Considerazioni su un ciclo di changa

Autore: Benway
Sostanza assunta: changa
Via di somministrazione: fumata
Quantità: vedere l'esperienza
Link al topic: https://psiconauti.net/forum/viewtopic.php?f=28&t=3122

Alle soglie della prima esperienza non pensavo di iniziare un ciclo e men che meno di scrivere un rapporto ( leggibile anche da altri ). L'ho fatto per poter meglio ricordare e rielaborare.

La cosa inaspettata che vorrei comunicare sono le enormi potenzialità di autoguarigione ed esplorazione delle parti più profonde di se offerte dall'ultima ricetta di changa che ho deciso di testare ( molto simili, forse uguali ad un picco decente d'ayahuasca, ma con un tocco d'iperspazio ). Nulla di nuovo sotto il sole, anzi la si potrebbe considerare molto primitiva/base come ricetta, ma mi ha portato ad approfondire e rivalutare la changa.

Anche il metodo da me usato potrebbe essere parecchio discutibile e criticabile. Rollo tutto in un joint a cartina lunga ( ovvio che le dosi ad occhio sono tarate per far stare tutto dentro la cartina senza esuberi ). Molti direbbero: ma ne sprechi un botto!!!
Sicuramente è vero, ma in mancanza di un bong decente ( acquisto che dovrò fare a breve ) l'ho sempre fumata così nella variante cartina corta oppure pipetta in vetro. In questa variante la ricetta era ancora più primitiva: foglie di caapi gialla ( a occhio ) + spezia ( oscillando fra i 35 e i 50 mg ).

Nella nuova ricetta ho aggiunto i semi di ruta e solo grazie a loro ho ottenuto i risultati che sto vivendo tuttora.
Loro e l'aumento dei dosaggi di spezia hanno permesso dei veri breakthrough che hanno innescato il mio processo.

L'aggiunta di materiale ha portato ad una “mista” finale più voluminosa ( visto che preparo sempre a dose singola ) e dunque da qua la scelta della cartina lunga.

Avendo un metodo così dispersivo e scomodo ( diciamo primitivo ) da usare mi sono inventato un modo per cercare di fumare al meglio, sprecandone il meno possibile e ottenendo il massimo degli effetti.

E' il seguente: Accendo e inizio a fare brevi tiri che trattengo più del dovuto. Mentre sono in apnea passo il joint sotto il naso e aspiro lentamente in modo da riempire il setto nasale poi espiro, ma sempre e solo dal naso ( finchè ho capacità di riuscirci ). Il passaggio del fumo dal naso dovrebbe recuperare attraverso le sue mucose ( che tra l'altro son posizionate ben vicine al “centro di comando” ) ciò che non è stato assorbito dai polmoni o buttato giù verso lo stomaco .
E' importante fare brevi tiri e controllare che bruci in modo perfetto senza fare troppa brace. Non bisogna aspettare troppo fra un tiro e l'altro e per avere il pieno degli effetti bisogna finirla. Senza fretta, nel giusto tempo, ma non troppo lentamente.
Questa cosa può essere vista dai più come una tortura visto che al 3-4 tiro si iniziano già a sentire gli effetti e verso metà se ne viene quasi soverchiati. Una parte di se deve continuare l'assunzione spalleggiando la parte in viaggio. Esempio un pò schizofrenico, ma credo che renda l'idea.

Avviso che verso metà si inizia a lacrimare in modo copioso, le mucose del naso e della bocca aumentano. Si ha la sensazione di avere gli occhi gonfi, enormi ( non mi sono mai guardato allo specchio… ) e a volte può sorgere nausea oppure un'abbondante salivazione. Vi saranno anche forti sbalzi di temperatura in cui potreste ritrovarvi molto sudati o feddolosi ( proprio perchè siete bagnati dal sudore e di colpo la temperatura dell'aria sembra essersi abbassata di 10° ). Trovo queste reazioni del corpo delle forme minori di purga in confronto a quella che si esprime con l'ayahuasca, ma comunque sempre molto utili.

Visto che normalmente opero a luci spente e devo già occuparmi della buona assunzione ho deciso di mettere un sacco dell'immondizia per terra fra me ( sul divano ) e il tavolino dove c'è il posacenere. Non mi preoccupo di ciccare nel posa. Ci provo forse per istinto, ma non me ne curo. Mi metto il cuore in pace e pulisco alla fine di tutto. Il sacco è utile anche per sputarci dentro, vomitare, etc. Consiglio di tenere a portata di mano una boccia d'h2o naturale, dello scottex o simili e una coperta d'emergenza.

Teoricamenre fumare changa dovrebbe inibire i MAO solo parzialmente e per un breve periodo. Dunque una dieta vera e propria è superflua, ma conviene stare lontani o assumere con molta moderazione certi cibi, bevande, droghe, medicinali, etc..
Non causano problemi seri o la morte come nel caso di un'inibizione completa, ma possono creare veri fastidi che arrivano a sporcare l'esperienza. Personalmente sto attento dal giorno prima di fumarla e poi dopo…..capitano cose starne. Decide lei cosa mangi assieme al tuo corpo. La tua mente tenta di ritornare a vecchie e consolidate abitudini, ma gli effetti si fanno sentire in pestantezza allo stomaco, spossatezza, senso di gonfiore al fegato, senso d'oppressione alle tempie, ragionamento lievemente offuscato e reattività minore. Dunque dopo due o tre volte s'impara andando anche solo per esclusione.

Un ciclo di changa non è paragonabile ad una semplice fumata ( per quanto potente ) perchè ha tempo di svilupparsi in un periodo abbastanza lungo fornendo così tanto materiale su cui lavorare da poterci stare anni.

Divido il racconto in due parti perchè dalla terza assunzione apporto una modifica alla ricetta aggiungendo alla mistura anche corteccia di caapi gialla tritata molto fine e pestata nel mortaio coi semi di ruta. Poi levando la ruta, ma tenendo foglie e corteccia di caapi + passiflora ( fiore secco ) per la quarta ed ultima assunzione di questo ciclo.

