempo la ringraziavo e le chiedevo scusa per come ci stiamo comportando con lei. Che ci da tutto. Ragionavamo su quanto siamo soliti incattivirci su cose di poco conto, quanto siamo egoisti nel rapporto con gli altri, quanto fatichiamo ad aprirci e quanto tutto sarebbe migliore se apprendessimo l’arte del dono e del sacrificio. Senza secondi fini, per il gusto di farlo, amare e sentirsi amati senza una vera ragione.
Siate gentili e curate la terra.
Bevete Ayahuasca.

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