La Coscienza

Ciò che riguarda la psichedelia ma non trova posto nelle altre sezioni.
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Samsara
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La Coscienza

Messaggio da Samsara » ven mag 20, 2016 9:35 pm

Sono tornato con un quesito esistenziale. Non vi chiederò cos'è la coscienza, ma ho un altra domanda che mi perseguita: come posso io coscienza credere nell'esistenza di altre coscienze?
Voglio dire io sono il creatore del mio mondo, per assurdo potrei dire che per me non esiste null'altro al di fuori e che io sono la coscienza universale...

Scusate le riflessioni fungine ;)


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chaddenstain
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Re: La Coscienza

Messaggio da chaddenstain » ven mag 20, 2016 9:48 pm

Capisco che vi sono altre coscienze, perchè ritengo la mia coscienza abbastanza sveglia e non creerebbe mai un mondo così. Quindi preferisco addossare questa responsabilità alle coscienze altrui, anche se ci pensi questo messaggio lo potrebbe essere parte della tua coscienza universale...
Comunque io la coscienza universale la vedo più come un noi, come un insieme del sistema universo qualcosa che si percepisce solamente dopo la morte o in qualche esperienza particolare...
se quella cosa avesse detto che veniva da oltre l'universo ci avrei creduto, ma prima è impossibile, non rientra nelle mie regole. E credo sia proprio per questo che continuo a viaggiare... per scoprire che sbaglio!
doctor who
Ps quello che scrivo è finto

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Samsara
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Re: La Coscienza

Messaggio da Samsara » ven mag 20, 2016 10:31 pm

Ho elaborato una mia teoria a proposito, cioè che la coscienza individuale non esista, ma che esistano soltanto punti di vista della coscienza, che è una soltanto e per tanto universale

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Inìgo
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Re: La Coscienza

Messaggio da Inìgo » sab mag 21, 2016 12:16 am

Samsara ha scritto:Ho elaborato una mia teoria a proposito, cioè che la coscienza individuale non esista, ma che esistano soltanto punti di vista della coscienza, che è una soltanto e per tanto universale
La penso anche io così, è una teoria molto bella ma ovviamente indimostrabile, neppure dopo la morte credo si abbia la possibilità di avere esperienza della coscienza universale, esperienza raggiungibile forse solo in particolari stati di dissoluzione dell'ego dati dalle sostanze psichedeliche. Non è scontato però che anche certi stati di coscienza non ordinaria non siano che semplici illusioni "schizofreniche", e che in realtà quella che chiamiamo coscienza universale non sia che una rielaborazione cognitiva che la nostra povera mente usa per difendersi dall'assurdità della perdita dei confini dell'io ( confini che si fondano nei primi mesi di vita e che non vengono intaccati se non negli stati psicotici). Dove finisce la ricerca della verità e dove inizia la psicopatologia? E' una domanda che mina i fondamenti della stessa psiconautica...
Per quanto riguarda l'autenticità delle altre coscienze invece è ovvio che se si prende per buona la teoria della coscienza universale bisogna prendere per buona anche la realtà di queste altre coscienze, che come tu dici altro non sono che un "cambio di prospettiva" dell'universale.
Parlando con il linguaggio del tuo avatar questo è un modo di vedere le cose "Nirvana".
Il modo di vederle "samsara" invece è il credere alla supremazia assoluta della propria esperienza, nella quale gli altri non sono che attori e comparse, ma che in un modo o nell'altro ruotano ed esistono solo in funzione del tuo io, non solo da un punto di vista etico ma proprio esistenziale (la mamma ora che sta dormendo nell'altra camera esiste, o esiste solo quando la guardo e le parlo? Quando distolgo lo sguardo le cose continuano ad esistere anche dietro la mia testa?)
Sono due visioni completamente opposte, ma coesistono perfettamente, la realtà è il prodotto dell'inconciliabile (vedi Ying e Yang). La logica umana non è fatta per capire questo paradosso, per quanto ci si possa sforzare. Tutto ciò che va oltre l'esperienza concreta a mio avviso è inafferrabile per l'homo sapiens sapiens. Scusa i ragionamenti da TSO ma più o meno è quello che penso in merito, anche se probabilmente non mi sono spiegato un granchè bene ( "se l'essere fosse conoscibile non sarebbe comunicabile" ;) )