Nota su set e setting:
Ho scelto sempre di operare di notte, meglio a luci spente. A casa. Da solo. Stanza inondata di palo santo o storace. Specificherò sempre se usando la musica o no all'interno dell'esperienza. La prima sessione non mi aspettavo granchè, ma ero comunque preso bene. Dalla seconda ho iniziato un pò a temere l'enorme potenza del preparato avvicinandomi più cautamente, ma aumentando sempre più la profondità dell'esplorazione e l'accuratezza della cura e degli insegnamenti.

Parte prima:

- Ricetta base: foglie di caapi gialla ( ad occhio ) + 1g di semi di ruta tritati bene con mortaio + spezia ( i mg li dirò all'inizio di ogni esperienza ).

- I° assunzione - I° settimana -

Preparo tutto con cura. Provo una changa con 60mg di spezia infusa. Fumare è duro la prima volta perchè non ci si aspetta effetti corporei così marcati e bisogna imparare a continuare l'assunzione anche a viaggio iniziato ( non preoccupatevi….la bocca la si centra sempre se si ha in mano un joint di changa ). Però a differenza di quella senza i semi di ruta sento qualcosa di diverso, potente e coadiuvante. Lo spirito della ruta a braccetto con quello della liana fanno comunella espandendosi lungo tutto il corpo. In ogni arteria, vaso sanguigno, nervo, fino ad uscire dai confini del corpo e rendere palpabile la sensazione d'essere molto più “ampi” di quanto ci si percepisca in realtà. La soundtrack psy-amb aiuta e si integra alla perfezione.
Poi un lampo seguito da più lampi, scoordinati, geometrici e appena percepibili. Tutti di un blu molto intenso. Fasce di colori più opachi si stendono ai bordi della vista. Altri lampi formano un'immagine ben definita di una bellezza artistica indescrivibile. Una donna blu con vesti bianche, azzurre, blu, bordature geometriche nere e abbellimenti gialli. Sembra un bellissimo e tremendo mosaico vivente. La figura ha lunghi capelli del colore dei fulmini che le fluttuano attorno al capo e sta come bevendo/soffiando da quella che sembra essere una grossa conchiglia. Dal retro della conchiglia escono pattern geometrici che si perdono nel buio che ci circonda.
Lei spalanca l'unico occhio che vedo e il disegno prende fattezze greco/minoiche scomparendo nel buio.
Per un attimo il nulla. Apro gli occhi e mi trovo circondato dai pattern di codici che compongno la matrice. Funziona! Richiudo velocemente gli occhi contento che sia venuta a salutarmi. So nell'intimo che si tratta dello spirito della ruta.
Di colpo mi trovo al cospetto di un essere vegetale di dimensioni enormi. E' grosso più o meno quanto una quercia secolare e abita in uno strano luogo di cose in movimento non definibili , ma morbide, anch'esse vegetali e dai toni tenui, per nulla aggressivi.
Mi sento euforico e un pò stupido ( in senso divertente ). Lo saluto con un cenno del capo e un movimento dentro il corpo. E' una sorta di enorme albero senziente o gigantesco cavolfiore con intenti molto benvoli. Emana un potentissimo senso di guarigione, cura di tutto e rigenerazione.. Mi saluta cordialmente e allunga diversi suoi tentacoli/rami/radici avvolgendomi. Inizia anche a parlarmi telepaticamente ( credo… ). Sento un piacevole calore e una sorta di delicatezza nel suo abbracciarmi mente mi dice che ho il cervello pieno di merda. Rimango sopreso e gli rispondo che sto bene. Non ho problemi particolari. E' vero che non seguo una vita veramente corretta concedendomi distrazioni e piaceri vari, ma senza eccedere veramente in modo pericoloso. Insomma, non sono pulito, ma neanche tanto sporco. Lui non vuole sentire ragioni e inizia a sondarmi il cervello per poi addentrarsi nell'anima con altri tentacoli morbidi, bianchi. Non mi fa male. E' come se stesse facendo pulizia in una stanza dove galleggiano oggetti simili a foto o schermi bidimensionali contenenti immagini, a volte in movimento, di svariate cose ( molte veramente inutili come frammenti di pubblicità visti in tv, oppure una notizia data dai mass media, frammenti distorti di porno visti on line, frasi che diventano immagini, loop che sono forme geometriche cancellabili, etc. ). Borbottando come una mamma che cerca di pulire il suo bambino che ha appena giocato nel fango e torna a casa contento e inconsapevole, la creatura continua a pulirmi buttando via un sacco di cose. La sento scendere in profondità e scattano alcuni campanelli d'allarme. L'ego sente di essere messo da parte. Ora il padrone di casa sembra l'albero. L'ego si lameta e pesta i piedi. Riesco a staccarmi da me stesso non senza fatica e con un forte senso di perdita d'intimità personale. Sento i tentacoli come invadenti e sempre meno benevoli, ma capisco che è colpa del mio ego che cerca di bloccare il processo. Non capisco di cosa abbia paura. La creatura è buona e ci sta facendo del bene. Perchè temerla anche se invadente?
Dunque, dopo un pò di tiro alla fune con l'ego, lascio libero campo all'albero. Gli dico che ho paura e gli comunico la sensazione. Gli dico anche che so che non c'è da avere paura e non ne capisco la causa. Non riesco a focalizzare il problema.
La creatura mi abbraccia completamente assorbendomi.
Qua inizia un viaggio nelle mie viscere sia mentali che fisiche. Un viaggio di grande potenza ed elaborazione emozionale. Arrivo a sfiorare l'inizio. La mia nascita. Poi ancora oltre…il concepimento e lo sviluppo. L'albero mi fa capire che c'entra qualcosa mia madre. Mi fa intravvedere che in realtà, per quanto vada tutto bene, esiste un blocco profondo che deriva da un momento del mio sviluppo nella pancia, ma non mi porta oltre. Risalendo mi fa toccare altri argomenti come le relazioni personali e la società in cui vivo, ma in modo più tranquillo. Perde pian piano potenza. Immagini sconnesse. Infine il buio.
Apro gli occhi e ancora tutto si muove e tenta di sfuggire tornando poi subito a posto. Mi gusto la coda fino alla fine. Mi sento molto bene anche se un pò frullato. Sento le lacrime esiccate sulla mia faccia. Una sottile ragnatela di sale. Sono soddisfatto, ma sento che qualcosa è stato smosso. Qualcosa di antico, profondo e primario.

