E' evidente che, ciò che per me è un normale argomento di conversazione, per altri è esoterismo puro.
Mi sono accorto solo di recente, rileggendo un thread a proposito della meditazione (su sito di terze parti), che esiste un gradino altissimo, tra chi è già ferrato in materia e chi vorrebbe iniziare a praticarla.
In particolar modo, come del resto accade quasi sempre, chi intende insegnare raramente sceglie le parole giuste. Gli insegnanti tentano regolarmente di tradurre e condensare mesi o anni di riflessione, ricerca interiore, sensazioni e pratiche astratte in poche, incisive parole.
Quasi una forma d'arte, ma, come in tutte le arti, solo chi si trova sullo stesso versante intellettuale dell'artista, che si tratti di esperienze emotive o sensoriali, riesce davvero a comprendere la sua opera.
A mio avviso, il migliore degli insegnanti è chi riesce ad insegnare ai bambini. (Potete citarmi)
Tra adulti si ha a disposizione un vocabolario comune molto ampio che comprende un numero ragguardevole di singole parole che riassumono concetti complessi. Ciò di cui non si tiene conto è il modo in cui normalmente si immagazzinano i concetti, ovvero attraverso elementi sensoriali; immagini, sensazioni, percezioni fisiche.
Il più astratto dei concetti, nella mente di ognuno di noi, è sempre accompagnato da una collezione più o meno ampia di "registrazioni sensoriali", qualcosa che dipinga un quadro completo di ciò di cui si compone il concetto (per fare un esempio, provate a pensare alla parola "temporeggiare").
Per insegnare ai bambini, invece, è necessario ridiscendere l'intera scala della nostra crescita intellettuale, prendendo nota dei singoli "fattori primi" che compongono le nostre esperienze personali e che possono definirsi comuni a tutti in quanto legati alla natura stessa della nostra fisicità.
Colori, rumori, percezioni tattili e olfattive, reazioni emotive istintive; ma come si fa a descrivere qualcosa che invece ha come scopo proprio l'opposto, ovvero trascendere la nostra fisicità e rivolgersi al puro astrattismo?
Si può trovare un punto comune nelle esperienze personali di ognuno di noi che possa condurre univocamente alla parte più profonda dello stato meditativo?
Personalmente, finora, leggendo vari articoli e forum sull'argomento meditazione, ho sempre avuto l'impressione che chi scriveva desse delle "indicazioni al buio nella speranza che chi legge finisca prima o poi per ruzzolare nel buco giusto"; senza, peraltro, che sia realmente possibile dare una descrizione inequivocabile del risultato che si dovrebbe raggiungere e della sua "intensità".
Io stesso, dal basso della mia scarsa esperienza nella meditazione, non saprei dire se ciò che raggiungo sia un vero risultato o solamente ciò che per un maestro equivarrebbe a mala pena alla soglia di un enorme castello.
Quindi ecco che arriviamo al punto focale di questo thread.
Sareste in grado, una volta esauriti i consueti consigli su posizioni e ambiente, di scomporre in "fattori primi" il vostro personale percorso fino al nucleo più profondo del vostro stato meditativo? Sapreste disegnare una mappa sensoriale, cinestetica ed emotiva di ciò che vi guida verso la trascendenza di tutto ciò che è fisico?
Ecco alcune linee guida per evitare che si ricada sempre nei soliti "errori da insegnante":
- • evitate di dare direttive, limitatevi a descrivere le vostre azioni
• non parlate di "metodi", descrivete ogni passo come se doveste elencare i singoli muscoli che bisogna contrarre per strizzare un occhio
• riflettete sulle parole che state usando ed eventualmente "scomponete" ogni concetto astratto in immagini, sensazioni ed emozioni basilari
• non usate similitudini o metafore, ogni cosa deve essere in prima persona e riconducibile ad elementi primitivi
• se non potete fare a meno di usare una similitudine per descrivere una sensazione o un'azione, fate in modo che sia più semplice e fisica possibile
• evitate i link a fonti esterne come la peste, usate solo farina del vostro sacco
• non riassumete le descrizioni, semmai espandetele; se una descrizione vi sembra troppo lunga, vuol dire che siete nella direzione giusta
• se un solo elemento descrittivo non vi sembra sufficiente, usatene diversi; ogni elemento concorre a completare il quadro (come quando si descrive un sogno)
• ricordatevi che non state insegnando, ma descrivendo; non dovete convincere nessuno che 2+2 può fare 5 (di nuovo, come quando si descrive un sogno)
• evitate di riportare metodi che coinvolgano elementi che non siano facilmente replicabili (luoghi particolari, uso di sostanze varie, oggetti esoterici....)
• la relazione tra metodi e risultati non è univoca, ma mediata dall'esecutore, il quale a sua volta non ha alcun merito dei propri talenti; evitate di presentare le vostre esecuzioni come *corrette* o *migliori* rispetto a quelle degli altri
• fate attenzione a non trattare un "effetto" come se fosse una "causa"; una sensazione può essere il risultato di uno stato meditativo, mai il mezzo per raggiungere quello stato
- • ricordatevi che quello che state leggendo è un resoconto personale di esperienze personali; non ci sono fatti da confutare o citazioni da correggere
• se un elemento non vi convince o una descrizione vi sembra troppo semplicistica, chiedete chiarimenti quotando il relativo passaggio ed evitate le critiche; qui nessuno è Stephen King
• ciò che per qualcuno è rosso, per qualcun altro può essere verde; se un elemento sembra condurvi fuori strada, fatelo presente in modo che gli altri possano cercare di "tradurlo" in termini a voi più familiari
• evitate quanto più possibile di fare domande che non si riferiscano direttamente alle descrizioni di chi posta; Google è in grado di sommergervi con risposte a domande generiche su praticamente qualsiasi argomento
E' tutto; almeno per ora.
Non vedo l'ora di leggere i post che seguiranno (sempre che ne seguano), perché voglio vedere se insieme possiamo fare meglio di tanti decantati siti dedicati all'argomento.
Io stesso voglio migliorare la mia meditazione, perché sento di non aver ancora raggiunto un livello apprezzabile.