Il Sitter

Ciò che riguarda la psichedelia ma non trova posto nelle altre sezioni.
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Psycore
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Il Sitter

Messaggio da Psycore » gio ago 09, 2018 7:46 pm

Non mi pare se ne sia mai parlato a fondo di quando, come e cosa debba fare il sitter. Chi di voi lo fa o lo ha fatto o lo ha avuto? Come ci si deve muovere? Quando deve intervenire e quando deve lasciar scorrere? Come deve cambiare il ruolo del sitter al variare della sostanza? Esiste un manuale che tenta di spiegare come deve comportarsi una guida, "The psychedelic experience, a manual based on the tibetan book of the dead", ma a mio avviso manca un po' di aspetti pratici e non è valido per tutte le sostanze.

Si potrebbe definire il sitter come un "counselor psichedelico"?

Si potrebbe fare un po' di ipnosi al soggetto, cercando magari non di andare troppo in la e rimanere su un rilassamento profondo, prima di (ad esempio) far fare una fumata di DMT? O meglio mindfulness? Nel manuale prima citato ci sono delle istruzioni da ripetere ad un soggetto che però dovrebbe preferibilmente aver prima letto il manuale. Potrebbe essere valido come strumento, dire a chi ti chiede di fargli da sitter, "leggiti prima bene il manuale"? E che ne pensate in generale di questo manuale (lo trovate nella wiki, qui il link https://psiconauti.net/wiki/psichedelia ... ner_alpert)?

Oppure trovare metodi e pratiche "nuove"? Musica rilassante in sottofondo, a volumi alti, o musica tribale a tamburi o niente?
Diete prima? 2 giorni di frutta prima di un esperienza, no alccol, no cannabis no farmaci, o va sempre bene?

Insomma, mi piacerebbe se riuscissimo a mettere qui le nostre esperienze, positive e negative, per cercare di formare delle"linee guida" per il sitter.

PS: mi ha fatto venire in mente tutto ciò il thread di presentazione di @Meruem
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Meruem
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Re: Il sitter

Messaggio da Meruem » gio ago 09, 2018 9:32 pm

Ciao Psycore ^_^

Ti ringrazio per la "citazione" e ad essere sincero mi piace moltissimo l'idea di questo progetto.

Io personalmente semplicemente faccio uso della mia esperienza di psiconauta e ho dei piccoli riti diciamo, tutti miei. Servono principalmente per creare atmosfera e creare un collegamento empatico con l'adepto che si avvia a viaggiare. Ci deve essere fiducia e comunque un certo feeling, tra "allievo" e "Maestro", come può una guida condurti per le giuste vie se ne hai sospetto?

Penso che nei prossimi giorni scriverò qualcosa di più argomentato e magari lo posto qui per poterlo avere sott'occhio e inserirlo in futuro nel'eventuale "Manuale" ^_^

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grub
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Re: Il sitter

Messaggio da grub » gio ago 09, 2018 11:31 pm

Penso che il ruolo principale di un sitter dipenda da quello che cerchi. Se ti vuoi solo divertire ti basta un amico qualunque che sappia come comportarsi con una persona in stato alterato. Se invece desideri andare a fondo nel conoscere te stesso, parlo in questo caso di psichedelici, avere un sitter che è più di un "caretaker" (qualcuno che ti accudisce) e magari più orientato verso riti e pratiche spirituali, possa aiutarti a trovare l'orientamento che cerchi nel tuo viaggio. In fin dei conti il timone della tua barca lo comandi tu, ma come sui migliori galeoni è utile avere un navigatore esperto che ti indichi la rotta da tracciare.
Alla fine, il viaggio psichedelico ce lo scegliamo più di quanto immaginiamo. Non siamo in balia di ciò che vediamo, è il subconscio più profondo, sono i nostri desideri inespressi che reclamano di uscire fuori da una breccia che noi stessi abbiamo aperto

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Fohat
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Re: Il sitter