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Samsara
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Re: La Coscienza

Messaggio da Samsara » sab mag 21, 2016 1:01 pm

Discorso interessantissimo Inigo. Alla fine dobbiamo avere la capacità di astrarre dalla nostra logica, perché ogni pensiero è formato da collegamenti tra parole, e le stesse parole non esprimono un concetto preciso. Ad esempio la parola essere, da cui si può dire che è nata tutta la filosofia occidentale, in altre culture e lingue non esiste, perciò non si pongono nemmeno il problema.
Per quanto riguarda l'esperienza psichedelica concordo in pieno: secondo me ha soltanto funzione negativa, cioè distrugge i nostri schemi di pensiero, non crea verità o realtà più vere. L'unica realtà vera è quella in cui viviamo, semplicemente perché è condivisa dalla quasi totalità degli esseri umani. L'esperienza psichedelica ha molto in comune con la schizofrenia infatti, basta pensare alle famose voci che si sentono e alle entità che si percepiscono come reali.
Secondo me la cultura occidentale ha avuto il merito di sviluppare una razionalità elevatissima, basta pensare ai livelli a cui arriva la nostra scienza e la nostra filosofia, ma in questa corsa disperata accelera sempre di più rischiando di andare a schiantarsi, perché gli stessi principi base su cui fondiamo il nostro pensiero sono paradossi e portano ad un nulla di fatto.
Perciò la cultura occidentale ha bisogno di quella orientale, che nel frattempo ha imparato ad annullare il pensiero e a non dargli troppa importanza attraverso la meditazione.

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M⊙nad
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Re: La Coscienza

Messaggio da M⊙nad » dom mag 22, 2016 11:20 am

Dipende da cosa si intende per esperienza psichedelica. Il tipo di sostanza, l'approccio e il quantitativo fanno molta differenza. Come diceva McKenna, la stra grande maggioranza delle persone che parlano di esperienze psichedelice non ne hanno mai avuta una. Tutti in qualche modo vogliono far parte della brigata degli psiconauti, ma non hanno idea di quanto sia dura :)
Samsara ha scritto: Per quanto riguarda l'esperienza psichedelica concordo in pieno: secondo me ha soltanto funzione negativa, cioè distrugge i nostri schemi di pensiero, non crea verità o realtà più vere. L'unica realtà vera è quella in cui viviamo, semplicemente perché è condivisa dalla quasi totalità degli esseri umani. L'esperienza psichedelica ha molto in comune con la schizofrenia infatti, basta pensare alle famose voci che si sentono e alle entità che si percepiscono come reali.
Mi trovo in grande disaccordo. Basti vedere gli studi recenti su funghi, ayahuasca, ecc che dimostrano che se utilizzati in un contesto terapeutico, possono facilitare il rilascio di materiale traumatico, creare nuovi percorsi neuronali, ... Gli psichedelici sono dei distruttori di verita'. Se poi uno dopo aver rivissuto la vita di Napoleone durante un trip si convince di essere Napoleone, questo e' un suo problema. E' un errore nell'approccio e gli psichedelici non centrano niente. Anche con la meditazione e altre forme di lavoro spirituale si puo' finire sulla strada sbagliata. Piu' ci si avvicina alla fonte e piu' l'ego si ingegna per confonderci/si e distrarre. Sono parecchi quelli che a un certo punto della loro ricerca si fermano (o fanno di peggio), perche' il lavoro e le responsabilita' sono diventate troppo grandi.

Dici che l'unica realta' vera e' quella in cui viviamo? E sapresti dirmi in che cosa consiste? La realta' di un aborigeno australiano e' molto diversa rispetto a quella di un italiano. Lo stesso vale per un italiano di oggi e uno di 20 anni fa... La coscienza non e' misurabile e non puo' essere rinchiusa in una formula, anche i piu' grandi pensatori fanno fatica a spiegarla. A mio avviso la materia e' subordinata alla coscienza, non il contrario.

