La metto. Male non fara. Sicuro rifletterete. E questo è l'importante. Pensare.
VOCABOLARIO - Dipendere definizioni:
dipèndere (ant. depèndere) v. intr. [dal lat. dependēre «pendere da, dipendere», comp. di de- e pendēre «pendere», con mutamento di coniugazione (cfr. pendere)] (pass. rem. dipési, dipendésti, ecc.; part. pass. dipéso, ant. dipenduto; aus. essere). –
1.
a. Derivare, procedere, essere causato: l’errore dipende spesso dall’ignoranza; il deficit dell’azienda dipende dalla cattiva amministrazione; il ritardo del treno è dipeso da un’interruzione della linea; spesso il malumore dipende da cattiva digestione.
b. Essere determinato: il prezzo del volume dipenderà dal numero delle pagine; da tante cose dipende la sorte di un uomo; da questo colloquio può d. tutto il mio avvenire. In matematica, essere funzione di: y dipende da x.
c. Essere legato a una condizione: la partenza dipende dallo stato del tempo; la mia accettazione dipenderà dalle proposte che mi fanno. Con questa accezione, è frequente come risposta, in modo assol. e nella forma impers.: «Allora, acconsenti?» «Dipende ...».
2. Essere in potere, in facoltà di qualcuno, nelle frasi dipende da me, da te, da lui, ecc., che assumono nel contesto sign. particolari: da te solo dipende se venire o no, sei tu solo che devi decidere; credimi, non è dipeso da me, non sono stato io a volerlo; tutto dipende dal Consiglio d’amministrazione, è a questo che spetta la decisione.
3.
a. Essere soggetto all’autorità, alla volontà di altri: famiglie all’antica, in cui i figli anche adulti dipendono dal padre; anch’io dipendo dai miei superiori; in partic., d. dal padre, dalla famiglia, non essere autonomo economicamente, avere bisogno dell’aiuto finanziario del padre, dei familiari; non d. da nessuno, poter disporre liberamente della propria volontà, delle proprie decisioni.
b. Essere agli ordini, al servizio di qualcuno, compiere per esso un lavoro subordinato. Anche di uffici, stabilimenti, istituti, ecc., la cui attività sia diretta o controllata da organi superiori.
4. In grammatica, essere in rapporto di subordinazione: proposizione consecutiva che dipende direttanente dalla principale. ◆ Part. pres. dipendènte, con uso verbale: ufficio dipendente dalla sede centrale; lavoratori dipendenti da imprese private; anche come agg. e sost. (v. la voce).
Sinonimi e Contrari
dipendere
/di'pɛndere/ (ant. dependere) v. intr. [dal lat. dependēre "pendere da, dipendere", con mutamento di coniug.] (pass. rem. dipési, dipendésti, ecc.; part. pass. dipéso, ant. dipenduto; aus. essere). - 1. [essere determinato o condizionato, con la prep. da: il nostro futuro dipende dalle nostre scelte] ≈ derivare, discendere, nascere, originarsi, passare (per), procedere, provenire, scaturire. ● Espressioni: dipende [come risposta fam. a una domanda, per esprimere incertezza] ≈ chissà, forse. 2...
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VOCABOLARIO - Dipendenza (<<derivazione di dipendere!>>) definzione:
dipendènza
Vocabolario on line
dipendènza (ant. dependènza) s. f. [der. di dipendere; nel sign. 3 a, sull’esempio del fr. dépendance]. –
1. Il dipendere, l’essere dipendente: la d. dei figli dall’autorità dei genitori; d. diretta, indiretta; essere alle d. di una persona, o di una impresa, di un ente, compiere per essa un lavoro subordinato (in questo sign., è usato di norma il plur.); analogam., avere alle proprie d., riferito al datore di lavoro; in senso più astratto: d. di una proposizione da un’altra; d. dell’area di un cerchio del suo raggio; d. della temperatura dalla pressione; fatti che sono in rapporto di reciproca d.; in d. di ciò, in conseguenza di ciò.
2. Con accezioni specifiche:
a. Nella medicina e nelle scienze sociali, condizione, in cui un individuo si trova, di incoercibile bisogno di un prodotto o di una sostanza, soprattutto farmaci, alcol, stupefacenti, a cui si sia assuefatto, e la cui astinenza può provocare in lui uno stato depressivo, di malessere e di angoscia (d. psichica), e talora turbe fisiche più o meno violente, cioè nausea, dolori diffusi, contrazioni, ecc. (d. fisica): d. da medicinali, da sostanze psicotrope, dalla droga. Anche come secondo elemento di parole composte (v. -dipendenza).
b. In psicanalisi, d. psichica, la situazione di subordinazione dell’Io rispetto alle esigenze del mondo esterno, dell’Es e del Super-Io, o anche la posizione inconscia di non-autonomia infantile che si manifesta nel nevrotico adulto di fronte a immagini materne o paterne.