Messaggio da Fohat » ven ago 10, 2018 12:50 am

Il sitter dovrebbe essere una persona che si stima, che si sa avere delle potenzialità e conoscenze a noi oscure. Dev'essere l'ignoto che ci protegge, in cui poter confidare, di contro all'ignoto che ci fa paura, che è quello di un eventuale bad trip. Un sitter ideale parla poco e non disturba, ma piazza delle frasi gonfie di significato negli intervalli giusti, accompagna l'esperienza evitando ristagni di pensiero. Sa già dove deve arrivare il viaggiatore, o meglio sa "come" ci deve arrivare, la via e la meta di ogni viaggio è diversa ed è diversa per tutti, ma egli sa come funziona il gioco, e rassicura il viaggiatore nel momento che questi pensa: "non starò andando troppo in fretta? non dovrei fermarmi ed analizzare le vie secondarie che mi appaiono ed ignoro? non potrebbe forse essere in quelle vie che per un istante vedo di sfuggita, la mia verità?"
Non è così che funziona un trip. Per le leggi dell'infinito, l'importante è la spontaneità, la partecipazione, la fede, il coraggio, l'amore nella propria via.

Il sitter sa apparire naturale, e non come un sitter. Il sitter deve ricordarti la cosa più importante di tutte: te stesso, il tuo respiro in primis. Lì è la chiave per l'equilibrio.

Purtroppo il sitter ideale non esiste quasi mai. E allora il sitter è bene che sia un amico, un buon amico con esperienza ma che non te la faccia pesare, che ti sia vicino come un fratello, senza porsi sopra di te, ma con immedesimazione, compagno di un percorso comune, da cui nella difficoltà uscirete insieme.

In sintesi il sitter ideale è un oracolo dotato di calore umano, il buon sitter è un buon amico.

Ma il sitter è un elemento 'di aggiustamento' utile al principiante, o con sostanze con effetti collaterali, o in caso di setting non ottimali ecc.
Un'esperienza ben condotta e affrontata con giusto animo nel posto giusto, dopo un minimo di esperienza personale (aver provato dosi basse medie e alte, AVER PROVATO UNA BRUTTA ESPERIENZA minimo una volta, aver provato più di una sola sostanza e cose del genere) non necessita di sitter. Anzi, un sitter, essendo elemento esterno che in qualche modo influenza il viaggio, diventa anche un disturbo se il viaggiatore conosce già la sua direzione. Un guidatore cieco con un guidatore che ci vede che gli regge il volante evita di andare a sbattere. Un guidatore che ci vede da solo guida peggio se uno accanto gli tiene il volante.
Questo discorso non vale, o è molto ridimensionato, se siamo in presenza di un sitter 'ideale'
"Non esiste un'esperienza psichedelica, ma esiste ciò che noi integriamo di essa."
Tutto ciò che scrivo è inventato o sognato.

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grub
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Re: Il sitter

Messaggio da grub » ven ago 10, 2018 12:59 am

Fohat ha scritto:
ven ago 10, 2018 12:50 am
Anzi, un sitter, essendo elemento esterno che in qualche modo influenza il viaggio, diventa anche un disturbo se il viaggiatore conosce già la sua direzione. Un guidatore cieco con un guidatore che ci vede che gli regge il volante evita di andare a sbattere. Un guidatore che ci vede da solo guida peggio se uno accanto gli tiene il volante.
Questo discorso non vale, o è molto ridimensionato, se siamo in presenza di un sitter 'ideale'
Condivido appieno tutto ciò che hai scritto, e a differenza mia non sei stato pigro e ti sei soffermato a scendere nei particolari di quello che volevo intendere. In particolare quest'ultima frase mi sento di condividerla in pieno. In fondo il viaggio è sempre personale, una volta che sia impara a camminare è giusto perdersi e trovare il proprio percorso da soli.
Alla fine, il viaggio psichedelico ce lo scegliamo più di quanto immaginiamo. Non siamo in balia di ciò che vediamo, è il subconscio più profondo, sono i nostri desideri inespressi che reclamano di uscire fuori da una breccia che noi stessi abbiamo aperto

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Re: Il sitter

Messaggio da Psycore » ven ago 10, 2018 1:53 am

Concordo anch'io, il buon sitter deve parlare poco e il giusto, non deve interferire insomma, ma "agire sulla stessa frequenza d'onda".

Provate nel limite del possibile a farmi un esempio di come si dovrebbe comportare un sitter che aiuta un amico a fumare dmt, ponendo sempre ad esempio il caso in cui questa persona abbia una modesta dimestichezza con la molecola, benchè non abbia ancora mai sperimentato un vero e proprio vero breakthrouth.