Schizofrenia... Quello che e' una malattia in una societa' e un dono in un'altra :)

"The man who dies before he dies, does not die when he dies." A. Sancta Clara

ATTENZIONE! Tutti i miei post sono scritti a puro titolo informativo e non vogliono incitare in alcun modo all'utilizzo di sostanze stupefacenti e/o psicotrope!

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Inìgo
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Re: La Coscienza

Messaggio da Inìgo » dom mag 22, 2016 1:22 pm

M⊙nad ha scritto: Mi trovo in grande disaccordo. Basti vedere gli studi recenti su funghi, ayahuasca, ecc che dimostrano che se utilizzati in un contesto terapeutico, possono facilitare il rilascio di materiale traumatico, creare nuovi percorsi neuronali,
Credo si riferisse alla capacità degli psichedelici di astrarre la realtà ordinaria, similmente a come accade in quella malattia. Poi ovvio che la psicosi è infinitamente più invalidante, mentre come dici tu gli psichedelici posso avere anche un valore terapeutico, ma come in molte cose è la "dose" che fa il veleno (non parlo di dose di molecola ma di dose di astrazione, non fraintendermi). "Psicomimetico" se non ricordo male fa proprio riferimento al fatto che queste sostanze "mimino" in qualche modo i sintomi della psicosi.
M⊙nad ha scritto: Dici che l'unica realta' vera e' quella in cui viviamo? E sapresti dirmi in che cosa consiste? La realta' di un aborigeno australiano e' molto diversa rispetto a quella di un italiano. Lo stesso vale per un italiano di oggi e uno di 20 anni fa...

Verissimo, da un punto di vista logico. Ma da un punto di vista "esperienziale" per me un aborigeno non sarà mai altro che una figura sul libro di geografia, e la vita negli anni novanta sarà sempre e solo un vago racconto di chi c'era. Dici che la materia è subordinata alla coscienza, ma in metafisica (siamo in quest'ambito no?) ha senso chiedersi cosa sia subordinato a cosa? Ha senso cercare il rapporto causa-effetto? Non è assolutamente una domanda retorica.
M⊙nad ha scritto: Schizofrenia... Quello che e' una malattia in una societa' e un dono in un'altra :)
Assolutamente d'accordo con te, tenendo però presente che la sofferenza è trasversale al costrutto culturale.

Spero che citare più volte la stessa persona non sia un problema :paranoid:

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Samsara
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Re: La Coscienza

Messaggio da Samsara » dom mag 22, 2016 3:24 pm

Monad, tu hai sicuramente molta più esperienza di me quindi non voglio discutere ma solo esporti il mio punto di vista.
Schizofrenia un dono? Facendo l'esempio di un villaggio primitivo: un dono se lo schizofrenico parla con gli dei o con i diavoli, non credo che sia un dono se lo schizofrenico scambia il capo villaggio per un mostro e lo ammazza (esempio ridicolo lo so ma l'unico che mi viene mente). Uguale nella nostra società occidentale, se la schizofrenia è considerata una malattia è perché l'individuo può essere pericoloso e imprevedibile appunto perché vive in una realtà diversa.
Gli aborigeni vivono in un ambiente diverso dal nostro perciò hanno sviluppato costrutti mentali diversi, ma la base è sempre quella ed è il nostro cervello. La realtà che vedono gli aborigeni e la stessa che vedremo noi calati nel loro contesto. Parlando di aborigeni, credo che tu lo sappia che al giorno d'oggi la maggior parte di loro vive in condizioni non diverse da quella dei brasiliani nelle favelas, colpa di noi occidentali che abbiamo portato il male li da loro? Non credo. Se avessero voluto avrebbero potuto ribellarsi, e in caso morire piuttosto di sottomettersi alla nostra società tanto sbagliata, come mi pare che tu la consideri.
La nostra società non è sbagliata, è soltanto l'espressione della natura umana, che è uguale per l'aborigeno e per l'italiano del XXI secolo.
Anche a me non piace questa società e come te aspiro ad un mondo migliore, ma molti si accontentano di vivere in questo modo e dobbiamo accettarlo.
Dici che gli psichedelici sono dei distruttori di verità, è proprio quello che volevo dire io, forse mi hai compreso male. Distruggono verità, e il nostro cervello ne crea di nuove. Ma sono reali? Chi lo può dire?
Siamo nati come ego, nella mia opinione la fuga dall'ego è accettabile solo temporaneamente, pensarla in modo permanente è una follia assoluta, e può portare soltanto appunto alla follia. Io sono convinto che dovremmo accettare la nostra natura, invece di fuggire dalla realtà.
Tu sei pronto ad isolarti completamente dal mondo e ti basti da solo come individuo? Io no, non riuscirei a vivere nella solitudine e sono contento di vivere nella stessa realtà degli altri individui, puoi dire che è paura di scoprire qualcosa di più grande e avresti ragione, non mi vergogno a dirlo.