Totale picco: 30/40 minuti. Totale effetti prima di avere voglia di alzarsi e provare a deambulare: 1h e 21 minuti esatti.

Nota: I giorni seguenti mi sono sentito esattamente come dopo una buona toma di ayahuasca. La sensazione d'aver solo iniziato qualcosa di molto importante, ma non definibile, è predominante. I pensieri e le cose viste durante l'esperienza tornano spesso creando anche delle brevi crisi con esito sempre costruttivo. Dopo 3-4 giorni vengo preso da follia da rinnovamento decido di “ribaltare” casa dando il bianco, spostando mobili e buttando via un'infinità di cazzate accumulate ormai con l'unico scopo di raccogliere polvere. Mentre lavoro come un pazzo continuo a fumare cannabis. L'erba mi permette di recuperare momenti del viaggio appena fatto e rielaborarli con il suo punto di vista. Sento uno strano complotto alle mie spalle. La maria sembra essersi messa d'accordo con la changa, ma non ne sono completamente sicuro. A livello fisico mi sento carico d'energia e abbastanza infaticabile. A livello metale sono ottimamente reattivo, creativo e propositivo. A volte mi sembra di camminare felice sull'orlo di un baratro tremendo, ma è una sensazione passeggera. Lentamente capisco di essermi comportato verso la mia casa come lo spirito pianta s'è comportato con me. Sono convinto al 100% d'aver somatizzato ciò che ho subito durante il viaggio riversandolo sull'ambiente esterno più vicino e più vissuto con intimità; ossia la casa ( rappresentazione esteriore di varie parti del se ). In ogni caso è stata molto utile questa somatizzazione. Dopo 10 anni di vita intensa la mia povera casa aveva proprio bisogno di una rifrescata!
Poi giunge l'ora di continuare la conversazione e la cura. Mi sento un pò come in terapia anche se non ci sono mai stato. So che vogliono mostrarmi altro. Sento nel profondo che abbiamo appena iniziato. Mi sento invitato e quando è così so che non sto esagerando o sfidando più di tanto i miei limiti. Giunge il momento della seconda assunzione.

