Psilocybe Semilanceata in montagna

Autore MENE
Sostanza assunta Psilocibe semilanceata, marijuana, vino rosso
Via di somministrazione Orale
Quantità 1,5 g per la psilocybe
Data 19/12/2015
Set Sono sereno e felice per l’imminente serata a ritmo di reggae dub.
Setting Prato di montana vicino un rifugio a quota 1500m s.l.m.
Partecipanti io, C, M
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E’ sabato mattina.
Mi alzo alle 10:00 in procinto di una giornata in montagna con C e M.
Inizialmente la meta era un'altra montagna poi C si offre di portarci in un rifugio dove non ero mai stato, così passo a prendere M e C e partiamo verso il paesetto dove avremmo lasciato la macchina. Per strada fumiamo una canna.
Parcheggiamo, carichiamo gli zaini in spalla e iniziamo subito il sentiero in salita.
Io e M siamo un po’ provati dal precedente venerdì sera alcolico ma avevamo organizzato la giornata apposta per smaltirlo.
Mentre camminiamo do una bacca di guaranà agli altri due che la mangiano con molto disgusto per via del sapore molto amaro.
C tra una battuta e l’altra mi chiede se ho portato qualche strumento. Avevo il didgeridoo e la chitarra in macchina ma non avevo intenzione di portarmeli dietro per tutto il tragitto. Durante l’estate in una precedente escursione mi ero portato per tutta strada il didgeridoo come bastone da passeggio per poi suonarlo all’alba, con la luna piena, sulla cima, in acido con C, P, e M. Fu una gran nottata. Fatto sta che questa volta non lo volevo portare, ma portai lo scacciapensieri mentre C aveva un tin-wistle (piccolo flauto folk) e una piccola cassa per la musica.
Io e M non avevamo idea della giornata che ci attendeva. Non sapevamo che C aveva portato con se i funghi e perfino un termos con l’acqua calda per farli in tisana, ma non ci disse niente finchè non fu il momento, anzi, continuava a scherzare sul fatto che aveva con se un ottima tisana alle erbe trentine che ci avrebbe fatto bene.
Intanto continuiamo a camminare in salita sul sentiero a zig-zag che taglia su per la montagna e il bosco.
Il sole scalda parecchio. Ci togliamo la giacca, poi anche la felpa. In cielo non c’è una nuvola e per una volta ogni tanto neanche una scia chimica.
Ci sorprendiamo di quanto faccia caldo a così pochi giorni dal Natale e in montagna, dove solitamente in questo periodo si battono i denti dal freddo.
Zuppi di sudore dopo 40 minuti raggiungiamo la zona del rifugio. Ci aspettavamo di trovarlo aperto ma invece era chiuso. Peccato.

Accanto alla strada noto subito un cavo d’acciaio sospeso tra 2 alberi lungo circa 100m con attaccata una carrucola con una corda e una specie di piccolo sedile tondo per sedersi e lanciarsi. Più tardi avremmo dovuto assolutamente fare qualche giro! Dall’altro lato della strada invece un piazzale col simbolo di atterraggio per gli elicotteri.
Ai piedi del bosco accanto al rifugio una decina di sculture in legno a grandezza naturale intagliate dai tronchi degli abeti, ancora fissati al terreno: Cappuccetto rosso, il lupo, Biancaneve, la strega e svariate sculture di gnomi accanto a grandi ammaniti muscarie e una specie di totem.
Mentre ci cambiamo le magliette sudate osserviamo per qualche minuto il paesaggio dietro di noi e quello davanti, con ancora boschi, prati scoscesi e sentieri che discutevamo se fare o non fare in giornata.
C nel frattempo ci fa strada verso un osservatorio in pietra che si trova nella collinetta sopra il rifugio e appena arrivati su incontriamo un nostro amico con una ragazza, un ragazzo giovanissimo e due cani.
Appena ci vede ci fa le feste e parliamo del più e del meno. Poco dopo si sdraia nuovamente sul prato a prendere il sole con la ragazza, mentre il giovane ragazzo corre verso la carrucola a giocare coi cani.


Esperienza

Rolliamo un paio di canne, mangiamo un pò di mandarini poi C tira fuori dallo zaino un vasetto di vetro colmo di psilocybe semilanceata. Subito io e M esultiamo di gioia. Con una giornata e un luogo così sarebbero stati perfetti, anche perché erano gli ultimi rimasti della stagione. Li avevamo finiti tutti.