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Re: La Coscienza

Messaggio da LSAsղackƅar » sab mag 28, 2016 9:09 pm

Il mio parere in merito alla domanda del topic è: siamo coscienze separate, unite dalla coscienza collettiva. Quando moriremo, dopo vari passaggi di disgregazione dell'anima(che probabilmente vivrà in altre realtà), torneremo ad essere un unico essere.
Una cosa che spesso fa confusione è quando si parla della "mente che crea la realtà", per me detta così com'è è una cavolata, almeno io non sono mai riuscito a materializzare un lingotto d'oro di fronte ai miei occhi e non ho mai visto nessuno farlo. Quello che invece è possibile, è che noi INFLUENZIAMO la realta. Essendo tutti collegati, c'è la legge di attrazzione, che però risponde solo alla nostra parte più profonda e NON logica (ma questa è un'altra storia).
In conclusione la cosa più importante è amare e godersi QUESTA vita, il resto arriverà poi.

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Iquelo
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Re: La Coscienza

Messaggio da Iquelo » dom mag 29, 2016 12:34 am

Samsara ha scritto: Voglio dire io sono il creatore del mio mondo, per assurdo potrei dire che per me non esiste null'altro al di fuori e che io sono la coscienza universale...
Questa frase è perfetta secondo me, il punto sta proprio qua. Noi siamo "macchine individuali": guardiamo, annusiamo, assaporiamo e proviamo sensazioni individuali, non possiamo provare ciò che provano gli altri, se non per empatia. Noi non siamo i creatori, bensì gli interpreti dell'esistenza circostante. Quando apriamo gli occhi, esistono i colori e le forme, quando annusiamo esistono gli odori, quando "apriamo le orecchie" sentiamo i suoni che ci circondano. Invece quando chiudiamo gli occhi, il naso e le orecchie tutto ciò che prima vedevamo e sentivamo non esiste più. In realtà, con un ragionamento logico, pensando alla vita della altre persone, possiamo arrivare al pensiero che tutto ciò che ci circonda esista a prescindere da noi, ma non possiamo dimostrarlo per il semplice fatto che non possiamo "sentire" l'esistenza al di fuori della nostra esperienza.
Poi c'è anche un problema di percezione: ognuno di noi, in verità, guarda le stesse cose ma le interpreta in modo diverso.
Detto questo, rispondendo alla tua domanda ti pongo tre ipotesi:

1-Siamo un'unica coscienza che trova sfogo in diverse forme e diversi corpi, quindi tutto ciò che ci circonda è parte di noi, ma non lo intendiamo perché il nostro livello di esperienza è troppo basso;

2-Siamo coscienze individuali, a se stanti, che vivono la condanna di non potersi mai raggiungere appieno;

3-Tu sei l'unica coscienza esistente, sei il creatore e tutto ciò che ti circonda esiste grazie a te, non prescinde da te e termina con la tua fine. Non solo, tutto ciò che percepisci in realtà è fittizio, qualcosa che hai creato inconsciamente per alleviare il dolore della tua solitudine. Quindi, in definitiva, io non esisto, sono parte del tuo mondo, così come questo messaggio che ho scritto: se apri gli occhi esiste, se li chiudi no.