- II° assunzione - II° settimana -

Tutto è pronto. Ho preparato una changa con circa 70mg di spezia. La musica si diffonde soffusa per la stanza. Questa volta m'affido ad un mix autoassemblato con vari pezzi e live di Mr.Margherita. Temo. Voglio. Sento il meccanismo: combatti o fuggi solleticarmi l'anima. Annullo ogni pensiero razionale per una manciata di secondi e accendo. Anche questa volta le prime ad arrivare sono le sensazioni fisiche. Il corpo e la mente sembrano aver fatto tesoro dell'esperienza precedente e reagiscono meglio abbandonandosi quasi subito alla piacevole sensazione. Occhi chiusi. Qualcosa di simile a grosse bolle traslucide si muove nell'oscurità. Non si vedono bene. Si percepiscono a momenti. Apro gli occhi per controllare la fumata e vedo che la relatà si sta già decomponendo. Inizia. Chiudo gli occhi. Contiuno a fumare e di colpo…cazzo!….Il velo. Dietro di esso l'uomo che attira la nostra attenzione facendoci capire che la realtà non è il velo. E' tutt'attorno. Faccio un passo oltre e vedo uno dei burocrati/controllori dei veli intento a lavorare su uno strano computer/macchina da scrivere stile anni '30. E' talmente assorbito dal suo lavoro che non mi vede passargli a fianco. Il suo collega, mi sorride e fa cenno di fare piano per non destare l'attenzione del controllore. Poi mi dice di andare veloce e sguscio via. Passo attraverso ad una strana realtà a soffietto. E' difficile da spiegare perchè ha uno sviluppo multidimensionale. E' una realtà composta da infiniti paraventi colorati che si muovono costantemente creando un labirinto mutevole di spazi ed interspazi. Qua sento una presenza incollata al mio braccio sinistro. Creco di guardarla e vedo un essere difficile da descrivere. E' attaccato a me come se fossimo gemelli siamesi. Non è una sensazione spiacevole. Egli è potente, colorato, ricoperto di simboli e motivi a spirale. A volte sembra un grasso buddha alieno, altre uno strano animale simile ad un orso/gatto/panda. Sta viaggiando con me e sento la sua energia diventare sempre più forte. La sua risata è la fonte primaria del suo potere. Tutto aumenta di frequenza. Sono circondato da una moltitudine di entità neutre o benigne. Poi sento un rumore percepito come assolutamente reale che sovrasta la musica. Localizzo la fonte dietro alla mia testa, in alto, sul soffitto, direttamente dietro alla nuca. Sembra il rumore prodotto da un grosso serpente metallico che spaventato da qualcosa ha reagito agitandosi. Percepisco inequivocabilmente una presenza predatoria/animale alle mie spalle. L'intero meccanismo di soppravvivenza prende il soppravvento e apro gli occhi cercando di “ascoltare” con la vista il rumore appena sentito. Impossibile tenere gli occhi aperti. Qualcosa mi tranquillizza e mi dice che si tratta di un parassita. Nulla di che. Una specie di zanzara multidimensionale. Noi, come molti altri esseri, siamo cibo per loro e volte s'attaccano. Sono solo più difficili da schiacciare rispetto ad una normale zanzara, ma non con la changa o preparati simili.
Galleggio un pò in un morbido non ambiente dai colori caldi e collegati all'elemento terra. Chiedo, parlando telepaticamente al nulla, di voler approfondire l'argomento trattato verso la fine del primo viaggio. Voglio capire e definire il blocco. Capire dov'è e rimuoverlo. Sento il mio ego che comincia ad avere paura. Non io. Forse sono un pò preoccupato, ma nulla di più. La paura dell'ego mi comunica d'essere sulla giusta strada. Devo seguire quella paura fino alla fonte perchè è direttamente collegata alle ragioni del blocco; anzi, lo ricopre come una corazza, lo protegge dall'essere guardato e ammesso direttamente ( cosa che sicuramente lo distruggerebbe sgretolandolo/assimilandolo ). Mi sento spossato. Le braccia sono pesanti e la spina dorsale non regge il peso della testa. Non riesco più a stare seduto e mi corico. La musica diventa più ritmata ed inizio ad avere visione di grandiose macchine elfiche molto circensi. Mi comunicano che la musica sta disturbando. Troppo casino insomma. Se la tengo accesa non vado dove voglio. Dopo un pò la sopportazione giunge al limite. Devo spegnere la musica! Apro gli occhi e uso l'stinto per alzarmi, spostarmi al buio ed arrivare al pc. In preda a molteplici distorsioni riesco a spegnere e mentre torno verso il divano gustandomi l'inizio del silenzio penso: mai più una correzione così all'interno di un viaggio!! Troppa sbatta!
Poi mi sdraio e richiudo gli occhi. Attorno solo il silenzio e un'oscurità calda, avvolgente. Sto molto bene ora. Tutto riparte esattamente dalla risposta alla mia richiesta di prima. Il corpo è pervaso da correnti elettriche bioluminose. Ho perfetta coscienza del mio sistema nervoso. Mi vedo dall'esterno e sento, anche muovendomi, come il cervello sia collegato ai piedi ( sembra una cosa stupida e banale detta così, ma vi assicuro che può essere sconvolgente ). Vengo attraversato da fulmini. I piedi…diventano quelli di un neonato. Torno al cervello velocemente ( forse mi sto muovendo coi fulmini ). Vedo/sono il cervello in formazione. Vedo i primi neuroni accendersi e poi cercare di avvicinarsi/collegarsi fra loro. Percepisco chiaramente l'inizio della formazione della mia rete neurale e il suo espandersi e collegarsi. Mi sto creando in combutta con forze immensamente più potenti ed eterne. Nel mio cervello da adulto vi è la traccia della rete neurale primaria. Sento di avere dentro di me il cervello di un feto. Sono io il feto e il cervello, ma le cose non stanno unite. Mi sembra d'essere in due. Vedo un feto luminoso il cui cervello è il mio talamo. Ha una coda simile ad una radice di luce che diventa la mia spina dorsale. Mi vedo blu, trasparente e con delle strane cose colorate che mi galleggiano dentro. La presenza del doppio cervello e del feto fà impaurire l'ego che, nuovamente, si trova ad essere spodestato dal ruolo di pardrone di casa. Riesce a trovare un alleato raggirando l'istinto di autocoservazione per usarlo contro di me. Vengo sbalzato più in là. Dentro la pancia di mia madre. Di fronte ad un bimbo già ben formato. Sarà di 5-6 mesi. Ha i capelli neri. Lui mi tocca il volto perchè tiene gli occhi chiusi. Lo osservo meglio e mi riconosco. Sono io e inizia una velocissima danza di unione e divisione. Tutto diventa confuso. L'ora e l'inizio diventano la stessa cosa. L'ego vacilla spaventosamente e urla il suo terrore cercando di convincermi che non sarei mai più riuscito a tornare da una simile regressione. Di nuovo il povero istinto d'auto conservazione viene ingannato e agisce. Mi stacco dal feto e dalla pancia e mi trovo seduto sul divano sempre ad occhi chiusi.
Sono nuovamente in un non luogo molto buio e molto affollato. Parecchie veloci e non definibili entità mi vengono a parlare. Tutte insieme dicono cose incapibili velocemente creando un caos celebrale notevole. Fottuto ego! Mi ha spostato dal processo in atto! E non contento urla a più non posso sopra la marea di voci cercando di ordinare le onde di un mare ormai in tempesta.
Mi sale un fastidio incredibile e mi ritrovo a dire seccamente ad alta voce: Sssshhhh!!! Che cos'è tutto sto casino!!! Zitti! Adesso zitti tutti!! Avete rotto il cazzo!
Tutto scompare e torna tranquillo. Con grande sorpesa tornano le visioni. Morbide e iperspaziali mi conducono in regni presenti dentro di me. Vedo vari luoghi assurdi e bellissimi. Luoghi che ricordo perfettamente perchè mi appartengono, vengono usati e visitati ( anche solo nei sogni ). Vedo i miei banchi di memoria. Vedo il paesaggio che si crea e reagisce su base emozionale e così via. Vado sempre più a fondo. Scendo nel mio plesso solare e poi ancora più giù. Subito dietro l'ombelico. Arrivo di nuovo vicino alla radice primaria del me, ma senza tutta la schizofrenia di prima. Vengo condotto delicatamente fino a vedere meglio il blocco. E' nero come un buco nel nulla. Non lo si riesce a definire, ma questa volta sembra avere un qualcosa di geometrico. Gli galleggio davanti. Gli giro attorno. Impossibile vedere dentro. Impossibile capire che forma ha. Impossibile definirne la consistenza. Impossibile associarlo ad un suono e dunque impossibile da definire con una parola. Inimprigionabile. Fermo fra le parti più profonde di me. Sento come se avesse una coscienza. Come se sapesse d'essere vivo. L'ego è ridotto ad un bambino tremante in un angolo e continua a ripetere che là dentro c'è il male assoluto e se lo si guarda ci si spaventa fino a morire. Mi rendo conto d'averlo un pò troppo maltrattato…povero ego. Lo abbraccio dolcemente parlandogli come si fa ad un bimbo. Gli chiedo di cosa ha paura. Da cosa è originata? Perchè sembra così potenzialmente pericoloso sfidare il blocco?
L'ego sentendosi accettato ( stupido ego! ) si tranquillizza e rimango accanto a lui guardando la massa nera, potente e pericolosa che mi “fissa” a sua volta. Lentamente tutto scompare e torno prima a pensieri e ragionamenti di tipo emozionale e poi mi trovo sdraiato sul divano. Apro gli occhi. Tutto ancora si muove. Trascorro una lunga e piacevole coda. Godo totalmente del buio della notte e del silenzio. Ringrazio gli Spiriti per tutto e mi abbandono al nulla e al piacere del nulla.