3. Con sign. concreto:
a. Di edifici, di proprietà e sim., ciò che è annesso alla parte principale (v. anche dépendance): la villa e le sue d.; ha venduto la fattoria con tutte le d.; alloggiare in una d. dell’albergo.
b. non com. Succursale, filiale, di aziende, enti, società.
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Infine quando si "parla" e\o si scrive non si può non considerare la:
<FILOSOFIA DEL LINGUAGGIO>>
https://it.wikipedia.org/wiki/Filosofia_del_linguaggio
La filosofia del linguaggio si occupa del linguaggio umano e dei suoi sistemi di comunicazione. Poiché indaga le relazioni tra linguaggio, pensiero e realtà la filosofia del linguaggio si pone al confine con altre discipline quali la psicologia, metafisica, l'epistemologia, la logica, la linguistica, la semiotica. Studia quindi il rapporto tra segno e significato e la capacità umana di usarli nella comunicazione.
Linguaggio e realtà[modifica | modifica wikitesto]
Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Guido Calogero § La teoria sul pensiero greco arcaico e Guido Calogero § Indistinzione di ontologia, logica e linguaggio.
In epoca arcaica non si distingueva tra parola e cosa: la differenza tra il linguaggio e ogni simbolo riferibile alla realtà si afferma infatti in Grecia in un periodo successivo intercorrente tra il VI e il III secolo a.C.
Le prove di questa indistinzione tra linguaggio e realtà sono nell'analisi di diverse culture primitive dove sussisteva la convinzione che conoscere il nome del nemico volesse dire esserne padroni e poterlo così sconfiggere.[1]
Così anche in molte teogonie orientali come nel poema babilonese Enûma Eliš,[2] che tratta della creazione e nei testi indiani come la Bṛhadāraṇyaka Upaniṣad e il Ṛgveda e nelle credenze religiose sumere, egiziane e anche romane il dio creatore è colui che crea pronunciando il nome della cosa creata: senza nome non esiste la cosa e il nome dà realtà alla cosa.
« Quando in alto il cielo ed in basso la terra non avevano ancora ricevuto il loro nome, niente esisteva....[3] »
Così anche nella Bibbia nel testo della Genesi Dio crea la luce pronunciandone il nome:
« Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu.[4] »
e Adamo assegnando un nome agli animali stabilisce la predominanza dell'uomo, signore della natura
« Il Signore, avendo formato dalla terra tutti gli animali dei campi e tutti gli uccelli del cielo, li condusse all'uomo per vedere come li avrebbe chiamati, e perché ogni essere vivente portasse il nome che l'uomo gli avrebbe dato. L'uomo diede dei nomi a tutto il bestiame, agli uccelli del cielo e ad ogni animale dei campi...[5] »
[Continua su Wiki-pedia]
Forse oramai "zio Adamas" è andato "oltre" ai concetti, significati, emozioni, stati d'animo e "vivere".
Zio Adamas oramai si interroga sul senso di cio che dice e se questo abbia un senso senza di lui e la sua esistenza.
Zio adamas, dura ancora poco.
Credo fino al 6 dicembre.
Ma vediamo... forse reggo anche quella.
Perchè poi "vivere" è solo avere "energia per vincere la resistenza del tempo" letterale.
E se vivo abbastanza da finirlo, leggerete forse, la mia unica pubblicazione scientifica.
Una!
E speriamo che serva all'umanità.
io dipendo.... e già!
Dipendo da troppe cose per esistere.
Senza dubbio.
I lfatto che questa esistenza sia piacevole o meno.... è importante?
Non credo. Forse l'importante è esistere e da cosa dipende.
Quisqullie soggettive tutto il resto.
Adamas.ego.
E se "l'oracolo me lo ha scritto"... beh.... andràcosi e saràcosi.
-"..... uomo fortemente illuminato... illumina l''universo come una stella...."
E voi non avreste detto grazie? Io si.
".... le tenebre sono sotto i miei piedi... e la luce del sole mi riscaderà per l'eternità..."
Non resta che ringraziare per tanta benevolenza dell'oracolo. che altro fare se non -:Dire grazie"-