Peace e buone pippe mentali :weed:
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Iquelo
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Coscienza

Messaggio da Iquelo » dom mag 29, 2016 12:58 am

Prendendo spunto dal thread di Samsara mi è venuto in mente di un vecchio messaggio che scrissi nei miei primi tempi su Psychonaut.com.

Io vi chiedo: esiste la coscienza? Se si, cosa è? È una funzione del nostro cervello o corrisponde alla cosiddetta "anima"?

Vi do il mio punto di vista (scopiazzato dal mio vecchio messaggio su psychonaut e che non giunge a una conclusione certa), aspetto il vostro.



Noi siamo delle "macchine", siamo stati accesi tempo fa con un operazione ingegneristica da far invidia al più grande esperto di nanotecnologia e abbiamo un'"intelligenza artificiale" che un ingegnere informatico si sogna per le proprie macchine (almeno per ora, Stephen Hawking una volta disse che "gli esseri umani, limitati dalla lentezza dell'evoluzione biologica, non potranno competere con le macchine e verranno soppiantati).

La nostra vita è una sorta di "matrix", il nostro cervello e molti dei nostri organi (pensate agli occhi) sono fatti in modo da filtrare la realtà, quindi vediamo certi colori per esempio, solo quando abbiamo la luce a favore tra l'altro. Il nostro cervello interpreta quello che riesce a percepire con i cinque sensi, lo immagazzina, lo elabora e lo interpreta. L'ultimo livello della funzione di interpretazione del cervello è quella meno automatica. Questa funzione è quella con cui noi, data l'elaborazione di una sensazione (immagine, odore, sapore ecc...), la associamo a un'idea più o meno precisa a seconda del livello di esperienza che abbiamo avuto con quella sensazione.
Già, un'idea. Mi sa che qui è dove "casca l'asino". Per farlo cascare del tutto però, mi serve una premessa da fare.
Appena nato ci troviamo, se vogliamo continuare questa metafora tecnologica, a una primissima versione "Alpha" del nostro firmware: siamo ancora da migliorare, le nostre componenti devono crescere e soprattutto deve ancora finire la nostra programmazione. Ecco, come avviene la nostra programmazione? Diciamo che siamo una macchina che muta seguendo gli input esterni, attraverso questi impariamo le cose più semplici e basilari secondo la nostra formamentis fisica (camminare, parlare...) e quelle "secondarie" come i vari comportamenti che sviluppiamo negli anni. Tutto si basa su quello che vediamo e che quindi imitiamo; il luogo in cui cresciamo determina per grandi tratti gli esseri che saremo negli anni post-formazione. L'esempio più facile che si può fare è quello di Mozart. Senza dubbio lui è stato uno dei più grandi compositori della storia, un enfant prodige incredibile con capacità interpretative e creative che sono arrivate a un'età estremamente giovane. Però da dove viene il talento di Mozart? Se fosse nato in un'altra famiglia o in un'altra epoca che ne sarebbe stato del suo talento? Visto che l'autodeterminazione è un concetto difficile da dimostrare direi di spostarci verso una prospettiva di determinazione esterna dell'essere. Nei vari casi quindi possiamo avere le seguenti possibilità: se fosse nato nella stessa famiglia ma in un'altra epoca avrebbe sviluppato un altro tipo di musica (se suo padre avesse contribuito allo stesso modo alla sua formazione musicale come è successo nel '700) oppure avrebbe sviluppato altri interessi visto che, oggi, gli input che arrivano sono molto più variegati rispetto a quelli della sua epoca. Se invece fosse nato nella stessa epoca ma in un'altra famiglia, senza gli stessi input musicali, probabilmente non sarebbe stato lo stesso genio che ci siamo goduti fino a ora. L'unica cosa che lui probabilmente ha avuto rispetto agli altri è una propensione maggiore all'ascolto e all'immagazzinamento delle informazioni legate al suono. Tutto il resto viene dalla coincidenza dei vari fattori che hanno fatto parte della sua vita fin da piccolo (luogo di nascita e input vari).