Totale picco: 35/45 minuti. Totale effetti prima di avere voglia di alzarsi e provare a deambulare: 1h e 40 minuti circa.

Nota: Anche questa volta nei giorni seguenti compaiono forti momenti di rielaborazione seguiti quasi sempre da mirco-crisi interiori abbastanza intense, ma sempre autorisolventi in pensieri sani e buoni. Al quarto giorno dopo il viaggio decido di fumarmi un bel cannone di prima battitura d'amnesia e sorpresa! Molte parti del viaggio vengono riprese. Riesco addirittura a continuarle. Mi spingo di nuovo a fondo. Ricordo la strada attraverso il plesso solare e l'ombelico. Con l'amnesia ci si muove un pò diversamente, ma riesco ad arrivare fino al blocco. E' più lontano e non è a fuoco. A volte lo perdo di vista, ma poi lo ritrovo. Sento di nuovo salire la paura immotivata. Non mi faccio distrarre. Cerco di rimanere lì. Di carpirlo….ma è troppo sfuggente con solo il thc. Di colpo ho un violento rigurgito emozionale che porta ad una escalation terminata in modo molto bello con qualche lacrima liberatoria e di gioia. Mi stupisco di questa reazione, ma l'accetto. Poi l'amnesia perde il suo potere. Mi fa piacere essere arrivato alle stesse conclusioni senza la changa, ma usando un'altra pianta maestra. Ora ne sono certo. La changa e l'erba si sono messe d'accordo per continuare una il lavoro dell'altra. Hanno una bella sinergia e le ringrazio entrambe.
Sempre i giorni seguenti sono diventato sempre più categorico su cosa e quanto mangiare. Non seguo una dieta, ma il puro istinto animale ben consigliato dallo spirito delle piante. Il processo continua potente per giorni. E' come se fossi ( per dirla molto male ) sotto effetto perenne di changa. E' strano. Non mi sento “rimasto sotto”, ma in fase di elaborazione per creare una migliore condizione d'essere. Ho ottime energie fisiche e mentali. Sono parecchio motivato in quello che faccio e sento. Mi gusto di più ogni singolo istante dell'esistenza. E' come se la sensibilità di percezione del reale avesse subito un ampliamento esagerato e, a tratti, quasi fastidioso. Sento come se avessi il cervello in fiamme, ma con una pace interiore antica e immutabile. Lentamente mi preparo alla terza assunzione. Ormai bisogna andare avanti. Anche Loro concordano.

Parte seconda:

- Ricetta base: foglie di caapi gialla ( ad occhio ) + [ 800mg di semi di ruta + corteccia di caapi gialla fatta a pezzettini minuscoli ( a occhio ) tutto tritato bene con mortaio ] + spezia ( i mg li dirò all'inizio di ogni esperienza ).

