Prima esperienza psilocibina. Terribile, importante
Inviato: mar feb 25, 2020 6:25 pm
Mi sono avvicinato alla psilocibina con un intento preciso e relativamente definito, guadagnare tramite l'estrema introspezione data dello stato allucinogeno maggiore consapevolezza in intenti e azioni come frutto dell'esperienza. Ho studiato, letto, curiosato per quasi un anno, divorato informazioni di tutti i tipi, dalle esperienze di psiconauti avvezzi alle ultimissime ricerche in materia, sempre rapito da fortissima curiosità, e allo stesso tempo intimorito dai potenziali effetti negativi, se non addirittura dai danni, che avrei potuto riportare da una simile esperienza. Sono tra i soggetti che, stando alle poche ricerche disponibili, non dovrebbe approcciarsi alla psilocibina con leggerezza, il mio cervello "gira" in maniera diversa rispetto a molti altri, ho un parente stretto affetto da schizzofrenia, e pur essendo funzionale, sono affetto da quelli che sono considerati disordini umorali piuttosto consistenti. Ciononostante ..
Ho preparato circa 2.8 grammi di golden teacher essiccati; la tentazione d'ingerirne molti di più per avere un esperienza realmente significativa era forte, ma altrettanto il timore; digiuno da un giorno, luci spente, acqua e tutto ciò che potesse eventualmente tornare utile a portata di mano, bagno accessibile e sicuro, specchi coperti, musica classica nelle cuffie e mascherina per coprire gli occhi. I funghi hanno cominciato a fare effetto circa 30-40 minuti dopo. Steso sul divano, un senso di pressione, costante, crescente, mi ha avviluppato, i pensieri si accavallavano e contorcevano tra loro, confusi e poco chiari, la paura, presente, per fortuna era sempre accompagnata da una certa consapevolezza. Ho cominciato - o almeno ho avuto questa sensazione, ad essere preso da fortissimi tremiti, veri e propri spasmi, come se corpo e mente fossero presi da un continuo sforzo volto ad andare oltre una certa soglia, disperati nel tentativo d abbattere un limite immaginario. Lo sforzo e gli spasmi erano costanti e continui, ondate su ondate, spesso insopportabili. La musica è diventata improvvisamente d'intralcio, la sensazione di confusione costante e tangibile. La paura di perdere il controllo si affacciava di tanto in tanto, qualche attimo di terrore, subito rintuzzato da una certa consapevolezza. Ho ricordi confusi di quei momenti, probabilmente perchè c'era poco altro oltre la confusione stessa. Per un attimo, breve, ho avuto la sensazione d'affacciarmi in un universo di calore e affetto, come se fossi nel grembo di mia madre, è durato poco, ma è uno dei pochi ricordi che ho di quei momenti. Il resto è un ricordo vago di confusione e sforzi, luci, colori, sensazioni. Ho timidamente aperto gli occhi un paio di volte, controllato il tempo, un ora e mezza volata via in pochi attimi. Nel buio le luci di sottofondo, un computer acceso in lontananza, i led del sistema d'allarme, erano soffuse e avvolte come da una leggera coltre di nebbia. Ho cominciato a giocare con quelle luci, e con le ombre che proiettavano, ho chiuso e aperto gli occhi svariate volte per perdermi di nuovo nel tentativo di raggiungere verità normalmente inaccessibili, ma il senso di controllo era costante, ero oramai presente, sveglio, lucido. Ho acceso le luci, infastidito. Dove i mondi oltreuniverso, dove le meraviglie, dove la saggezza infinita, tutto qui, e tutto finito, poco e niente. Frustrato, deluso e arrabbiato ho cominciato a girare per casa, ho spento il computer nel'altra stanza - il rumore delle ventole cominciava a dare sui nervi, acceso un mezzo toscano apprezzandone gli aromi come intensificati. Ma la delusione era tanta. Mi sono recato in cucina, sbirciato l'orologio un paio di volte, i minuti non scorrevano ma saltavano. Mezzanotte e dieci, oh, ora mezzanotte e quindici. Ma pur essendo stordito, confuso e frustrato ero in pieno controllo, niente allucinazioni o visioni o altro, niente di niente. Ho intravisto la giara con il restante dei funghi essiccati. Preso dallo sconforto e dal disappunto ne ho pesato un altro grammo, e li ho ingeriti, poi un altro e poi ancora. Uscito dalla cucina, preso da nuovo sconforto sono rientrato, ingerito altro grammo e via dicendo. Più e più volte. Avevo con me un taccuino utile allo scopo di riportare le meravigliose esperienze che avrei dovuto vivere, lì ho - cercato di - appuntare le quantità nuovamente assunte. Ho assunto almeno altri 4 grammi, probabilmente sono andato oltre gli 8-10 in totale se non oltre, non ne ho idea. Sono andato in bagno, ho scoperto gli specchi. Avevo certosinamente coperto gli specchi con un asciugamano, seguendo il consiglio di chi si era perso nel proprio riflesso tra orrendi incubi, ma io ho visto solo il mio brutto muso, sempre il solito. Mezzo barcollante, ma lucido, me ne sono andato a letto, rannicchiato sotto le coperte.