Detto questo, andiamo al dunque. Dicevamo che, all'ultimo livello della nostra esperienza con qualcosa, parte la fase dell'interpretazione personale in cui associamo quel "qualcosa" a un'IDEA più o meno precisa.
Questa IDEA viene da quella che noi definiamo coscienza, cioè la capacità di associare le esperienze a un pensiero. L'IDEA più famosa del mondo è quella che l'uomo primitivo si è fatto davanti al fulmine che colpisce l'albero: mentre un altro animale si sarebbe semplicemente spaventato, l'uomo si è chiesto da dove venisse quel fenomeno associandolo a una forza esterna più o meno coscientemente determinante. L'idea più antica e persistente della storia è quindi quella di Dio.
A cosa voglio arrivare? Voglio arrivare al fatto che la nostra coscienza è data, ma non è sempre uguale in tutte le nostre infinite possibilità di esistenza (cosa che ci allontana dal concetto di anima). La nostra coscienza è data dalle funzioni primordiali del cervello, quindi in un certo senso è direttamente determinata dalle nostre sinapsi. Non solo! Queste sono un veicolo di elaborazione della realtà, quindi la nostra coscienza è data anche dal livello di esperienza che facciamo. Quindi, in definitiva, le nostre azioni sono determinate sia dall'esterno che da noi stessi. E' un circolo vizioso: elaborazione-interpretazione (funzioni automatiche)-idea-azione(funzioni volontarie). Queste ultime però non possono esistere senza le prime due.
A questo punto sorge una nuova domanda: se tutto ciò che ho scritto fosse sbagliato alla base? Se la coscienza non fosse da ricercare in senso individualistico in ognuno di noi ma nel tutto? Se fossimo, in senso panteistico, espressioni disordinate di un'unica coscienza creatrice?

PS: Vi lascio con questa ultima considerazione: un malato di Alzheimer ha lo stesso livello di coscienza di un essere con un cervello sano? Probabilmente no, però sarebbe bello poter ascoltare in cuffia i pensieri volontari del malato, la loro parziale o totale assenza sarebbe forse una scoperta formidabile.

Peace
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Re: Coscienza: chapter 2

Messaggio da LSAsղackƅar » dom mag 29, 2016 8:09 am

Io penso che siamo coscienze separate, unite da una grande coscienza unica. Il tuo ragionamento è logico ed interessante, ma riguarda solo il mondo "materiale".
Abbiamo dimostrato la correlazione tra materia ed energia e abbiamo dimostrato che in un ambiente vuoto ed estremamente piccolo c'è energia infinita. Perchè dobbiamo limitarci a cio che i nostri sensi e le nostre apparecchiature(sempre se ne hai vista una e ne comprendi il funzionamento) possono percepire?
Io credo possano esistere infinite realtà, quante riusciamo ad immaginarne.
IMMAGINAZIONE: per me, questo è lo strumento di esplorazione di altri mondi(come un trip di DMT per intenderci), non una creazione della nostra mente. Ed è ciò che resterà di noi dopo la morte (probabilmente insieme alla memoria a lungo termine o comunque alle esperienze vissute, ma questa forse è un po una fantasticheria).
L'unione all'Uno (chiamato anche grande spirito o Creatore), avverà quando abbandoneremo le ultime "identificazioni", ma non credo potra essere una cosa permanente.
Il fatto che comunque prima o poi saremo "uniti", apre la vita ad un unico scopo collettivo: Amare. Altri scopi sono personali e li decidiamo noi (ma sulla creativita ho ancora qualche dubbio).

edit: esistono degli studi (in particolare di uno scienziato portoghese di cui non ricordo il nome, ma prova a cercare su google "il se è nel cervello") che identificano il cervello come origine dell'idea della coscienza. Ma anche qui si ritorna al discorso di prima: perchè ci si ferma sempre e solo a ciò che si può comprendere con i sensi, con le apparecchiature e con le attuali scoperte scientifiche?