- III° assunzione - III° settimana -

Questa volta decido di alzare il dosaggio della spezia ed arrivo a 82mg. Vista la materia dei viaggi precedenti decido di prepararmi nel seguente modo: mi lavo i genitali, i piedi, la faccia e i denti. Uso un pò di essenza di sandalo su caviglie, polsi e collo. Rimango completamente nudo perchè non voglio nessun impedimento fisico oltre al mio corpo. Inondo la stanza di palo santo, spengo le luci, il computer, lo stereo e chiudo le finestre. Rimango un attimo seduto al buio, in silenzio e accendo.
Verso la 4°-5° boccata inizio a sentire gli effetti fisici, ma sembrano diversi. Vi è una componente molto morbida/rilassante che s'insinua in ogni angolo del mio corpo senza irruenza, ma senza chiedere il permesso. Inizano i primi effetti marcati, ma sono diversi. Sento una presenza ulteriore. Sconosciuta. E' lì di fronte a me e aspetta in silenzio. Non capisco. Sento metà del cervello bloccato. Analizzo meglio e mi spingo a fondo. Vedo che lo spazio di fronte è diviso in due. Sulla sinistra, in un non luogo bianco azzurro con lampi blu, ci sono lo spirito della ruta e delle foglie di caapi. Parlano fra loro giocando e trasformandosi. Mi salutano con una serie di movimenti e ricambio trasmettendogli la mia inquetudine in merito alla presenza sulla destra. Mi dicono che non la conoscono. E' una pianta di caapi, ma loro non l'hanno mai incontrata. Sfido la barriera che separa i due lati e mi concentro sul lato destro. E' un non luogo marrone, molto legnoso. Lì, non visibile, attende un'entità che percepisco chiaramente come vegetale. Sento la terra fra i denti e il tannino legarmi la bocca. L'entità mi osserva. Dentro. Molto dentro. Mentre gli atri due spiriti continuano a divertirsi e far casino prendo coraggio e decido di avvicinarmi al nuovo arrivato. Non mi lascia avvicinare. Sento come una barriera di corteccia molto morbida. Allora mi presento e chiedo scusa per i casinisti sulla sinistra spiegando che sono amici e sono ben disposti a collaborare. Lo spirito della corteccia si mostra ed esplode in un universo molto colorato e bio luminescente. Vi sono molti come lui in questo ambiente simile ad una multidimensionale foresta di cactus/zucchine con un fiore chiuso più piccolo a mò di cappello. Lui è uno di questi enormi esseri vegetali. Tutto pulsa, vive e si muove attorno a me. Mi chiede cosa voglio da lui ( non sò perchè, ma mi sembra uno spirito maschile ). Tutti i suoi simili si concentrano sulla risposta in arrivo, sembrano molto interessati. Non ci penso molto e poi dico che vorrei imparare a cucinare l'ayahuasca come si deve migliorando il mio metodo attuale. Segue un attimo di sgomento fra la popolazione vegetale come se si sentissero onorati, ma avessi chiesto una cosa così strana per un occidentale da risultare quasi proibita. Il mio nuovo amico fa saltare il cappello/fiore emettendo fasci colorati ricchi di stelle. Sembra agitato mentre si consulta con i suoi simili. Attendo e la foresta di cactus scompare. Mi ritrovo in un non paesaggio veramente psichedelico ( ricordo di aver visto cose simili solo in piena botta di lsd ). Tutto scaturisce dal centro compresa la voce dell'essere vegetale che diventa come un tuono. Mi chiede se sono sicuro. Con estrema tranquillità e sincerità rispondo di si. Al centro del tutto compare solo il cappello/fiore che inizia ad emettere cose indescrivibili, ma molto belle e colorate. Mi chiede un pò spaesato il perchè della mia richiesta. Non so dare una motivazione ragionevole dunque gli sorrido e mi apro completamente a lui. Tò, guardami dentro. Gli dico con tranquillità.
Torno nella foresta di cactus e vedo lo spirito amico che s'inchina sulla mia sinistra. Mi tocca il piede con il cappello e si ritira su. Cambia tutto e mentre sto andando via sento che hanno accettato. Mi aiuteranno e guideranno per imparare a cucinare. Sento le loro braccia sulle/nelle mie. Le loro mani s'infilano come guanti nel sitema nervoso, nella carne, nelle ossa. I loro occhi si fondono ai miei. Non so perchè, ma vedo diversi vecchi e giovani indios di qualche non ben precisata tribù della foresta amazzonica. Congiungo le mani e ringrazio di cuore gli spiriti per aver accettato. Penso anche che ciò dovrà essere comprovato da un test reale. Ovviamente su invito
Ininzio ad inseguire una serie di ricordi. Molti, perfetti, quasi solidi. Sono ricordi di attimi dove ci solo solo io. Li sento particolarmente potenti perchè penso che sia successo qualcosa d'infinitamente importante per me o forse per l'intero multiverso. Ritorno ai vari attimi e scopro come nel momento sapessi già dell'importanza di quel segmento spazio-temporale. Il mio cervello va in tilt ed inizia a seguire la pista. Se questi attimi me li ricordo così bene è perchè ho avuto un lampo di consapevolezza oppure è successo un casino a livello cosmico. Mi addentro nei ricordi. Sono a caccia. Voglio capire di che casino si tratta. Deve essere veramente importante!
Proprio mentre sto sfrecciando ad una velocità incredibilie fra infinite elaborazioni mi sento osservato da qualcuno che mi guarda da un'altra dimensione molto più vasta. Rallento di colpo ed inizio a ragionare. Sento la parte superiore della calotta cranica al di fuori della realtà. Mi dico: guarda, guarda che fa la mente. Gli dai un coniglio, non importa se di plastica basta che si muova, e come un cane da caccia si lancia all'inseguimento focalizzando tutte le sue attenzioni in un punto. Il resto per lui scompare. Così è la mia mente. Funziona bene, ma è solo uno strumento e in questo caso mi sta ingannando. Sta distogliendo l'attenzione dal resto. Alla fine capisco che non è successo un casino cosmico ne qualcosa d'importantissimo durante quei ricordi. Probabilmente ho avuto, come in questo momento, la sensazione d'essere osservato da qualcuno seduto dietro a sinistra rispetto alla mia testa e forse l'ho anche visto. Esco dalla mente sollevandomi dal flusso dei ragionamenti e mi ritrovo al di là del velo. E' uno spazio buio e infinito. Esattamente dove ho detto sta seduto un uomo circa della mia età. Ha i capelli ricci e tagliati corti. Sembrano un cespuglio disordinato.
E' seduto sull'oscurità a gambe incrociate. Ha un gomito appoggiato ad un ginocchio e la mano appoggiata alla guancia. Sembra in attesa. Il suo corpo e i suoi vestiti ( abiti assolutamente normali tipo maglietta e jeans ) sono di un materiale indefinibile che varia colore fra il blu, l'azzurro, il viola, il bianco e altri colori a cui non saprei dare un nome. Mi giro a guardarlo e so che l'ho già visto. Lui è l'uomo che spunta da dietro al velo e ti distrae da maya per farti vedere il tutto. Lui è il collega benevolo che mi aveva fatto uscire l'altra volta. Non appena lo guardo mi sorride. Bravo, dice. Ce l'hai di nuovo fatta. Sollevandomi di più mi avvicino per parlargli e dico: scusa, ma allora ci stiamo prendendo per il culo? L'ho capita bene?? Mi autoinganno attraverso la mente e non vedo più la vastità e le possibiltà del resto? Ma allora a cosa servono tutti sti cazzo di giochini?? Inseguire i ricordi! Perchè?
Lui si alza, si mette a ridere compiaciuto e dice: sono contento che hai capito! Ora non dimenticherai più.
Rispondo un pò fra il disorientato e il mal disposto: si, va bhè, ma qual'è stata l'utilità dei vari inseguimenti e ricerche mentali?
Lui risponde divertito: esercizio. Attraverso all'esercizio impari ad usare e ne capisci i meccanismi.
Mi spara senza preavviso in una serie di altri viaggi e situazioni. Ogni volta è come se si azzerasse la memoria. Tutte le volte dimentico che ho fumato changa e sono a casa mia. Ogni cosa che faccio l'ho già fatta e pensata. Infinite volte. Sono dei loop. Un pò mi spavento. Cerco di comportarmi in modo diverso per cambiare la sequenza degli eventi. Mi siedo al contrario sul divano e le cose cambiano, ma avevo già fatto anche quello. Cerco di prendere la situazione in mano e dico ad alta voce: Spiriti! Per favore fatemi uscire da sta merda! Mentre lo sto dicendo sento che l'ho già detto e lo dirò. Il cervello va di nuovo in tilt. Reagisco da dentro come una tigre e mi dico di aspettare. Fermarmi e aspettare. Sono in realtà da un'altra parte e mi sollevo. Torno dal ragazzo blu con i riccioli e lo guardo. Ho capito perfettamente come funzionano certi meccanismi della mia mente. Ho capito il senso e l'utilità dei loop. Sono come i mulinelli nell'acqua. Possono intrappolare o risultare ultili fonti di energia. Bisogna saperli usare a proprio vantaggio. Il ragazzo mi spiega che attraverso la tecnica dei loop posso mandare in palla la mia mente. Mi fa vedere come usando sequenze velocissime di parole/suoni. Alla fine riesco ad isolare la frequenza portante. Guardo il ragazzo e chiedo se è la frequenza giusta. Mi risponde con un cenno del capo poi torno nel flusso della mente che sta raggiungendo il punto critico di velocità del loop ( la frequenza ormai è altissima ) fino alla rottura/spegnimento/reset. Mi risollevo e mentre lo sto facendo sento un altro essere che conosco bene da viaggi precedenti con la spezia che esordisce: …e qui dietro ci ciamo noi e tutto il resto!!
Sorrido. E' da un pò che non lo incontro. Chiedo al ragazzo blu se il blocco nero che avevo visto nei balzi precedenti è parte dell'addestramento o si tratta di un problema effettivo. Risponde che è tutto addestramento e ho fatto bene i “compiti a casa” con quella canna di battitura d'amnesia. Sono tornato là da solo. Senza il potente ausilio della changa e con giusto una spintarella dal thc. Devo ritenermi soddisfatto perchè usando la stessa strada potrò tornare sempre laggiù, in me. Ora devo imparare a mandare in palla la mente quando voglio e senza fumare spezia. Rispondo che sarà difficile, ma ho capito come si fa e di sicuro nei giorni a venire mi allenerò.
Senza troppa fretta ci congediamo e gli chiedo ancora se va bene aggiungere la passiflora alla prossima. Ricevo una risposta postivita seguita dal monito: però la dovrai conoscere. Sento la schiena stanca. Ho bisogno di coricarmi e mi distendo sul divano. Sento il corpo perfettamente. Ogni molecola, nervo, fibra. Ogni muscolo e pelo. Godo del tutto massaggiandomi e grattandomi dove mi viene d'istinto.
Apro gli occhi e la realtà del velo è ancora scombussolata da pattern iperspaziali, ma vanno a scemare. Mi rimane una sensibilità alla luce notevole e una bellissima e potente sensazione di benessere fisico/mentale/spirituale. Mi muovo per casa al buio agilmente. Vedo ancora svariati lampi fosfenicofrattalici. Accendo il ventilatore, scosto le tende e apro la finestra. Sono ancora nudo e l'aria fresca della notte m'investe piacevolmente. Di colpo noto il grande carro perfettamente visibile fra alberi e tetti. Mi accovaccio davanti alla finesta fissando il cielo. Ho un senso di espansione totale. Poi torno sul divano e decido che è ora del joint della buona notte, ma al posto di andare a dormire inizio a scrivere questa esperienza per paura di dimenticare.