Se può risultare utile secondo me non è eccessivamente categorizzante suddividere l'esperienza intera in pre-effetti, effetti e post effetti. Ritengo che sia limitante pensare all'esperienza come alla sola durata degli effetti della sostanza, ma tutti i riti che ci sono prima e dopo sono parte integrante dell'esperienza stessa.

Detto questo, che si fa in pre-esperienza? Meditazione? Si sta zitti o si dice di lasciar scorrere i pensieri, di non giudicarli, di vederli passere senza soffermarcisi, o si indirizza l'attenzione verso un qualcosa? Oppure si ipnotizza? "Sei sempre più rilassato" ecc. Per quanto o fino a quando facciamo durare questa fase?

Durante gli effetti? Per il caso in questione, ovvero dmt, io me ne starei ben zitto. Musica? Se per esempio il soggetto si agita, che fai? O se ti sembra disperato, occhi spalancati e persi nel vuoto, che fai? Magari sta benissimo e non devi far nulla, ma se invece avesse bisogno che so, di contatto, come fai a capirlo? Si impara con l'esperienza da sitter a capire di cosa e se uno ha bisogno? Ovviamente considerando che ad alti dosi magari lui magari non sa nemmeno più di aver fumato (piccolo OT: a me è capitato qualche volta che nel momento dei massimi effetti non ricordavo di aver fumato dmt ed essere quindi "fatto"; è una sensazione strana, è un po' come sarebbe risvegliarsi cadendo in mare, d'improvviso esci dalla realtà onirica ed entri in modo scioccante nel mondo reale, e devi nuotare non resti a pensare a che bel sogno stavi facendo; per quanto quel sogno sembrasse reale, ora sei nella realtà e lì devi subito muoverti, non hai tempo o interesse a pensare al sogno. Così col DMT, è come da svegli in realtà sognassimo e fumando ci si svegliasse di colpo e per poco. Chiuso mezzo OT) Alla luce di questo possibile effetto, sarebbe meglio che il sitter riportasse o trattenesse il soggetto ancorato "al di qua", o che lo lasciasse andare chissadove?

Post-effetti: per la mia esperienza il ricordarsi un esperienza di dmt è una cosa che non sempre e non tutti riescono a fare. Spesso la memoria sull'esperienza "va e viene" nei primi minuti dopo la discesa degli effetti, poi pian piano tendono a scomparire, ma potrebbero pian piano riaffiorare anche alcuni dettagli che possono essere molto esplicativi. Qui potrebbe essere buona cosa cercar di far esprimere il prima possibile il soggetto sull'esperienza? O è meglio che sviluppi tutto lui da solo con noi in silenzio? Lo decide lui se parlare o no o dobbiamo in qualche modo invitarlo al dialogo o al silenzio?
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Re: Il sitter

Messaggio da Fohat » ven ago 10, 2018 1:15 pm

Ho avuto una sola esperienza con DMT ad oggi, anche se piuttosto intensa soprattutto a livello visuale per essere la prima. Potete leggerla in esperienze, si chiama "Dèi alligatori dallo spazio profondo".
Ero con un buon amico, abbiamo fumato a turno prima lui e poi io. Prima dell'esperienza abbiamo sentito il bisogno di calmarci bene e abbiamo fatto il buio quasi completo nella stanza, per pou mettere a bassissimo volume della musica shamanica tradizionale andino-amazzonica (cercare su yt "tito la rosa aguila y condor"). Poi ci siamo seduti in silenzio facendo finta di meditare. Dico così ironicamente perché nessuno dei due sa meditare, ma ci proviamo sempre un po' durante le esperienze, concentrandosi sul respiro e stando attenti a rilassare i muscoli contratti. Non sarà meditazione ma è abbastanza funzionale.

Poi abbiamo fumato e chi non fumava aspettava sempre "meditando" in silenzio accanto, facendo percepire la sua presenza nel caso servisse ma senza guardare il viaggiatore, stando ad occhi chiusi, per evitare sguardi strani (paura sorta da un amico che ha avuto una prima esperienza pesante, in cui ha visto uno di noi diventare un mostro con gli occhi vuoti e pieni di luce, mentre un altro, brividi, lo ha visto senza faccia. un volto di carne piatta, senza faccia).

L'esperienza del mio amico è finita in silenzio; la mia, un po' più intensa, è finita con io che ho iniziato a parlare descrivendo le ultime visioni, e una volta finito l'effetto mi sono precipitato a registrare 8 minuti di tutto quello che riuscivo a trattenere.
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