Miss Emerald ha scritto: ↑mer gen 29, 2020 7:52 pm
Grazie per l'utilissimo ripasso di alchimia...e poi la Bingen, che adoro.
Una breve nota introduttiva che si dovvrebbe rispecchiare in quanto hai risposto.
Nel linguaggio e nelle citazioni si può trovare quel 'gergo armonico' che accomuna gli alchimisti. La Bingen era una alchimista.
l'alchimia interiore, ovviamente, non tanto per "far succedere" qualcosa, quanto per comprendere quel che mi succede. Per questo sono rimasta così colpita quando ho letto la tua definizione di "soglia di replicazione". Non è un argomento in cui mi sono imbattuta di frequente.
Ad una spiegazione più ampia della fase di replicazione si arriverebbe con molta semplicità analizzando quanto hai esposto menzionando l'alchimia cinese.
Facendo riferimento alla citazione di Descartes, "non si deve scegliere una scienza particolare, infatti esse sono tutte connesse tra loro e dipendenti l'una dall'altra" , cercherò di identificare i punti che avrebbero in comune le due scienze: quella occidentale e quella orientale.
Recentissimamente sto volgendo la mia attenzione al Neidan/Neitan, che significa "cinabro interno", "elisir interiore" e altro non è che l'alchimia interiore cinese, basata sulla pratica taoista e la medicina cinese, perché mi pare meno oscura e più integrata dell'alchimia occidentale.
Con il termine Neidan mi hai focalizzato perfettamente sul termine chiave per attuare la comparazione.
Entrambe le due dottrine parlano di tre 'energie' , 'elementi' che rappresenterebbero la fonte di nutrimento spirituale e fisico.
Vista secondo il linguaggio occidentale, il nostro corpo è l'athanor.
In esso sono presenti i tre elementi che l'alchimia Cinese chiama Jinq, Qi e Shen.
Sotto molti aspetti si associa il termine Qi al termine prana, però devo dire di avere dubbi riguardo questo collegamento. Questo perchè comparo le caratteristiche delle tre figure che appaiono spesso nei disegni alchemici e vedo per esempio che il Qi potrebbe avere una 'duplice natura' (es. verde e rosso) e che il prana potrebbe essere lo Jing (es. blu).
Soprattutto mi dà più riscontri concreti rispetto quello che sperimento e ciò mi rende più serena.
E' giusto anteporre i propri gusti e le proprie vocazioni per provare piacere nell'apprendere la scienza delle scienze. Sotto qualsiasi forma essa è manifesta nella cultura o nella religione di un popolo, il messaggio è sempre lo stesso.
Quindi una forma attira più di un'altra (forma di alchimia) Cercando di rispecchiare quanto appreso dall'alchimia es. cinese in altri linguaggi si può ottenere una conoscenza più ampia. Tutto ciò per arrivare all'individuazione.
Mi spiego: individuando precisamente a cosa si riferisce il termine Qi, cominciamo a fare conoscenza di una data 'entità'. Una volta instaurata l'amicizia con questa entità, dovrebbe essere possibile giovare dell'aiuto di questa 'entità'.
preso da wiki:
Jing "essenza", riferendosi alle energie del corpo fisico. Basandosi sull'idea che la morte è causata dal depletarsi del proprio jing, l'alchimia interna daoista dichiarava che preservare il proprio jing permetteva di raggiungere una grande longevità, se non l'immortalità.
Stuzzicando il grande calderone sia nella sua forma materiale che immateriale, si può avere la fortuna di vivere una situazione nella quale sentire es. il 'flusso del qi' risulta una cosa semplice.
Tante volte poi si è meno fortunati e anche chiedendo ininterrottamente alla propria mente di 'riposizionarsi in quelle coordinate che hanno fatto vivere una particolare esperienza', non si riesce a ottenere più di tanto.
Dovrebbe essere una questione di sapere precisamente con chi si sta cercando di comunicare.
La successiva replicazione potrebbe essere frutto di un'amicizia con ciò che ho definito 'entità'.
In parole più semplici: es. i cani ci dimostrano che se desideriamo che ci riportino la pallina che abbiamo lanciato, non dobbiamo fare altro che ripetere sempre la stessa cosa per un dato periodo. Così capiscono che cos'è che vogliamo.
Tornando a noi, alla mia domanda, hai riportato una citazione di alchimia, "…Ma quando (l’oro dei saggi)" eccetera. A me pare di poter rilevare che ci si riferisca - come accade spesso sia nel sistema dell'alchimia che in altri - alla fase massima, la più alta, ma mi domando e ovviamente ti domando, se scendendo di qualche ottava potrebbe restar vero. Cerco di spiegarmi. Quando ti ho scritto, entrambe le volte, stavo vivendo una forte reazione psichedelica che è durata circa 48 ore, ma ero perfettamente sobria da ogni cosa. L'ultima volta che ho assunto dei funghi - una dose piccolissima - era niente di meno che la primavera del 2018. E' stata la prima volta che mi è successa una cosa del genere, a questi livelli, e per un tempo impossibile persino di fronte all'assunzione effettiva. Inutile sottolineare quanto sia stato incredibile da concepire e fisicamente estenuante. Ma è ovvio che non ho mai raggiunto nessun "oro", non sono "illuminata", pertanto, se quella citazione è valida, come a me sembra, dobbiamo pensare che sia vera anche in proporzioni infinitamente più piccole, a livelli tanto più bassi?
Ancora una volta grazie, se vorrai aiutarmi a capire.
Si. Le nozioni si raccolgono passo dopo passo. O come direbbero gli alchimisti: la rugiada è l'oro dei saggi.
Anni fa ho fatto degli esperimenti con l'acqua. In questa deve essersi condensato dello Jing (provo a improvvisare) e gli effetti che aveva quell'acqua erano portentosi. Potrei definirli un pò come la 'reazione psichedelica' che hai descritto. Allo stesso tempo si era sobrii, si sentiva una forte appartenenza alla natura, ci si sentiva bene fisicamente, si ricevevano parecchie informazioni che non possono essere associate a fantasticazioni della nostra mente, ecc...
Si trattava soltanto di acqua e quindi si potrebbe parlare di effetto placebo. Ma l'esperimento è stato condotto in compagnia di altre persone che hanno avvertito le stesse sensazioni e 'quell'energia' era capace di accendere luci, ricaricare batterie.
Ho fatto questo esempio per rimarcare il fatto che una volta compresa e identificata quell'
essenza, si ha la possibilità di replicare a proprio piacere quanto quell'essenza può darci.
Concludendo, l'alchimia è una scienza extrauniversale, pertanto per preferenza si parte dall'argomento che attira di più. Se senti che l'alchimia interiore è quella più affine alle tue esigenze, vuol dire che forse questa è la strada più interessante per il tuo io per giungere per esempio alla fase di replicazione. Una delle tante mete che possiamo raggiungere.
La replicazione potrebbe rappresentare l'oro del momento, quindi quanto ottenuto dopo aver 'putrefatto' i propri pensieri (nero), 'individuato' cosa vogliamo (bianco), ottenuto quanto desiderato ardentemente (rosso).
Replicare poi nero-bianco-rosso, nero-bianco-rosso e così avanti diventa una questione di dimestichezza, volere.
Non ho tempo.