Totale picco: 30/40 minuti. Totale effetti prima di avere voglia di alzarsi e provare a deambulare: 1h e 20 minuti circa.

Nota: Mi sveglio al mattino con buone energie, ma un pò frastornato. Ricordo bene tutto. La nuova tecnica di reset celebrale mi è ancora un pò oscura, ma con la pratica e lo studio penso di poter ottenere ottimi rislultati. Credo di essere arrivato alla fine di questo primo ciclo. Mi hanno fornito materiale da elaborare per anni, mi hanno insegnato tecniche e soprattutto hanno detto che saranno d'aiuto la prossima volta che cucinerò l'ayahuasca. Mi sembra abbastanza per ora.

Verso mezzodì del giorno dopo preparo un'altra changa. Non lo faccio spinto dall'avidità di sapere o per fattonaggine. Lo faccio e basta senza sapere quando l'avrei consumata. Decido di eliminare momentaneamente la ruta trasformando la riccetta nella seguente:

- foglie di caapi gialla ( ad occhio ) + corteccia di caapi gialla fatta a pezzettini minuscoli ( a occhio ) sfilacciata con mortaio + passiflora ( fiore secco ad occhio ) + 42mg di spezia.

Abbasso il dosaggio perchè non mi serve arrivare alle Potenze. Voglio solo attivare mente/corpo/spirito in modo da ripassare e capire meglio gli esercizi.

Trascorro il pomeriggio fra letture, sonnellini vari e relax. Verso sera mi chiama un amico che indicherò come Mr.X ( è un viaggiatore iperspaziale già con una certa esperienza ). M'invita a scendere al suo paese a mangiare una pizza e accetto. Dopo la pizza torniamo da me, andiamo a rubare altra passiflora da una casa che ha una pianta enorme e bellissima ( prendiamo solo i fiori ) e rincasiamo decidendo di guardare un film. Optiamo per “Fata Morgana” di Herzog. Alla fine del film mi chiede di balzare. Accetto e decido di accompagnarlo fumandomi la changa con la passiflora preparata al mattino ed ora pronta.
Per non darci fastidio decido di lasciare lui in sala sul divano e io mi sposto in camera seduto sul pavimento vicino al letto. Decidiamo di usare una colonna sonora neutra e non fastidiosa ( ore di camapne tibetane ) e inondiamo di palo santo le due stanze. Scegliamo di stare al buio.