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Re: La Coscienza

Messaggio da Sandriga » mer giu 01, 2016 4:49 pm

Ciao samsara!

Questa pensiero :
Samsara ha scritto: Voglio dire io sono il creatore del mio mondo, per assurdo potrei dire che per me non esiste null'altro al di fuori e che io sono la coscienza universale...
lo espressi anche io tantissime volte mentre parlavo con i miei amici! ma poi la cosa si è evoluta (penso dopo esperienza con <3 D <3 A ) in esattamente questo pensiero:
AllahSnackbar ha scritto: siamo coscienze separate, unite dalla coscienza collettiva.
materialmente parlando ,naturalmente IMHO, l'istinto umano credo sia uguale in ogni individuo, sarà poi la sua cultura a modificare la "coscienza del tutto" ulteriormente deviata dallo stato d'animo.

In particolare, credo che sia la cultura ciò che più ci rende diversi ed è essa stessa che esalta le diversità.

Io credo che ogni individuo almeno una volta nella vita debba avere la possibilità di sentirsi veramente parte del tutto, ogni individuo almeno una volta nella vita deve percepire l'uguaglianza di fondo, come una sorta di RESET CONSAPEVOLE.

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Re: La Coscienza

Messaggio da Idioteque » mar giu 07, 2016 11:25 am

Che dire, ero parecchio intrippato all'epoca (sono samsara)
Comunque questo modo di vedere le cose si chiama solipsismo dal punto di vista teoretico, e in filosofia è la degenerazione paranoica dell'idealismo. La sua implicazione pratica è l'egoismo.
Sono riuscito a demolire questa idea, ma ogni tanto torna a tormentarmi.
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Re: La Coscienza

Messaggio da tropopsiko_23 » mar giu 07, 2016 11:42 pm

Idioteque ha scritto:Che dire, ero parecchio intrippato all'epoca (sono samsara)
Comunque questo modo di vedere le cose si chiama solipsismo dal punto di vista teoretico, e in filosofia è la degenerazione paranoica dell'idealismo. La sua implicazione pratica è l'egoismo.
Sono riuscito a demolire questa idea, ma ogni tanto torna a tormentarmi.
mi ha fatto girare il cazzo leggere questa cosa, assai.
Cosa vuoi dimostrare? Che con una presa di coscienza PUFF addio tutti gli svarioni?
Io mi sento offeso. Non riesco a spiegarmi, scusa. Se ti da fastidio questa opinione clicca sul :!: in alto a destra.
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Re: La Coscienza

Messaggio da Pirro » mer giu 08, 2016 1:24 pm

Certo che siamo eterni bambini, inventando giochi a non finire! Questi divertono sì, ma prima o poi finiscono per annoiare. E quando la noia giunge, le porte della percezione si spalancano e alla fine tutti i giochi svaniscono lasciando solo ciò che semplicemente è, qui e ora. LA PRESENZA.
Non ti occorrono nuove esperienze. Le passate bastano. E se ti sembra di averne bisogno, scruta nei cuori della gente intorno a te, impara dai dolori altrui e risparmia i tuoi. Trascendi tutte le esperienze!
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Re: La Coscienza

Messaggio da Idioteque » mer giu 08, 2016 5:21 pm

tropopsiko_23 ha scritto: mi ha fatto girare il cazzo leggere questa cosa, assai.
Cosa vuoi dimostrare? Che con una presa di coscienza PUFF addio tutti gli svarioni?
Io mi sento offeso. Non riesco a spiegarmi, scusa. Se ti da fastidio questa opinione clicca sul :!: in alto a destra.
Scusa tropo ma non ho capito, non vorrei fraintenderti quindi se puoi spiegarti meglio...
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Re: La Coscienza

