Due esperienze LSD

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Inìgo
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Due esperienze LSD

Messaggio da Inìgo » mer set 04, 2019 3:21 pm

Reportage di due esperienze con LSD (non ho usato kit per testarlo ma son quasi certo lo fosse) avvenute a circa due
settimane l'una dall'altra. Entrambe le volte ho assunto 120ug di sostanza.
La persona che mi ha fornito l'acido, assicurandomi fosse vero LSD ("cristallo californiano" qualsiasi cosa voglia dire)
ha versato due gocce direttamente dal flacone su due pezzi di scatola di scarpe per fare dei blotter di fortuna. Ogni
goccia a suo dire conteneva appunto 120ug di acido.

La prima volta sono con un amico lungo il fiume, dopo circa un'ora di bicicletta abbiamo trovato un posto perfetto dove
stenderci e fare il bagno e verso le 15:00 del pomeriggio assumo il cartoncino. E' inodore e insapore, è un pezzo di
carta qualsiasi e mi chiedo se non si sia deteriorato nel tempo che l'ho tenuto a casa o addirittura mi sia stata venduta
una sola. Lo tengo un pò in bocca e poi lo deglutisco, intando bevo una birra che ci eravamo portati da casa. Passa il
tempo e non sento nulla, verso le 16:00 noto come il mio "guardare" sia diverso, fisso le cose più a lungo come se i
miei occhi cercassero di vedere qualcosa oltre la semplice immagine. E' una sensazione lievissima, quasi placebo.
Mi incammino da solo risalendo il fiume, ne guado un pezzo contro corrente e mi perdo ad osservare le libellule che
bevono nelle pozzanghere a lato del corso d'acqua principale. Mentre ritorno accade qualcosa di inaspettato: scorgo una
figura di animale in lontananza, che uscita dai cespugli si avvicina all'acqua. Inizialmente penso sia un cane, poi
avvicinandomi lentamente capisco si tratti di una specie di cervo, forse un daino, che appena sono troppo vicino fugge
lasciandomi letteralmente il cuore in gola.
Tornato dal mio amico non riesco a fare a meno di ridere istericamente, penso a quanto debba suonare assurdo il mio
racconto, sopratutto per il fatto che sono in acido, e che nessuno mi crederà mai veramente. Mentre rido i colori della
spiaggia cambiano, si tingono di una tonalità rossa, verde, per poi tornare quelli di prima. Capisco che finalmente la
sostanza sta iniziando ad agire.
Passo il resto del pomeriggio con il mio amico, parliamo e ascoltiamo musica. Avverto un'aumento della salivazione che non
riesce a contrastare la sensazione di bocca secca. Vedo facce ovunque, tra i sassi del letto del fiume, e ogni pezzetto
di legno semi sepolto dalla sabbia cattura la mia attenzione come se fosse un reperto archeologico millenario.
Il tempo sembra sospeso.
Noto come sia le birre che il parlare con il mio amico diminuiscano in qualche modo l'effetto psichedelico, che si
rinvigorisce quando sono solo e posso lasciare la mente libera di vagare.
Sento in quelle poche ore pesare sulle mie spalle l'intero fardello della mia esistenza e provo una pena infinita per me
stesso e per tutti gli esseri umani. Faccio molti pensieri malinconici, ma allo stesso tempo mi costringo a reagire,
spronato dalla bellezza del tutto intorno a me.
Verso le 20:00 prendiamo le bici e torniamo, il trip va e viene, ma la sensazione costante è quella dell'essere piccoli,
microscopici, davanti a qualcosa di enorme. Passiamo attraverso le strade deserte di vari paesini, paesini morti, con solo
qualche anziano seduto al bar ad aspettare. Uno sta piangendo.
Sento in me una tensione, lo scorrere della Vita che sta in tutti noi, che ci possiede ma che di noi non si cura e quando
sarà il momento ci getterà via. Allo stesso tempo rimango a bocca aperta davanti ai muri delle vecchie case bagnati dal
tramonto, alle madonne incastonate negli ingressi, ormai prive di qualsiasi significato, all'odore dei campi in cui
si fanno strada le ombre della notte. Sono felice di essere vivo e di poter assistere a tutto ciò.
Arriviamo a casa per le 21:00, gli effetti sono quasi del tutto scomparsi tranne una vaga malinconia che mi accompagnerà
anche il giorno dopo.