In tutto ne abbiamo 60, circa 1,5g a testa. C li mette tutti nel termos (con già dentro del buon the a quanto pare) e li lasciamo in infusione 20 minuti, dopodiché iniziamo a bere tutto poco alla volta dal bicchiere del termos dividendoci in fine i funghi restanti.
Aspettando la salita ci rilassiamo sul prato chiacchierando del più e del meno con gli altri.
Nel giro di 20 minuti notiamo che si avverte già un lieve torpore triptaminico, mentre le ombre delle colline sui prati a valle cominciano a spostarsi.
E’ incredibile come il prato riscaldi tutto il corpo a starci sdraiati sopra. Ha davvero una temperatura piacevole, mentre a stare in piedi si avverte un lieve venticello freddo.
Decido di rollare una canna. Detesto mettermi a rollare quando sono sotto psichedelici, mi da l’impressione di distrarmi dal godermi il momento, ma avevo voglia di fumare per accompagnare bene la salita degli effetti.
Poco dopo la canna la consapevolezza aumenta parecchio e i colori si fanno più vividi.
Scruto le montagne all’orizzonte e sento nettamente che siamo su un pianeta tondo che ruota attorno al sole e su se stesso, poi notiamo la luna in cielo.
Dico agli altri di quanto sarebbe spettacolare se il nostro pianeta fosse una luna. Di quanto sarebbe spettacolare ruotare attorno ad un pianeta gigante vedendolo attraverso l’atmosfera. Gli altri approvano.
Cominciamo a fantasticare sul paesaggio davanti a noi.
Il tempo passa, anche se dal nostro punto di vista di era fermato. Tutta la vallata era immobile e silenziosa e noi ne stavamo contemplando ogni dettaglio.
Dopo un pò sento che ormai siamo al picco.
Accendo un dolce incenso al muschio. C accende la cassa portatile e fa partire musica a random dalla chiavetta ma comunque sempre con una sorta di base psichedelica.
Tra questi paesaggi lasciarsi andare risulta molto più facile. Si ha la costante sensazione di stare facendo la cosa giusta, cosa che in un ambiente industriale sotto psichedelici accade più difficilmente. Quassù tutto è così reale, così puro, così incontaminato. Ogni cosa risplende della sua vera essenza. Non ci sono problemi quassù, o almeno non si chiamano così. Quassù esiste solo un continuo susseguirsi di regole naturali e istinti di sopravvivenza che hanno portato ad adattarsi piante e animali. Se si vuole sopravvivere bisogna accettarli. Se li si accetta si mette da parte il nostro dialogo interiore e si assimila tutto ciò che hanno di positivo da offrire.
Con le esperienze psilocibiniche di quest’anno mi sono reso conto che con i funghi i messaggi arrivano meno direttamente che con LSD. LSD ti spara in faccia la verità cruda, bella o brutta che sia, mentre i funghi utilizzano un approccio più “maturo” tramite altri tipi di intuizioni e visioni.
Diciamo che è come se LSD fosse il professore delle superiori che vuole ad ogni costo che impari la sua materia e si arrabbia se non stai attento ma ti porta lontanissimo se lo assecondi, mentre la psilocibina mi ricorda il professore dell’università che entra, spiega la sua materia fregandosene se gli studenti lo vogliono ascoltare o meno facendo baccano e poi se ne va. Coloro che otterranno qualcosa saranno solo quelli disposti ad ascoltare e prendere appunti, ma non si arrabbia se non lo ascolti poiché sa che a perderci sei tu.
Siamo sdraiati su un prato abbastanza ripido e dobbiamo continuamente trascinarci verso l’alto perché scivoliamo in giù pian piano.
Vedo che i visual si fanno sempre più intensi. Il campo visivo ondeggia, si allarga, si restringe mentre gli oggetti sullo sfondo si sfalsano di piano allontanandosi ed avvicinandosi lentamente.
Decido di chiudere gli occhi.
Al centro del campo visivo una risplendente luce arancione da cui vedo venirmi in contro danzando una ragazza bellissima vestita con larghi pantaloni indiani e un tessuto nero come reggiseno.
Non indossa ne collane, ne piercing, ne bracciali. E’ semplicemente bellissima così com’è.
La vedo avvicinarsi sempre di più e iniziare a danzarmi in braccio come lo facesse solo per me.
Ringrazio.
Vedo il suo bellissimo viso anche ad occhi aperti e sento un grandissimo piacere e amore nei suoi confronti.