Persa tra la delusione e lo sconforto, la mente ha cominciato a vagare tra i ricordi. Luoghi visitati, persone, memorie, esperienze, rimorsi. Ricordi di luoghi meravigliosi si alternavano ad esperienze terribili, la meravigliosa norvegia si alternava ai vuoti vagoni della metropolitana, notturni e sconfortanti, di ritorno dall'ospedale dov'era ricoverata mia madre un decennio addietro. Le facce hanno cominciato a perdersi e a confondersi, io ho cominciato a smarrirmi, sono davvero stato li, ho davvero fatto questo, che cosa stupida, perchè non ricordo il volto di mio padre. Mi sentivo perdere, tutto si disfaceva, nulla aveva più un senso. Credo d avere pianto più volte, non ne sono sicuro. Mi aggrappavo ai ricordi, la mia mente gridava il mio nome, quello della mia compagna e degli affetti più cari, cercando di non perderli e di non lasciarli andare, una volta, due, tre, in poco tempo centinaia di volte, un continuo rincorrersi tra ricordi e facce che sbiadivano, il disperato e struggente tentativo di restare aggrappato agli affetti importanti. Tutto si perdeva. Sono riuscito ad andare in bagno più volte, non so quante, nel buio totale gli oggetti di colore più chiaro emanavano una luce bianca e fredda, rendendo tutto visibile, i muri e le mattonelle come composti da segmenti di geometrie - nere - ordinate e sovrapposte. Alla fine, piano piano, dopo ore di travaglio, non so come, tutto si è lentamente ricomposto. Pace e la riflessione hanno lentamente riconquistato spazio, i ricordi benchè confusi hanno cominciato a ricomporsi, un senso di velata e rinnovata chiarezza si è affacciato. Mi sono perso per un paio d'ore in riflessioni e considerazioni, nuove priorità sono emerse, nuove esigenze di cambiamento, più chiare, più definite, i ricordi e gli sbagli sempre presenti, sempre dolorosi, ma non più zavorra.
Credo d'avere vissuto quello che si definisce un bad trip, e ne sono soddisfatto, non mi sono proiettato oltreverso ma sono precipitato in un introspezione profonda, era quello di cui probabilmente avevo bisogno, un confronto con l'ego, la memoria, i rimorsi, i ricordi, gli amori importanti.
Lo rifarei ? Lo rifarò sicuramente, ma non a breve, la priorità ora è non lasciare che l'esperienza si perda nelle abitudini quotidiane.
Vi prego, se vi affacciate per la prima volta a questo tipo d'esperienza, non prendete esempio da me, siate cauti. Io sono stato fortunato, mi sono smarrito nel confronto con l'ego e nella memoria, ma non mi sono mai perso totalmente, ho intravisto il ciglio del burrone, mi ci sono affacciato, non ho idea di cosa sarebbe successo se mi ci fossi caduto, nulla di piacevole probabilmente.
Buone esperienze a tutti.
Ho preparato circa 2.8 grammi di golden teacher essiccati; la tentazione d'ingerirne molti di più per avere un esperienza realmente significativa era forte, ma altrettanto il timore; digiuno da un giorno, luci spente, acqua e tutto ciò che potesse eventualmente tornare utile a portata di mano, bagno accessibile e sicuro, specchi coperti, musica classica nelle cuffie e mascherina per coprire gli occhi. I funghi hanno cominciato a fare effetto circa 30-40 minuti dopo. Steso sul divano, un senso di pressione, costante, crescente, mi ha avviluppato, i pensieri si accavallavano e contorcevano tra loro, confusi e poco chiari, la paura, presente, per fortuna era sempre accompagnata da una certa consapevolezza. Ho cominciato - o almeno ho avuto questa sensazione, ad essere preso da fortissimi tremiti, veri e propri spasmi, come se corpo e mente fossero presi da un continuo sforzo volto ad andare oltre una certa soglia, disperati nel tentativo d abbattere un limite immaginario. Lo sforzo e gli spasmi erano costanti e continui, ondate su ondate, spesso insopportabili. La musica è diventata improvvisamente d'intralcio, la sensazione di confusione costante e tangibile. La paura di perdere il controllo si affacciava di tanto in tanto, qualche attimo di terrore, subito rintuzzato da una certa consapevolezza. Ho ricordi confusi di quei momenti, probabilmente perchè c'era poco altro oltre la confusione stessa. Per un attimo, breve, ho avuto la sensazione d'affacciarmi in un universo di calore e affetto, come se fossi nel grembo di mia madre, è durato poco, ma è uno dei pochi ricordi che ho di quei momenti. Il resto è un ricordo vago di confusione e sforzi, luci, colori, sensazioni. Ho timidamente aperto gli occhi un paio di volte, controllato il tempo, un ora e mezza volata via in pochi attimi. Nel buio le luci di sottofondo, un computer acceso in lontananza, i led del sistema d'allarme, erano soffuse e