Seconda esperienza, stavolta assumo il cartoncino alle 20:00 tenendolo in bocca per una buona mezz'ora finchè non si
scioglie completamente e lo deglutisco. Sono solo. Mentre aspetto la salita vado in bici in un grande parco in campagna
e rifletto su vari argomenti che mi stavano particolarmente a cuore, iniziando il lavoro di introspezione che poi avrebbe
continuato l'acido. Il tempo passa e non sento nessun effetto particolare, e come la volta precedente inizio a pensare si
sia in qualche modo deteriorato, forse a causa del caldo. Verso le 21:30 raggiungo i miei amici in paese, nel parchetto di
fiducia, e incominciamo a parlare di svariati argomenti. Sento la mente particolarmente lucida e attiva, ma niente di più.
Fumo una canna di hashish e continuiamo la serata, sento crescere progressivamente una "fattanza" non ben definita, diversa
da quella del fumo. Noto di riuscire a cogliere in poche parole il senso di discorsi particolarmente complessi, discutiamo
del rapporto tra uomo e animali, stili di dieta e industria della carne. Guardando in faccia le persone mi accorgo del
cambiamento dello sfondo dietro di loro, appaiono case dove c'erano alberi e viceversa.
Verso mezzanotte se ne vanno tutti tranne uno, e rimango solo con lui. Allora decido di fumare una canna di erba che mi
ero portato, consapevole che avrebbe dato una svolta al tutto. Non mi sbagliavo.
Da questo momento in poi le visuals si fanno davvero molto intense e interessanti. Oltre la pareidolia che avevo già
sperimentato la prima volta (volti umani letteralmente ovunque) inizio a percepire delle prospettive assurde, normalmente
inconcepibili, una sorta di quarta dimensione che distorce gli oggetti replicandoli all'infinito in una sorta di loop
(molto simile al deep dream, se qualcuno ha presente di cosa parlo).
Guardando il cielo vari frattali invadono il mio campo visivo, e fissando l'ombra delle mie ciglia in contro luce scorgo
una figura umana all'interno dell'occhio. Osservo l'interno di un buco nel legno dell'altalena e scopro un gioco di luci
incredibile, una sorta di caleidoscopio impossibile generato dalla luce dei lampioni distorta da questa nuova prospettiva.
Provo a spiegare queste visioni al mio amico, ma ovviamente con poco successo.
Torno a casa verso le 03:00, e consapevole di condannarmi ad una notte insonne fumo l'ultima cannetta della giornata. Mi
perdo a fantasticare seduto sul letto, ogni immagine mentale ha una potenza inimagginabile, quasi reale.
Alla fine vinto dalla stanchezza spengo le luci e mi metto a letto provando a dormire, e da qui le cose si fanno veramente
strane. Visualizzo ogni pensiero come se fossi al cinema, e complice lo stato mentale assolutamente suggestionabile vengo
preso da un loop disgustoso e a tratti inquietante. Decido di non contrastarlo e lascio la mente libera di vagare. Ho due
visioni.
La prima credo fosse una sorta di rivisitazione della sessualità, una parodia dell'accoppiamento ma il desiderio e la
libido erano sostituite dal disgusto e dall'orrido. Un'unico enorme essere (vagamente simile alle divinità di lovecraft)
scopava se stesso, arti umani e animali penetravano ritmicamente sfinteri che mano a mano si aprivano nella carne. Le
caratteristiche di questa figura cambiavano costantemente ma rimaneva la costante della penetrazione e l'angoscioso
disgusto che mi provocava.
Le visioni poi cambiano tema, dirottandosi sulla paura. La sensazione era quella che il mio cervello cercasse di generare
l'immagine più disturbante che potessi concepire, e da bravo psiconauta non ho distolto lo sguardo addentrandomi sempre
più nella tana del bianconiglio. Figure umane che si squagliavano, deformate, si perdevano in una massa indistinta, nel
non-essere. Era una forma di paura ancestrale, che addensava in sè i miei terrori più irrazionali e istintivi. Anche
stavolta le figure erano in continuo mutamento, ma la scomparsa della forma umana nell'indistinto (la de-umanizzazione)
rimaneva costante.
Gradualmente mi calmo, le visioni cambiano ancora. Vedo scorci e panorami della terra prima dell'uomo, prima della vita
stessa, vedo il sole sorgere e tramontare milioni di volte su un pianeta desolato ma bellissimo. E poi templi, civiltà
inconcepibilmente antiche, e mi sembra di percepire tutta quell'enormità di tempo come fosse qualcosa di fisico, di
tangibile. Gradualmente mi addormento verso le 6 del mattino.
Il giorno dopo sono stanco ma molto ispirato, rifletto molto e per certi versi mi sembra di essere ancora nel trip.


Sem
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Re: Due esperienze LSD

Messaggio da Sem » dom set 08, 2019 12:24 pm

Bei racconti! Ho letto con interesse ed ho apprezzato il tuo approccio per cui non hai tentato di fuggire dai loop e dalle visioni sgradevoli ma sei andato in fondo alla questione.
Sdraiati al buio ad occhi chiuso il trip prende davvero delle pieghe assurde, simboliche, onriche, boh... Una volta nella fase finale di un trip provai a dormire ormai stremato ma mi ritrovai a vagar per le stanze della mente.
Il prossimo viaggio vorrei provare a farlo interamente a letto e al buio.
Finchè giudichi non sarai mai libero

"La verità era uno specchio che cadendo dal cielo si ruppe.
Ciascuno ne prese un pezzo e vedendo riflessa in esso la propria immagine,
credette di possedere l'intera verità."
Mevlana Rumi, Sec. XIII

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Asanas1221
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Re: Due esperienze LSD

Messaggio da Asanas1221 » lun nov 11, 2019 9:48 pm

Dopo aver letto love craft ho capito da dove nasceva la tua profondità
Comunque complimenti per non aver distolto lo sguardo o aver urlato per il bad trip 😉

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