20 grammi GT: mia madre
Inviato: ven apr 19, 2024 6:02 pm
Assumo 20.38 g di Cubensis secchi, verso le 6 del pomeriggio, come al solito a digiuno. Lascio il report in forma di flusso di coscienza.
Primi cenni, sonnolenza, pressioni alla testa, qualcosa che si manifesta dietro le palpebre, colori, iniziano le distorsioni visive, ondate sempre più forti, abbastanza nitide visioni ad occhi chiusi, guardo gli alberi fuori dalla finestra e sono bellissimi, si muovono (mi salutano?), l'odore nell'aria è squisito come se fosse di pane appena sfornato, ma non proprio, forse è solo nella mia testa, mi commuovo vivendo questa scena, penso che vorrei davvero fare un viaggio in natura, ho alcune realizzazioni, penso all'arte e alla sua oggettività, credo che venga da queste esperienze ma non necessariamente tramite sostanze, piango a lungo per la sofferenza di mia madre, vorrei fare qualcosa per lei, vorrei prendere un po' del suo dolore, penso che affronto gli psichedelici con durezza come affronto il resto della mia vita, sento il bisogno di vocalizzare, provo quella che percepisco come, in mancanza di altri termini, estasi religiosa, vedo simboli (sacri?), un'entità sfuggente per pochi attimi, penso che se fossi più inclinato al misticismo mi sentirei al cospetto di "dio", vedo i soliti simboli di quasi ogni altro trip, ad occhi aperti il mondo si sta sciogliendo come mai mi era successo prima, le ondate diventano insopportabili, sono ondate che durano pochi minuti dove "sparisco" e mi sento comprimere l'anima, il tessuto della realtà comincia a rompersi, non so più a cosa credere, non so più cosa è vero e cosa no, sento il bisogno di un appiglio ma non lo trovo, mi convinco che sto morendo semplicemente perché niente che conosco è simile a tutto questo, trovo l'unico appiglio nel fatto che sto ancora respirando e nel tempo che, spero, stia ancora scorrendo, cerco di guardare qualche foto che mi dà sicurezza, con scarsi risultati, il tempo sembra essersi fermato, utilizzo stratagemmi per convincermi che non sono pazzo, scrivo l'orario su un foglio di carta ogni volta che torno in me, passano pochi minuti da una scritta all'altra, ma per me invece è l'eternità, penso che potrei finire il foglio e poi continuare sul muro, per sempre, ho visioni della cella di NOF4, la cosa mi terrorizza, scrivo messaggi sul foglio, messaggi tipo "va tutto bene" o "ci siamo già passati" ma mi accorgo che non posso davvero crederci, niente ha più senso, disegno faccine :) così da guardarle e rassicurarmi ogni volta che torno, ma mi escono diaboliche, potrebbe essere così che si muore penso, alla fine una volta deve pur essere quella buona e nessuno ha idea di cosa possa accadere, penso di chiamare qualcuno (sì ero solo), con tutte le spiacevoli conseguenze della cosa, avrei dato qualunque cosa per poter stringere la mano di qualcuno, con estremo sforzo evito, le ondate finalmente finiscono e resto in uno stato altamente delirante dove perdo in buona parte le capacità motorie, faccio e dico cose, e assumo posizioni senza senso, rischio di farmi male o di rompere qualcosa, precipito in uno stato psicotico nel quale ormai sono convinto che rimarrò per sempre (la cosa allucinante è che sono ben conscio di aver assunto funghi e che questo è il loro effetto, ma non serve a niente), metto in dubbio la vita stessa, credo di essere in una "simulazione" dove tutti gli altri sono NPC, i miei schemi mentali si sgretolano, la realtà è rotta e temo "questa volta" definitivamente, mi trovo davanti due scelte: finire in un pozzo di follia senza fondo combattendo fino alla morte, oppure lasciarmi andare, scopro che la stessa forza negativa che mi stava torturando la posso assecondare, così faccio, realizzo che non ho più paura di niente, provo un estremo sollievo, scopro che posso fare qualunque cosa, che non ha senso preoccuparmi per tutto, la vita (di tutti?) è qui davanti ai miei occhi, è come se fosse uno spazio navigabile ad N dimensioni, dove ogni punto è un luogo, un tempo e una persona, è come se fosse già stata scritta e io posso solo navigarla, posso decidere cosa vivere, capisco il bene e il male, capisco la frivolezza della vita, sento