Messaggio da Triptaminico » mer mag 03, 2017 9:09 am

Idioteque ha scritto:
mar giu 07, 2016 11:25 am
Che dire, ero parecchio intrippato all'epoca (sono samsara)
Comunque questo modo di vedere le cose si chiama solipsismo dal punto di vista teoretico, e in filosofia è la degenerazione paranoica dell'idealismo. La sua implicazione pratica è l'egoismo.
Sono riuscito a demolire questa idea, ma ogni tanto torna a tormentarmi.
Ci sono passato anch'io..
Il problema con gli psichedelici a volte è che le buone intuizioni non sono affiancate ad una vera crescita, e in virtù di ciò a posteriori è facile idealizzare il trip e ricondurre tutto all'ego (come quei drogatelli che si credono Dio sceso in terra [o certuni che pensano di essere stati in vite precedenti personaggi importanti.. tipo buddha o cristo eheh])
Sostanzialmente è come dare perle ai porci, le ingoieranno e si strozzeranno.
Stessa cosa avviene con la intuizioni psichedeliche, che anziché sgonfiare l'ego lo gonfiano all'inverosimile.

Ma tornando alla coscienza..
Affermare di essere Dio, tutto e l'universo è egocentrico, sicuramente, ed è più o meno come un personaggio di un libro che afferma di esserne lo scrittore (pseudo cit. Del kybalion)
Detto ciò, è anche vero che in noi esiste una scintilla del tutto e di dio, antica e ancestrale (termini fuorvianti, ma del resto..) che è perseguibile e realizzabile.
Seguendo questa linea di pensiero potremmo veramente dire di poter diventare dio, essere dio, il tutto, l'universo.
Ma in genere chi lo afferma ha un livello di coscienza pietoso...
Non che io ne abbia uno alto eh :)

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~Møgørøs•
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Re: La Coscienza

Messaggio da ~Møgørøs• » mer mag 03, 2017 9:21 am

I mezzi-saggi che, riconoscendo la parte di irreale che è nell’universo, credono di poterne
infrangere le leggi, sono in realtà, soltanto degli sciocchi, che, per la loro pazzia, finiranno con
lo spaccarsi la testa sulle rocce, vinti dagli elementi. I veri saggi, invece, che sanno qual’è la
natura dell’universo, usano la Legge contro le leggi, ciò che è più elevato contro quel che è più
in basso; e riescono a tramutare l’indegno in degno con l’alchimia mentale. E’ per tutto ciò,
che essi sono dei vincitori. Le conoscenze più alte non consistono in strani sogni, assurde
visioni o immagini fantastiche; ma nel sapersi servire delle energie più alte contro le più basse,
sottraendosi alle sensazioni dolorose dei piani più bassi, con opportune vibrazioni sui più alti.
La grande arma dei Maestri è la trasmutazione, non la vana negazione!
•~•~•

Triptaminico
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Iscritto il: lun set 28, 2015 7:34 pm

Re: La Coscienza

Messaggio da Triptaminico » mer mag 03, 2017 1:15 pm

~Møgørøs• ha scritto:
mer mag 03, 2017 9:21 am
I mezzi-saggi che, riconoscendo la parte di irreale che è nell’universo, credono di poterne
infrangere le leggi, sono in realtà, soltanto degli sciocchi, che, per la loro pazzia, finiranno con
lo spaccarsi la testa sulle rocce, vinti dagli elementi. I veri saggi, invece, che sanno qual’è la
natura dell’universo, usano la Legge contro le leggi, ciò che è più elevato contro quel che è più
in basso; e riescono a tramutare l’indegno in degno con l’alchimia mentale. E’ per tutto ciò,
che essi sono dei vincitori. Le conoscenze più alte non consistono in strani sogni, assurde
visioni o immagini fantastiche; ma nel sapersi servire delle energie più alte contro le più basse,
sottraendosi alle sensazioni dolorose dei piani più bassi, con opportune vibrazioni sui più alti.
La grande arma dei Maestri è la trasmutazione, non la vana negazione!
Veramente un bel libro quello!
Mi ha aiutato a chiarire e congiungere le varie intuizioni/paradossi che ho avuto nel corso della mia ricerca psiconautica.
(Per chi non lo sapesse parlo del kybalion)

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