- IV° assunzione - III° settimana -

Per prima cosa faccio balzare lui perchè va di base libera. Metto al sicuro la pipetta senza pulirla e sguscio in camera velocemente. Spengo l'unico faretto acceso e parto. Poco oltre la metà del joint sento i primi effetti fisici. Anche questa volta sono diversi. Cerco con la mente lo spirito della liana, ma non lo trovo. E' come se si nascondesse. Incolpo di ciò il basso dosaggio di spezia, ma l'ho voluto io. Mentre sto ragionando mi trovo al cospetto di una casalinga cinquantenne un pò grassoccia. Il corpo e le vesti sono simili a quelle del ragazzo blu incontrato nel viaggio precedente. Ha un grembiule decorado con immagini di fiori e in mano sembra agitare qualcosa di simile ad un mattarello per stendere la pasta. Mi sta facendo un sacco di storie per cose che non capisco e per un attimo la mia mente ingenua la segue e ci crede, ma subito s'inchioda come frenando bruscamente. Alzo gli occhi e la guardo. Ha smesso di parlare e mi osserva con aria di sfida. Esordisco un pò infastidito: ma che stai facendo? Ci stai provando??
L'intera emanazione di fastidio e rabbia crolla. La casalinga abbassa il braccio col mattarello e un pò sconsolata aggiunge: eh, si….
Le rispondo divertito: non sei brava come gli altri, ti si scopre subito…
Lei mi guarda e mi risponde squillante: bhè, che vuoi? Sono un fiore!!
Le dico che sono tornato non per cazzeggiare, ma per approfondire gli insegnamenti ricevuti e stavo cercando la liana ( che continuo a percepire, ma nascosta ). Lei risponde che non è vero. Sono qui per conoscerla.
Ribadisco le mie motivazioni, ma lei inizia ad accarezzarmi trasformandosi in una bellissima ragazza mediorientale dai lunghi capelli neri, lisci e gli occhi da cerbiatta. Mentre lo fa mi dice: non serve ripassare. Te l'hanno già insegnato e lo sai fare. Rilassati ora. Seguimi. Ti faccio vedere cosa sono capace di fare.
Cerco approvazione dalla liana e come da dietro le quinte sento una voce che mi dice di andare e stare tranquillo.
Un pò riluttante, ma più sereno, la seguo e lei inizia a massaggiarmi tutto il corpo. Alzo le braccia e inizio a seguire le sue indicazioni. Sento il calore delle sue mani. La cerco con le mie nell'oscurità. La trovo, mi sfugge, torna. Sento dai palmi una potente energia che si traduce in calore e luce. Lei sorride e continua a dirmi come una bambina dispettosa: vedi che so fare? Ti piace? So rilassare questo muscolo. Vedi? E quest'altro. Senti?
La percepisco un pò invadente, ma me la rido e la lascio fare pensando a quanto siano strambi i fiori. Insomma non ci si può ragionare e l'unica risposta che si ottiene è: che vuoi?..Io sono un fiore! Lasciami fare.
Sento gli effetti scendere un poco e mi viene da aprire gli occhi. L'oscurità è quasi totate. Non vi è nessuna differenza fra il dentro e il fuori. I pattern s'estendono fosforescenti e ad un tratto lo spirito della passiflora dice con voce nuovamente squillante: dove vai?? Torna qua che non ho ancora finito!
Un pò spossato richiudo gli occhi e lei dice: guarda, adesso ti faccio vedere un'altra cosa!
Immediatamente sbadiglio quasi slogandomi la mascella e inondandomi il viso di larcime. Lei dice: hai visto?
Rispondo che non ho afferrato e subito parte un altro sbadiglio che mi costringe a piegarmi e a raggiungere la massima estensione d'apertura della bocca. Altre lacrime. Dio can! Penso un pò frastornato e lei rincalza: hai visto? Guarda, lo faccio ancora.
Seguono altri due sbadigli mentre rispondo che ho capito e non c'è bisogno d'infierire. Lei ride e dice: io faccio anche dormire!
Poi, lentamente s'allontana. Nel mentre la saluto e la ringrazio.

Totale picco: 15/20 minuti. Totale effetti prima di avere voglia di alzarsi e provare a deambulare: 30 minuti circa.

Sento che Mr.X è tornato da un bel pezzo e ora si sta fumando una sigaretta. Rimango ancora qualche minuto a gambe incrociate, occhi aperti e i pensieri rivolti a quanto sia bizzarro avere a che fare con un fiore. Divertito, senza far rumore, torno al buio nell'altra stanza. Chiedo a Mr.X com'è andata e ascolto il suo racconto prima di illustrargli il mio. Mi dice che dopo la fumata di 55-57mg si è sdraiato e ha chiuso gli occhi come al solito. Ha visto la ragnatela e nello stesso istante una voce gli ha detto di alzarsi e aprire gli occhi. Ha seguito le indicazioni e mi ha detto di aver viaggiato seduto sul divano ad occhi aperti. Ha passato il tempo a parlare con una creatura composta da codici in movimento che gli ha insegnato un gesto con la mano per lavorare su certi livelli di frequenze/emanazioni. Dice di aver parlato ad alta voce, ma io non l'ho sentito. Anzi, dal mio punto di vista, lui non s'è mai mosso dalla posizione sdraiata, ma non è così importante.

Trascorriamo il resto della serata ascoltando musica psy-amb, fumando erba e parlando di ciò che abbiamo elaborato.