che adesso me la sono guadagnata, il cerchio si è chiuso in un certo senso, è come il viaggio di Ulisse, capisco le persone che da un giorno a un altro fanno qualcosa di sconsiderato, come mollare tutto e scappare India, che la società giudica fin troppo velocemente, con "sì vabé ha perso il cervello", poi anche tutto questo scema ma sto ancora delirando, rischio di fare cazzate scrivendo a C. (le ho detto che la amo, come amica) e chiamando G. (ho farfugliato cose senza senso per minuti, mischiando le due persone, che in un certo momento sono diventate una cosa sola, una parte di me era convinta che non stava davvero succedendo, mi sono visto come in un film, come se tutto fosse un sogno, la trama era che io ero paralizzato, intrappolato, paraplegico, o qualcosa del genere, ma il mio avatar (con le sembianze di quello che sono nella realtà) attraverso non so quale tecnologia, interagiva con gli altri che ignoravano la mia vera condizione, poi anche questo passa, mi alzo dal letto, i moscerini che di solito vogliono entrare in casa e che uccido senza pietà, adesso me li trovo intorno, sento una strana connessione con loro, in particolare con uno di loro che si posa vicino a me sul lavandino, prendo una sedia per mettermi alla sua altezza e osservarlo, è bellissimo a modo suo, ne apprezzo ogni minimo movimento, decido che non li ucciderò mai più, realizzo che mi stanno comunicando qualcosa, che mia madre è morta, gli dico "è morta vero?", mi sento come nel film "Beau is afraid", tutto era andato al suo posto, tutto tornava, ma chiamo mia madre e sta bene, passo lunghi minuti a piangere inconsolabilmente ascoltando una canzone di Battisti che mi aveva mandato C. (La collina dei ciliegi), ma voglio andare da mia madre, non potrei mai perdonarmelo se dopo un'esperienza del genere le succedesse qualcosa, non posso guidare quindi mi faccio venire a prendere da mio padre, i miei sanno dei miei viaggi, anzi questa cosa, benché da una parte li spaventi a morte, ha contribuito a ravvicinarci, parliamo tutti insieme fino a tarda notte, gli racconto cosa ho visto, un po' si spaventano, un po' capiscono, e io mi sento un'altra persona, una persona migliore.
Primi cenni, sonnolenza, pressioni alla testa, qualcosa che si manifesta dietro le palpebre, colori, iniziano le distorsioni visive, ondate sempre più forti, abbastanza nitide visioni ad occhi chiusi, guardo gli alberi fuori dalla finestra e sono bellissimi, si muovono (mi salutano?), l'odore nell'aria è squisito come se fosse di pane appena sfornato, ma non proprio, forse è solo nella mia testa, mi commuovo vivendo questa scena, penso che vorrei davvero fare un viaggio in natura, ho alcune realizzazioni, penso all'arte e alla sua oggettività, credo che venga da queste esperienze ma non necessariamente tramite sostanze, piango a lungo per la sofferenza di mia madre, vorrei fare qualcosa per lei, vorrei prendere un po' del suo dolore, penso che affronto gli psichedelici con durezza come affronto il resto della mia vita, sento il bisogno di vocalizzare, provo quella che percepisco come, in mancanza di altri termini, estasi religiosa, vedo simboli (sacri?), un'entità sfuggente per pochi attimi, penso che se fossi più inclinato al misticismo mi sentirei al cospetto di "dio", vedo i soliti simboli di quasi ogni altro trip, ad occhi aperti il mondo si sta sciogliendo come mai mi era successo prima, le ondate diventano insopportabili, sono ondate che durano pochi minuti dove "sparisco" e mi sento comprimere l'anima, il tessuto della realtà comincia a rompersi, non so più a cosa credere, non so più cosa è vero e cosa no, sento il bisogno di un appiglio ma non lo trovo, mi convinco che sto morendo semplicemente perché niente che conosco è simile a tutto questo, trovo l'unico appiglio nel fatto che sto ancora respirando e nel tempo che, spero, stia ancora scorrendo, cerco di guardare qualche foto che mi dà sicurezza, con scarsi risultati, il tempo sembra essersi fermato, utilizzo stratagemmi per convincermi che non sono pazzo, scrivo l'orario su un foglio di carta ogni volta che torno in me, passano pochi minuti da una scritta all'altra, ma per me invece è