Poco dopo vengo distratto da C che comincia a fare battute e a ridere insistendo che io e M ci alzassimo e facessimo qualcosa, ma noi volevamo rilassarci e lasciarci andare. C non riesce mai a rilassarsi e lasciarsi totalmente andare, è sempre teso e non smette mai di parlare, ma è così sempre. Così si perde tutta la meraviglia di questi momenti di infinito relax mistico gli dico.
Alla fine tutto il trambusto di C mi distrae completamente dalla meravigliosa esperienza che stavo vivendo, così mi alzo per sgranchirmi un pò.
L’equilibrio è leggermente precario.
Decidiamo di stappare una bottiglia di buon vino rosso che aveva portato C e la beviamo chiacchierando col nostro amico che era la. Poi lui e loro ci salutano e si incamminano per tornare in giù.
Dopo il vino un gran senso di euforia esplode in tutti noi e cominciamo a scivolare lungo il prato rotolandoci e ridendo a crepapelle.
Io e M ci sediamo ancora ma C continua a fare versi, battute e ridere come al suo solito, facendo morire dal ridere anche noi, finchè esclama: <Pensa se ci vedesse qualche escursionista che passa di qua! Cosa penserebbe?> Finita la frase ci giriamo e notiamo che sull’osservatorio a 4 metri dietro di noi c’era effettivamente un signore che faceva foto al paesaggio, così piombiamo in un imbarazzante silenzio guardandoci, trattenendo le risate più che potevamo.
C si avvicina al signore e lo saluta, lui non risponde e si allontana per il sentiero come scappando da noi e facendo rattristire C che pensava di averlo spaventato.
Ormai sono le 16:00. il sole si nasconde dietro gli abeti lasciandoci all’ombra (freddo di colpo) e gli effetti si vanno via via placandosi. Vediamo che nel prato dove c’erano le sculture in legno c’è ancora sole, così raccogliamo tutte le nostre cose, spegniamo la musica e scendiamo la collina.
C mette gli occhiali da sole alla scultura della strega di biancaneve, io le metto il berretto di lana e cominciamo a lacrimare dal ridere. Faccio una foto a C mentre abbraccia la strega, poi C si avvicina alla scultura di uno gnomo seduto su un fungo con una sigaretta in bocca e gli prende la sigaretta (che si sfilava) fingendo di fumarla.
Nuovamente senza che ce ne accorgessimo due donne stavano passando dietro di noi vedendo tutta la scena e mettendosi pure a ridere, meglio così, almeno gli stavamo simpatici.
Mangiamo un panino e qualche mandarino.
Per tutto il giorno continuavamo a trovare per terra cartacce di caramelle e la cosa ci irritava parecchio poiché noi ci facevamo riguardo perfino a buttare a terra le bucce dei mandarini per paura che facesse “brutto vedere”.
Ci godiamo gli ultimi raggi di sole fumando una canna ridacchiandocela per gli insoliti nomi di alcune di quelle montagne e per le combinazioni che trovavamo con altre frasi e parole dal nome simile.
Arriva l’ombra e ci incamminiamo per tornare in giù, ma prima dovevamo lanciarci dalla carrucola! Parto io. Mi lancio e mi mollo a metà strada rotolando per terra e facendo scoppiare a ridere gli altri due. Poi parte C e quasi finisce per sbattere sull’albero dove si fermava il cavo. Poi parte M e va tutto bene. In fine rifaccio un altro giro e tutti soddisfatti per la gran botta di adrenalina ci prepariamo a scendere.
Decidiamo ancora una volta di percorrere il sentiero che tagliava ripido per i boschi e non la strada che fanno quelli del rifugio per arrivare in macchina.
Corriamo giù per il bosco a perdifiato divertendoci come banbini, cantando e ridendo a squarciagola.
Appena il sentiero sbucò incrociando la strada ecco che incontriamo nuovamente le due signore che avevamo fatto ridere prima e che subito ci salutano ma in breve tempo le perdiamo di vista.
Arriviamo alla macchina alle 17:00 che ormai è buio e gli effetti si sono ormai placati del tutto, anche se le pupille sono ancora larghe a tutti e i colori sono ancora leggermente più intensi del normale.
Partiamo e giungiamo in un bar li vicino a rifocillarci e bere una birra ricchi di soddisfazione.
La sera siamo andati ad un concerto dub li vicino dove ho conosciuto una ragazza incredibile, ma questa è un'altra storia.