Esperienze Ayahuasca - Raccontarle e Ascoltarle fa Male

Ciò che riguarda la psichedelia ma non trova posto nelle altre sezioni.
Rispondi
Avatar utente
ayaxxx
Messaggi: 285
Iscritto il: gio set 24, 2015 11:27 am

Esperienze Ayahuasca - Raccontarle e Ascoltarle fa Male

Messaggio da ayaxxx » ven feb 17, 2017 1:57 pm

Interessantissimo articolo tradotto dall'imprescindibile "Ayahuasca Curandera".
Buona lettura, se vi va.

Esperienze con ayahuasca: raccontarle (e ascoltarle) fa male

Poche cose interferiscono in modo tanto negativo con la profondità della tua esperienze con l’ayahuasca come i racconti delle esperienze degli altri. Questi migliaia di video e blog in internet in cui le persone raccontano con minuzia di particolari l’esperienza con funghi magici che gli ha cambiato la vita, o l’illuminazione che hanno raggiunto nella settima cerimonia di ayahuasca, non solo sono irrilevanti, ma stanno anche ostacolando il tuo vero incontro con questi enteogeni. Tutti questi racconti sono spazzatura e internet ne è piena.

Perché sono spazzatura?

Ci sono molte ragioni, però qui ne presenteremo solo cinque brevi e semplici da comprendere. Con questo non cerchiamo di dissuadere chi racconta le sue esperienze, ma vogliamo incentivare la ricerca di altri tipi di fonte di documentazione sulle esperienze enteogene, e ricordare che, alla fine:
l’unica e vera fonte di conoscenza non si trova in internet ma nell’esperienza diretta con l’enteogeno.
I racconti creano aspettative.
Condividere ciò che hai sentito e visto non aiuta gli altri ad attraversare l’esperienza ma esattamente il contrario, perché crea delle aspettative su ciò che dovrebbero o no sperimentare, e le aspettative sono un ostacolo per vivere l’esperienza enteogena in tutto il suo splendore, senza giudizi, limiti o idee prefabbricate.
La nostra umanità filtra l’esperienza.
Siamo un veicolo che filtra le esperienze enteogene secondo le variabili interne ed esterne. Quello che sperimentiamo e processiamo, nell’incontro con questa intelligenza vegetale, ha senso solo all’interno dei confini della nostra esistenza individuale, in questo spazio-tempo particolare. Se ci sono esperienze simili, è per l’esistenza dei racconti, non per le esperienze enteogene in sé stesse, che sono infinite e irripetibili.
L’esperienza enteogena è inafferrabile.
I racconti limitano, danno forma, trasformano in parole qualcosa che è impossibile captare, perché troppo sottile. Il viaggio enteogeno è qualcosa che non si può afferrare, e nel tentativo di trattenerlo lo si imprigiona in una prigione di parole, e si trasforma in qualcosa di grossolano e ridotto, una cosa che letteralmente è “incontrarti con il Dio che è dentro di te”.
Quando il saggio indica la luna lo sciocco guarda il dito.
Quando racconti i colori e le forme che hai visto, quante volte hai vomitato, come sei morto e uscito dal corpo per alla fine incontrarti con il Buddha, attraversando i cieli a cavallo dei tuoi antenati indigeni, che ti dicevano che sei il prescelto per continuare il lignaggio sciamanico, stai guardando il dito! Ti sei fermato a guardare il dito che ti indicava la luce, e la luce ti è sfuggita. Se non comprendi questo, o l’argomento ti genera rifiuto, vuol dire che continui a guardare il dito.
I racconti sono sintomi di non essere andati in profondità.
Raccontare con precisi dettagli tutto ciò che hai vissuto con questo o quell’enteogeno, è dimostrazione del poco che hai viaggiato. Poco profondamente, soprattutto, perché qualcosa che è infinito, e che si è vissuto un’infinità di volte, non invita a essere scritto in un libro per mostrarsi agli altri, ma a farne tesoro nel più profondo di noi stessi, e ad essere condiviso nel silenzio che conosciamo solo noi che abbiamo la gioia di essere portati dalle piante e dai funghi in altri regni.
Non sono pochi gli psiconauti che sono passati attraverso questa tappa di logorrea. Alcuni limitatamente ai propri diari personali di viaggio e altri, con molta meno grazia, in un blog o un canale di youtube. Il certo è che, affinché l’esplorazione enteogena continui ad essere il bastione della evoluzione della mente, bisogna liberarla dalla prigione delle parole, cosa che i nostri antenati tribali seppero fare per migliaia di anni e che per noi, etnocentrici e civilizzati, è una sfida in sospeso.


LINK ALL'ARTICOLO: http://www.ayahuasca-curandera.it/ayahu ... arle-male/
TRADOTTO DALL'ORIGINALE: http://culturaenteogena.com/2016/09/por ... on-basura/
É la dose che fa il veleno.


ShusHaze
Messaggi: 27
Iscritto il: ven feb 10, 2017 9:58 am

Re: Esperienze con ayahuasca: raccontarle (e ascoltarle) fa male

Messaggio da ShusHaze » ven feb 17, 2017 2:58 pm

Sono daccordo sul fatto che i linguaggi che noi conosciamo non riescano a descrivere le esperienze da noi vissute. Ogni emozione è soggettiva e indescrivibile, e il nostro "codice" di comunicazione riesce solo a dare un'idea superficiale e piatta della realtà.
Spesso nella vita (e anche nel paese delle meraviglie ;) ) ho l'idea che ogni sensazione sia soggettiva, e che nessuno al di fuori di me possa comprenderla nel modo in cui io la percepisco. Questa cosa mi fa sentire solo, nel senso che sono il solo che può comprendere appieno me stesso.
Ad ogni modo, l'articolo è molto interessante, grazie per averlo condiviso.

SerpentRealm
Messaggi: 37
Iscritto il: sab feb 04, 2017 3:50 pm

Re: Esperienze con ayahuasca: raccontarle (e ascoltarle) fa male

Messaggio da SerpentRealm » sab feb 18, 2017 4:43 pm

Pienamente d'accordo con te Ayaxxx... Non c'è altro da aggiungere al tuo post.

Rispondi