l'eternità, penso che potrei finire il foglio e poi continuare sul muro, per sempre, ho visioni della cella di NOF4, la cosa mi terrorizza, scrivo messaggi sul foglio, messaggi tipo "va tutto bene" o "ci siamo già passati" ma mi accorgo che non posso davvero crederci, niente ha più senso, disegno faccine :) così da guardarle e rassicurarmi ogni volta che torno, ma mi escono diaboliche, potrebbe essere così che si muore penso, alla fine una volta deve pur essere quella buona e nessuno ha idea di cosa possa accadere, penso di chiamare qualcuno (sì ero solo), con tutte le spiacevoli conseguenze della cosa, avrei dato qualunque cosa per poter stringere la mano di qualcuno, con estremo sforzo evito, le ondate finalmente finiscono e resto in uno stato altamente delirante dove perdo in buona parte le capacità motorie, faccio e dico cose, e assumo posizioni senza senso, rischio di farmi male o di rompere qualcosa, precipito in uno stato psicotico nel quale ormai sono convinto che rimarrò per sempre (la cosa allucinante è che sono ben conscio di aver assunto funghi e che questo è il loro effetto, ma non serve a niente), metto in dubbio la vita stessa, credo di essere in una "simulazione" dove tutti gli altri sono NPC, i miei schemi mentali si sgretolano, la realtà è rotta e temo "questa volta" definitivamente, mi trovo davanti due scelte: finire in un pozzo di follia senza fondo combattendo fino alla morte, oppure lasciarmi andare, scopro che la stessa forza negativa che mi stava torturando la posso assecondare, così faccio, realizzo che non ho più paura di niente, provo un estremo sollievo, scopro che posso fare qualunque cosa, che non ha senso preoccuparmi per tutto, la vita (di tutti?) è qui davanti ai miei occhi, è come se fosse uno spazio navigabile ad N dimensioni, dove ogni punto è un luogo, un tempo e una persona, è come se fosse già stata scritta e io posso solo navigarla, posso decidere cosa vivere, capisco il bene e il male, capisco la frivolezza della vita, sento che adesso me la sono guadagnata, il cerchio si è chiuso in un certo senso, è come il viaggio di Ulisse, capisco le persone che da un giorno a un altro fanno qualcosa di sconsiderato, come mollare tutto e scappare India, che la società giudica fin troppo velocemente, con "sì vabé ha perso il cervello", poi anche tutto questo scema ma sto ancora delirando, rischio di fare cazzate scrivendo a C. (le ho detto che la amo, come amica) e chiamando G. (ho farfugliato cose senza senso per minuti, mischiando le due persone, che in un certo momento sono diventate una cosa sola, una parte di me era convinta che non stava davvero succedendo, mi sono visto come in un film, come se tutto fosse un sogno, la trama era che io ero paralizzato, intrappolato, paraplegico, o qualcosa del genere, ma il mio avatar (con le sembianze di quello che sono nella realtà) attraverso non so quale tecnologia, interagiva con gli altri che ignoravano la mia vera condizione, poi anche questo passa, mi alzo dal letto, i moscerini che di solito vogliono entrare in casa e che uccido senza pietà, adesso me li trovo intorno, sento una strana connessione con loro, in particolare con uno di loro che si posa vicino a me sul lavandino, prendo una sedia per mettermi alla sua altezza e osservarlo, è bellissimo a modo suo, ne apprezzo ogni minimo movimento, decido che non li ucciderò mai più, realizzo che mi stanno comunicando qualcosa, che mia madre è morta, gli dico "è morta vero?", mi sento come nel film "Beau is afraid", tutto era andato al suo posto, tutto tornava, ma chiamo mia madre e sta bene, passo lunghi minuti a piangere inconsolabilmente ascoltando una canzone di Battisti che mi aveva mandato C. (La collina dei ciliegi), ma voglio andare da mia madre, non potrei mai perdonarmelo se dopo un'esperienza del genere le succedesse qualcosa, non posso guidare quindi mi faccio venire a prendere da mio padre, i miei sanno dei miei viaggi, anzi questa cosa, benché da una parte li spaventi a morte, ha contribuito a ravvicinarci, parliamo tutti insieme fino a tarda notte, gli racconto cosa ho visto, un po' si spaventano, un po' capiscono, e io mi sento un'altra persona, una persona migliore.