avvolte come da una leggera coltre di nebbia. Ho cominciato a giocare con quelle luci, e con le ombre che proiettavano, ho chiuso e aperto gli occhi svariate volte per perdermi di nuovo nel tentativo di raggiungere verità normalmente inaccessibili, ma il senso di controllo era costante, ero oramai presente, sveglio, lucido. Ho acceso le luci, infastidito. Dove i mondi oltreuniverso, dove le meraviglie, dove la saggezza infinita, tutto qui, e tutto finito, poco e niente. Frustrato, deluso e arrabbiato ho cominciato a girare per casa, ho spento il computer nel'altra stanza - il rumore delle ventole cominciava a dare sui nervi, acceso un mezzo toscano apprezzandone gli aromi come intensificati. Ma la delusione era tanta. Mi sono recato in cucina, sbirciato l'orologio un paio di volte, i minuti non scorrevano ma saltavano. Mezzanotte e dieci, oh, ora mezzanotte e quindici. Ma pur essendo stordito, confuso e frustrato ero in pieno controllo, niente allucinazioni o visioni o altro, niente di niente. Ho intravisto la giara con il restante dei funghi essiccati. Preso dallo sconforto e dal disappunto ne ho pesato un altro grammo, e li ho ingeriti, poi un altro e poi ancora. Uscito dalla cucina, preso da nuovo sconforto sono rientrato, ingerito altro grammo e via dicendo. Più e più volte. Avevo con me un taccuino utile allo scopo di riportare le meravigliose esperienze che avrei dovuto vivere, lì ho - cercato di - appuntare le quantità nuovamente assunte. Ho assunto almeno altri 4 grammi, probabilmente sono andato oltre gli 8-10 in totale se non oltre, non ne ho idea. Sono andato in bagno, ho scoperto gli specchi. Avevo certosinamente coperto gli specchi con un asciugamano, seguendo il consiglio di chi si era perso nel proprio riflesso tra orrendi incubi, ma io ho visto solo il mio brutto muso, sempre il solito. Mezzo barcollante, ma lucido, me ne sono andato a letto, rannicchiato sotto le coperte.
Persa tra la delusione e lo sconforto, la mente ha cominciato a vagare tra i ricordi. Luoghi visitati, persone, memorie, esperienze, rimorsi. Ricordi di luoghi meravigliosi si alternavano ad esperienze terribili, la meravigliosa norvegia si alternava ai vuoti vagoni della metropolitana, notturni e sconfortanti, di ritorno dall'ospedale dov'era ricoverata mia madre un decennio addietro. Le facce hanno cominciato a perdersi e a confondersi, io ho cominciato a smarrirmi, sono davvero stato li, ho davvero fatto questo, che cosa stupida, perchè non ricordo il volto di mio padre. Mi sentivo perdere, tutto si disfaceva, nulla aveva più un senso. Credo d avere pianto più volte, non ne sono sicuro. Mi aggrappavo ai ricordi, la mia mente gridava il mio nome, quello della mia compagna e degli affetti più cari, cercando di non perderli e di non lasciarli andare, una volta, due, tre, in poco tempo centinaia di volte, un continuo rincorrersi tra ricordi e facce che sbiadivano, il disperato e struggente tentativo di restare aggrappato agli affetti importanti. Tutto si perdeva. Sono riuscito ad andare in bagno più volte, non so quante, nel buio totale gli oggetti di colore più chiaro emanavano una luce bianca e fredda, rendendo tutto visibile, i muri e le mattonelle come composti da segmenti di geometrie - nere - ordinate e sovrapposte. Alla fine, piano piano, dopo ore di travaglio, non so come, tutto si è lentamente ricomposto. Pace e la riflessione hanno lentamente riconquistato spazio, i ricordi benchè confusi hanno cominciato a ricomporsi, un senso di velata e rinnovata chiarezza si è affacciato. Mi sono perso per un paio d'ore in riflessioni e considerazioni, nuove priorità sono emerse, nuove esigenze di cambiamento, più chiare, più definite, i ricordi e gli sbagli sempre presenti, sempre dolorosi, ma non più zavorra.
Credo d'avere vissuto quello che si definisce un bad trip, e ne sono soddisfatto, non mi sono proiettato oltreverso ma sono precipitato in un introspezione profonda, era quello di cui probabilmente avevo bisogno, un confronto con l'ego, la memoria, i rimorsi, i ricordi, gli amori importanti.
Lo rifarei ? Lo rifarò sicuramente, ma non a breve, la priorità ora è non lasciare che l'esperienza si perda nelle abitudini quotidiane.
Vi prego, se vi affacciate per la prima volta a questo tipo d'esperienza, non prendete esempio da me, siate cauti. Io sono stato fortunato, mi sono smarrito nel confronto con l'ego e nella memoria, ma non mi sono mai perso totalmente, ho intravisto il ciglio del burrone, mi ci sono affacciato, non ho idea di cosa sarebbe successo se mi ci fossi caduto, nulla di piacevole probabilmente.
Buone esperienze a tutti.